Ultimo aggiornamento: 16 Aprile 2024
Questa mattina in Piazza Unità
Presente il sottosegretario Scovacricchi - Un significativo manifesto del Comune
da Il Piccolo, 9 novembre 1980, p. 4
Alla presenza del sottosegretario alla difesa, on. Martino Scovacricchi, e del capo di stato maggiore dell’esercito generale Rambaldi, questa mattina, alle 10.30, le reclute del decimo scaglione 1980 delle Truppe Trieste presteranno solennemente fedeltà alla Repubblica.
La cerimonia si svolgerà in piazza Unità (i cui lati, per l’occasione, saranno chiusi al traffico), alla presenza dei familiari e della popolazione: nel corso della solenne cerimonia militare infatti sarà celebrata anche la festa del Corpo del 1.o Battaglione fanteria motorizzata »San Giusto».
I reparti schierati in armi saranno agli ordini del ten. col. Francesco Milani, comandante del Battaglione «San Giusto». Alla cerimonia parteciperanno inoltre la banda della divisione meccanizzata «Mantova» e la fanfara dei bersaglieri della brigata «Garibaldi». Alla cerimonia del giuramento prenderà parte anche il maggiore generale Ernesto Reginato, medaglia d’oro al valor militare, mentre il Comune sarà rappresentato dall’assessore Seri.
È previsto che tre elicotteri dell’esercito prendano parte alla manifestazione, mentre, al momento del fatidico «lo giuro!» la piazza verrà sorvolata dai G-91 della pattuglia acrobatica nazionale. Le «Frecce tricolori», infatti, alzandosi in volo da Rivolto poco prima, porteranno stamane la tradizionale «fumata tricolore» nel cielo di piazza Unità.
In occasione della cerimonia, il Comune ha fatto affiggere un manifesto, in cui si dice che «le solennità di novembre, dedicate al ricordo dei Caduti e alle onoranze delle Forze Armate, a Trieste hanno sempre trovato profonda risonanza di affetti. Quest’anno, ancor più alto significato viene alle celebrazioni dal giuramento che sarà pronunciato, in piazza dell’Unità d’Italia, dal Battaglione San Giusto, legato alla città nel nome del patrono. Trieste offrirà al Battaglione San Giusto le drappelle, insegne che portano il simbolo araldico municipale, l’alabarda. La popolazione, nel soffermare il pensiero sui fatti storici e do-lorosi del passato, si stringerà attorno ai propri figli nel segno di una ritrovata speranza di pace».
I soldati di Trieste
da Il Piccolo, 10 novembre 1980, pp. 1 e 5
Il maltempo non ha spento il calore di una manifestazione militare eccezionale in piazza dell’Unità dove, per la prima volta, hanno giurato in pubblico le reclute, gran parte triestini, destinate ai reparti delle Truppe Trieste. Nell’occasione sono state offerte dal Comune le drappelle con l’alabarda e il sigillo trecentesco alle compagnie del 1.o Battaglione di fanteria motorizzata «San Giusto».
Nell’immagine di Italfoto un momento della cerimonia con il passaggio di una flight delle Frecce Tricolori.
Una giornata memorabile
La solenne cerimonia in Piazza Unità d'Italia
Trieste ha vissuto ieri una giornata memorabile: in piazza Unità d’Italia, nonostante le avverse condizioni atmosferiche, si sono dati convegno migliaia di cittadini per assistere alla festa del Corpo del primo battaglione fanteria motorizzata «San Giusto». Nella circostanza si sono avuti la consegna alla stessa brigata, da parte della città, delle drappelle con i simboli del battaglione e del Comune di Trieste (l’alabarda), e il giuramento di fedeltà alla Repubblica pronunciato dalle reclute del decimo scaglione delle Truppe Trieste.
Erano presenti, tra le maggiori autorità e il commissario del governo prefetto Marrosu, il sottosegretario alla difesa, on. Martino Scovacricchi, il capo di stato maggiore dell’esercito, generale Rambaldi e il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, comandante della divisione carabinieri «Pastrengo» di Milano. Alla cerimonia, con i reparti schierati in armi, hanno partecipato anche la banda della divisione meccanizzata «Mantova» e la fanfara dei bersaglieri della brigata meccanizzata «Garibaldi» e tre elicotteri dell’esercito. Al momento del giuramento la piazza è stata sorvolata dai «G-91» della pattuglia acrobatica nazionale «Frecce tricolori», che hanno lasciato nel cielo la tradizionale fumata bianco-rosso-verde.
Gli oratori – tra i quali la Medaglia d’oro generale Reginato, «padrino» delle reclute (effigiato nella Italfoto) – hanno sottolineato l’impegno delle Forze armate al fianco della Costituzione democratica e repubblicana nata dagli ideali della Resistenza, un impegno in difesa della sovranità e dell’indipendenza del Paese, nel rispetto delle alleanze internazionali.