Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio 2025

da Renato Rocchi, La meravigliosa avventura – Storia del volo acrobatico, vol. 3, Aviani editore, pp. 103 – 113

Con il passaggio del Magg. Vittorio Cumin a Comandante del 313° Gruppo A.A., cambiava l’assetto della formazione, dopo anni di solida stabilità.
Uno scotto inevitabile.

La prima grana da affrontare: la ristrutturazione del “team”. Ed aveva il neo Comandante il suo bel da fare per sbollire certi risentimenti “personali” nei confronti di un “leader”, che non proveniva dal “gregariato” e che non dava quell’affidabilità voluta da certuni.

Così uscivano dalla formazione Ferrazzutti – già designato a sostituire Franzoi nel ruolo di “solista”, e Zanazzo, “fuori” per formare con Ferrazzutti il “duo solista”, una formula non nuova, che, per di più, si allineava con tutti i “teams” di prima grandezza.

Con il beneplacito, naturalmente, di Cumin, in considerazione che i due piloti si trovavano in sintonia per temperamento, per professionalità e per critica distruttiva.

A sostituirli nella formazione: Valentino Jansa e Massimo Montanari.

Schievano, invece, scontento per una sua candidatura mancata, passava “dietro”, a “terzo di destra”.

Tra tiri aria-terra, missioni “rat-mix”, inserimenti e addestramento, Cumin aveva un avvio non facile, superato, grazie soprattutto, alla collaborazione degli “anziani”.

A fine febbraio cambio di consegne al vertice dell’Arma Aeronautica: il Gen. Aldo Remondino “lasciava” per il Gen. Duilio Sergio Fanali.

[…]

Un anno non facile in casa P.A.N..
E ne era ben donde.
Un “leader” proveniente dai “fuori ruolo”, gli inserimenti nuovi e il coordinare, ancor più I’ amministrare quella coppia di solisti – due “Bastian contrari” che vivevano per conto loro, che dissociavano di proposito, sempre pronti a spulciare a zero il “team” facevano sudare le classiche sette camicie a Vittorio Cumin.

Eppoi il gioco dei due “solisti” non valeva la candela, perché l’inserimento di Ferrazzutti e Zanazzo non aveva dato il risultato sperato, con un programma povero di fantasia – almeno a confronto del “display” presentato dal “duo-solo” dei “Thunderbirds”, delle “Red Arrows”, dei “Blue Angels” e della “Patrouille de France”.
Eppure i piloti – Ferrazzutti e Zanazzo – erano due fuoriclasse. Conosciuti e riconosciuti.

Anche la P.A.N. ha vissuto il suo sessantotto!
A fine novembre il Cap. G. Battista Zanazzo “lasciava” il 313° Gruppo A.A. per il Reparto Sperimentale di Volo.
A bilanciare la “forza-piloti” veniva assegnato il Serg. Sandro Santilli.

dal profilo Facebook di Marco Farè [ fonte ]

1968… anno “unico” per le Frecce Tricolori. Nella formazione base sono infatti inseriti ben due solisti. Si esibiranno in figure mai più eseguite. Tra i due piloti, Renato Ferrazzutti e GianBattista Zanazzo si instaurò un ottimo rapporto maestro-allievo… indimenticabile per me la descrizione che mi fece Zanazzo in merito a FerraU….

“Qualunque cosa mi avrebbe detto di fare l’avrei fatta: avevo un’assoluta fiducia delle sue qualità di pilota”…

1968: si studia un programma che includa 2 solisti

dalla brochure Frecce Tricolori 2021

Nel 1968 si prova una formula nuova all’interno della formazione: “il duo solista”. L’idea è quella di un programma acrobatico, sia alto che basso, con la presenza di 9 velivoli in formazione + 2 solisti, per un totale di 11. I solisti sono i primi a staccare le ruote dalla pista, seguiti dal decollo della formazione ripartita nelle due sezioni 5+4. Dopo il ricongiungimento e la trasformazione a “grande triangolo”, sulla sommità del looping d’ingresso, i 2 solisti lasciano la formazione e si separano per cominciare il loro programma. Terminato l’entusiasmo iniziale della novità, si decide di abbandonare la sperimentazione e ritornare all’addestramento con un unico solista: lo sforzo, infatti, non genera altrettanta emozione, rendendo invece il programma più dispersivo e meno fantasioso.

da Giuseppe Cordioli, Capriole tra le nuvole, Mondadori, 2010, p. 115

Montanari ricorda come erano i briefing ai suoi tempi.

«Di Lollo mi voleva al suo fianco quando gli altri si addestravano e poi voleva che gli dicessi cosa avevo visto. lo allora mi mettevo con un block notes prendevo appunti. Nel 1961 c’erano solo sei Sabre, quando sono arrivato io erano già nove. lo disegnavo bene, avevo fatto un po’ il grafico, e avevo una mano felice, tanto che Di Lollo mi disse di disegnare le figure del programma. Disegnai il programma di due solisti, perché anche gli inglesi avevano i due solisti. Ma non volemmo copiare il loro lavoro e arrivammo così a nove aerei e due solisti. Un solista faceva il cerchio a 4000 piedi, abbastanza stabile con due fumi (colorati e bianchi) e noi il doppio tonneau e, salendo, entravamo nel cerchio, proprio nel centro. Noi aprivamo e in gran sicurezza il solista veniva verso di noi. I due solisti dell’epoca però non avevano grande feeling e allora si decise di non volare più».

In anni più recenti si è pensato di riprovare a inserire due solisti, ma il progetto non è andato avanti.

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