(Ultimo aggiornamento: )

da Renato Rocchi, La meravigliosa avventura – Storia del volo acrobatico, vol. 3, Aviani editore, pp. 103 – 113

Con il passaggio del Magg. Vittorio Cumin a Comandante del 313° Gruppo A.A., cambiava l’assetto della formazione, dopo anni di solida stabilità.
Uno scotto inevitabile.

La prima grana da affrontare: la ristrutturazione del “team”. Ed aveva il neo Comandante il suo bel da fare per sbollire certi risentimenti “personali” nei confronti di un “leader”, che non proveniva dal “gregariato” e che non dava quell’affidabilità voluta da certuni.

Così uscivano dalla formazione Ferrazzutti – già designato a sostituire Franzoi nel ruolo di “solista”, e Zanazzo, “fuori” per formare con Ferrazzutti il “duo solista”, una formula non nuova, che, per di più, si allineava con tutti i “teams” di prima grandezza.

Con il beneplacito, naturalmente, di Cumin, in considerazione che i due piloti si trovavano in sintonia per temperamento, per professionalità e per critica distruttiva.

A sostituirli nella formazione: Valentino Jansa e Massimo Montanari.

Schievano, invece, scontento per una sua candidatura mancata, passava “dietro”, a “terzo di destra”.

Tra tiri aria-terra, missioni “rat-mix”, inserimenti e addestramento, Cumin aveva un avvio non facile, superato, grazie soprattutto, alla collaborazione degli “anziani”.

A fine febbraio cambio di consegne al vertice dell’Arma Aeronautica: il Gen. Aldo Remondino “lasciava” per il Gen. Duilio Sergio Fanali.

[…]

Un anno non facile in casa P.A.N..
E ne era ben donde.
Un “leader” proveniente dai “fuori ruolo”, gli inserimenti nuovi e il coordinare, ancor più I’ amministrare quella coppia di solisti – due “Bastian contrari” che vivevano per conto loro, che dissociavano di proposito, sempre pronti a spulciare a zero il “team” facevano sudare le classiche sette camicie a Vittorio Cumin.

Eppoi il gioco dei due “solisti” non valeva la candela, perché l’inserimento di Ferrazzutti e Zanazzo non aveva dato il risultato sperato, con un programma povero di fantasia – almeno a confronto del “display” presentato dal “duo-solo” dei “Thunderbirds”, delle “Red Arrows”, dei “Blue Angels” e della “Patrouille de France”.
Eppure i piloti – Ferrazzutti e Zanazzo – erano due fuoriclasse. Conosciuti e riconosciuti.

Anche la P.A.N. ha vissuto il suo sessantotto!
A fine novembre il Cap. G. Battista Zanazzo “lasciava” il 313° Gruppo A.A. per il Reparto Sperimentale di Volo.
A bilanciare la “forza-piloti” veniva assegnato il Serg. Sandro Santilli.

dal profilo Facebook di Marco Farè [ fonte ]

1968… anno “unico” per le Frecce Tricolori. Nella formazione base sono infatti inseriti ben due solisti. Si esibiranno in figure mai più eseguite. Tra i due piloti, Renato Ferrazzutti e GianBattista Zanazzo si instaurò un ottimo rapporto maestro-allievo… indimenticabile per me la descrizione che mi fece Zanazzo in merito a FerraU….

“Qualunque cosa mi avrebbe detto di fare l’avrei fatta: avevo un’assoluta fiducia delle sue qualità di pilota”…

1968: si studia un programma che includa 2 solisti

dalla brochure Frecce Tricolori 2021

Nel 1968 si prova una formula nuova all’interno della formazione: “il duo solista”. L’idea è quella di un programma acrobatico, sia alto che basso, con la presenza di 9 velivoli in formazione + 2 solisti, per un totale di 11. I solisti sono i primi a staccare le ruote dalla pista, seguiti dal decollo della formazione ripartita nelle due sezioni 5+4. Dopo il ricongiungimento e la trasformazione a “grande triangolo”, sulla sommità del looping d’ingresso, i 2 solisti lasciano la formazione e si separano per cominciare il loro programma. Terminato l’entusiasmo iniziale della novità, si decide di abbandonare la sperimentazione e ritornare all’addestramento con un unico solista: lo sforzo, infatti, non genera altrettanta emozione, rendendo invece il programma più dispersivo e meno fantasioso.

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