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Interrogazione di un deputato: con le Frecce Tricolori tornò da casa in caserma

di Corrado Ruggieri
da Corriere della sera, 29 giugno 1993, pp. 1 e 13

ROMA — Una rapida scampagnata al mare, una visita al familiari in vacanza pasquale a Falconara, dalla mattina alla sera. Niente dl male per un comune cittadino. Ma le cose cambiano se Il protagonista è un pezzo grosso dell’Aeronautica che per fare rientro in sede si fa venire a prendere da un Jet delle «Frecce Tricolori» dopo aver costretto i responsabili a riaprire l’aeroporto di Rivolto. Il caso è stato sollevato da Martino Dorigo, deputato di Rifondazione comunista e segretario della Commissione Difesa di Montecitorio, che ha presentato un’interrogazione con la quale accusa di tanta disinvoltura il generale Riccardo Tonlni, vicecomandante della Regione Aerea di Milano.

«Era Pasquetta — ha raccontato l’onorevole Dorigo — e il generale ha creduto bene di mobilitare tutta la Regione Aerea per trovare un aereo che lo portasse da Falconara, dove pare abbia una villa, alla sede del suo comando. Non trovando niente di meglio, hanno fatto muovere addirittura un aviogetto MB 339 della Pattuglia acrobatica da Rivolto, vicino a Udine. L’aereo ha volato da Rivolto a Falconara, da lì a Milano, poi di nuovo a Rivolto. Non solo: l’aeroporto era chiuso e hanno dovuto riattivato in fretta e furia».

Il deputato ha inviato una segnalazione alla procura militare di Padova. Nessun commento ufficiale da parte dell’interessato: ufficiosamente è stato fatto sapere che il generale Tonini è coinvolto nell’operazione «Cieli puliti» sulla Bosnia e che il volo potrebbe essere motivato dal compiti assegnatigli.

«Generale usa come taxi le Frecce Tricolori»

ROMA — Un colpo d’ala e il generale torna in caserma, con l’«aereoblù» delle Frecce Tricolori. Uso privato di velivolo d’ufficio è, in sostanza, il sospetto che su questa passeggiata in quota ha sollevato Martino Dorigo. deputato di Rifondazione comunista e segretario della Commissione Difesa. «Un abuso» dice il parlamentare, presentando un’interrogazione a risposta scritta con cui accusa il generale Riccardo Tonini, vicecomandante della Regione Aerea di Milano.

È la seconda volta che l’onorevole Dorigo scruta gli affari dell’Aviazione milanese. A novembre sostenne che il comandante della Regione Aerea, il generale Lorenzo Giordo, era riuscito a farsi impiantare nel bagno dell’alloggio di servizio una vasca con idromassaggio del valore di 16 milioni, dotazione non prevista dagli elenchi degli arredi. «Quell’interrogazione — precisa Dorigo — non ha ancora avuto risposta».

Questa volta, in quella che sembra una disinvolta conduzione dell’Aeronautica Militare negli stessi luoghi di Tangentopoli, la vicenda riguarda un trasferimento da Falconara, dove il generale Tonini risulterebbe proprietario di una casa, a Milano. dove presta servizio. «Era Pasquetta — afferma l’onorevole Dorigo — e il generale Tonini ha creduto bene mobilitare tutta la Prima Regione per trovare un aereo che lo
portasse da Falconara, dove pare abbia una villa, alla sede del suo comando. Non trovando niente di meglio hanno fatto muovere addirittura un aviogetto MB 339 della Pattuglia Acrobatica da Rivolto, vicino a Udine, che ha volato fino a Falconara, da lì a Milano e poi di nuovo a Rivolto. Non solo: l’aeroporto di Rivolto era chiuso ed hanno dovuto attivarlo appositamente facendo precipitosamente rientrare in servizio il personale che si trovava in riposo. Quanto questa trasferta sia costata al contribuenti, lo lascio immaginare».

Oltre all’interrogazione a risposta scritta, l’onorevole Dorigo ha Inviato alla Procura Militare della Repubblica presso il Tribunale militare di Padova una «segnalazione informativa» dell’accaduto «perché siano fatte le verifiche del caso». Dalla Regione Aerea di Milano, dai generali Giordo e Tonini, cercati più volte telefonicamente, non è giunta alcuna risposta: i loro segretari hanno sempre detto che «i signori generali non sono In ufficio». Si sono però preoccupati di fare sapere, attraverso canali ufficiosi, che quel giorno il generale Tonini faceva funzioni di comandante della Prima Regione Aerea e doveva vigilare sulla situazione d’emergenza determinata dall’operazione «cieli chiusi» In Bosnia. Si sarebbe fatto venire a prendere perché «la tensione stava salendo».

L’onorevole Dorigo non si fa convincere: «Entro la settima-na — annuncia — presenterò una proposta di legge per l’istituzione di una commissione d’inchiesta sull’arbitraria gestione delle spese da parte dei comandi militari». Secondo Dorigo. gli esempi sarebbero tanti. «Solo per citarne uno —afferma — i costi enormi di gestione e mantenimento di decine di “basi logistiche” o “centri di sopravvivenza” come vengono chiamati dei veri hotel a 4 stelle riservati ai quadri militari, ma pagati con i fondi per il potenziamento della difesa». «Centri» che si troverebbero in alcuni tra i più bei posti d’Italia.

Il generale accusato per le Frecce tricolori

«Sì, usai un jet come taxi ma fu colpa della Bosnia»

di Edoardo Stucchi
da Corriere della sera, 30 giugno 1993, p. 12

MILANO — «È tutto vero quanto sostiene il deputato Martino Dorigo quando dice che con un aereo delle Frecce tricolori mi sono fatto accompagnare dalla casa di campagna, nelle Marche, al comando della prima regione aerea di Milano. Ma si è dimenticato un particolare di non secondaria importanza. E cioè che io sono il vicecomandante della prima regione aerea, ma che nei giorni dell’episodio incriminato avevo la responsabilità della Grande Unità, in una situazione nota di rilevante emergenza internazionale (la Bosnia) e sono quindi dovuto rientrare con la massima urgenza e la massima sicurezza per adempiere ai miei compiti di istituto». Cosi risponde il generale Riccardo Tonini alle accuse che gli sono state mosse dal deputato di Rifondazione comunista Martino Dorigo, che è anche segretario della commissione Difesa di Montecitorio. di aver usato per scopi privati un «et» dell’Aeronautica militare di stanza a Rivolto, obbligando i responsabili dello scalo a riaprirlo, perché il giorno di Pa-squetta era chiuso.

«Un tassì un po’ troppo caro» secondo il deputato di Rifondazione comunista, il quale parla di «abuso», avendo il generale trasformato le Frecce tricolori, che sono un vanto per tutto il Paese, in una sorta di taxi blu dei cieli per generali.

— Ma c’è anche un provvedimento giudiziario che rafforza l’ipotesi di Dorigo?
«Sì — dice il generale pilota — ma non cambia nulla nella sostanza delle cose. Per precisione devo dire che l’8 giugno scorso ho ricevuto un’informazione di garanzia da parte del Procuratore militare, dottor Benedetto Roberti, del Tribunale di Padova, con la quale mi veniva comunicato di essere sottoposto a indagine per peculato militare d’uso, relativamente all’utilizzo di un velivolo MB 339 della Pattuglia acrobatica nazionale, reato che avrei commesso all’aeroporto militare di Udine-Rivolto. A questo proposito devo precisare che ho anche ricevuto comunicazione che nello stesso periodo sono state sequestrate copie del registro partenze e del registro arrivi dell’aeroporto di Udine-Rivolto, nonché dei nastri recanti le conversazioni telefoniche presso l’aeroporto citato e presso la sala Situazioni del Comando della prima regione aerea di Milano e delle conversazioni radio, sempre relative al giorno dell’evento contestatomi».

La vicenda rischia dunque di avere strascichi giudiziari di notevole entità, a meno che la versione dei fatti esposta dal generale non convinca i giudici che ogni atto compiuto dal generale Riccardo Tonini in quel giorno di Pasquetta rivestisse carattere di urgenza non soltanto per sé, ma anche per Il Paese. Il generale, infatti, pur nel rispetto delle valutazioni e delle decisioni della magistratura e del ministero della Difesa, ha tenuto a precisare come si sono svolti i fatti, anche in riferimento al rilievo che è stato dato dalla stampa alla notizia.

«Dal giorno 6 al 16 aprile dl quest’anno, proprio in coincidenza con le feste pasquali, essendo in licenza il comandante della prima regione aerea, generale Lorenzo Giordo, come previsto dalla normativa assumevo il comando. Sono rimasto a Milano fino alla mattinata di sabato 10 aprile e poi, nello stesso giorno, mi sono recato a Montemarciano, in provincia di Ancona, paese natale mio e di mia moglie, per trascorrere la Pasqua con i miei familiari-.

— Sia pure per poco ha quindi abbandonato il comando?
«Si — aggiunge il comandante — ma sempre restando in stretto contatto con i miei ufficiali in servizio, tanto che la domenica di Pasqua, di fronte al peggiorare della situazione in Bosnia e ai conseguenti impegni delle forze alleate operanti dalle basi aeree italiane, in qualità di responsabile del supporto logistico e in aggiunta a quello della sicurezza e dell’operatività delle basi citate e di numerosi altri enti e reparti (postazioni radar e missilistiche) ho chiesto telefonicamente alla sala Situazioni del mio comando di regione di mettermi a disposizione un mezzo aereo per rientrare il più presto possibile a Milano. Sono decollato dall’aeroporto di Falconara verso le 15 e 40 minuti dopo sono atterrato a Linate. Ho raggiunto la sede del comando in piazza Novelli e sono rimasto in attività fino alle 20, quando l’allarme è cessato».

Una «taxi-force» per il generale

Il vicecomandante della I Regione aerea avrebbe usato un aviogetto per un viaggio privato.
La denuncia di Dorigo (Re): «Una commissione d'inchiesta sugli sprechi delle Forze armate»

di Edoardo Stucchi
da L’Unità, 29 luglio 1993, p. 11

ROMA. È il giorno di Pasquetta. Il gen. Riccardo Tonini, vice-comandante della 1a Regione aerea, ha trascorso le feste nella sua villa a Falconara Marittima e deve tornare in sede, a Milano. Un viaggio in auto? Troppo lungo e faticoso, deve aver pensato. Meglio farsi prelevare da un aereo. Ed ecco scattare la mobilitazione per procurare all’alto ufficiale una taxi-force.
Non trovando di meglio, si ordina l’attivazione dello scalo di Rivolto (Udine) e si fa tornare in servizio il personale per consentire il decollo addirittura di un aviogetto MB 339 della famosa Pattuglia acrobatica. Come si conviene ad una Freccia tricolore, l’aereo vola a Falconara, preleva il gen. Tonini, lo scarica a Milano e torna quindi alla base.

«Quanto questa trasferta sia costata ai contribuenti lascio immaginare a voi», dice Martino Dorigo, deputato di Rifondazione comunista, nel rivelare l’incredibile vicenda ieri mattina ai giornalisti della sala stampa di Montecitorio. Tra l’altro, l’aviogetto è stato fatto decollare in condizioni di grave emergenza: assenti il controllore di volo della torre di controllo, il medico militare (la sua presenza a terra è obbligatoria), una parte della squadra antincendi, dal momento che lo scalo di Rivolto non è sempre operativo ma, solo quando lo richiedono specifiche necessità di servizio
o l’addestramento della Pattuglia acrobatica.

Nel novembre scorso lo stesso Dorigo aveva denunciato in un’interrogazione un altro scandalo: il comandante della stessa I Regione aerea, gen. Giordo, si era fatto installare nel suo alloggio di servizio, e naturalmente a spese dello Stato, una vasca da idromassaggio costata la bellezza di 16 milioni. Il governo non ha ancora risposto.

Stavolta, «anche per evitare l’occultamento di uno spreco e l’inquinamento delle prove », il deputato di Re ha scelto un’altra strada: prima ha denunciato l’accaduto alla Procura militare di Padova, e poi – ieri mattina – ha presentato una circostanziata interrogazione con cui si chiede al ministro della Difesa se e quali urgenti provvedimenti disciplinari si intendano adottare nei confronti del gen. Tonini, e se non sia il caso di aprire una immediata inchiesta sull’uso privato di risorse pubbliche da parte degli alti ufficiali delle Forze.armate.

Dorigo ha preannunciato anzi ai giornalisti che presenterà già nei prossimi giorni una proposta di legge per l’istituzione di una commissione parlamentare di indagine sull’arbitraria gestione delle
spese da parte dei comandi militari: «Nel momento in cui anche il capo dello Stato sottolinea l’esigenza di combattere gli sprechi come misura preliminare dei drastici tagli della spesa pubblica, è inammissibile un andazzo che unisce per gettare grave e ingiusto discredilo verso tanti militari che svolgono onestamente il loro dovere». «Chiederò dunque a Scalfaro di sostenere la mia iniziativa», ha aggiunto portando un paio di esempi.

Uno riguarda i criteri di utilizzo degli aviogetti del 31° Stormo di stanza a Ciampino (Roma), destinati ufficialmente ai viaggi delle alte cariche dello Stato. «E invece su quegli aerei volano anche
diecine, forse centinaia di funzionari militari e civili dello Stato, e non sempre per ragioni di servizio». L’altro, ancora più impressionante, riguarda diecine di «basi logistiche » o «centri di sopravvivenza», come vengono eufemisticamente chiamati quelli che Martino Dorigo ha definito «veri e propri hotel a quattro stelle riservati ai quadri militari ma pagati con i fondi per il
potenziamento della Difesa, svincolali da qualsiasi obbligo urbanistico o di altro genere perchè dichiarati “opere di interesse della difesa nazionale” ed il cui personale è costituito da soldati di leva che passano dodici mesi della loro vita a servire a tavola».

Quali sono i costi di gestione di questi «centri di sopravvivenza», e dove si trovano? «Nei più bei posti d’Italia, dal Terminillo a Cefalù, da Cecina all’Aspromonte, da Riva del Garda al Monte Grappa: spiagge private, piscine, campi da tennis e da equitazione, imbarcazioni da diporto. Tutto a spese dello Stato».

1 commento

  1. l’on. Dorigo di Rifondazione comunista cercava, colpevolizando glialtri, di risollevare le sorti del suo partito.-ora dove Dorigo ?sta ancora mangiando con i soldi dello Starto.

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