Ultimo aggiornamento: 13 Giugno 2024

La pattuglia acrobatica dell'aeronautica italiana negli USA

da Corriere della sera, 29 luglio 1986, p. 7

NEW YORK — (Ansa) Volare per venti minuti sopra uno dei panorami più famosi del mondo, la Statua della Libertà e i grattacieli dl New York avvolti da nebbia e nuvole, senza poter scendere e stendere sopra Manhattan il più grande tricolore mal visto. È la delusione che hanno sofferto ieri i dieci delle «Frecce tricolori», la pattuglia acrobatica dell’aeronautica militare italiana impegnata in una lunga missione negli Stati Uniti e in Canada. Avevano ottenuto il permesso dl scendere sopra la Statua della Libertà a circa 370 metri, ma al tempo non comandano neppure i piloti acrobatici tra i più bravi del mondo.

La delusione, però, non ha guastato domenica il trionfo della prima esibizione americana nella più importante base di trasporto aereo strategico degli Stati Uniti, quella dl McGulre, tra New York e Filadellia. Circa trecentomila persone hanno applaudito (e molte tra di loro di origine Italiana si sono commosse) le manovre di quelle che i giornali del New Jersey, lo Stato dove si trova la base, chiamano le «fraychee tree colori», gli «stunt men», i «cascatori» del cielo. Sono i nove jet MB-339 del-l’Aermacchl, che compiono evoluzioni in formazione, più il decimo, il solista, guidati dal maggiore Mario NaldinI.

Sui piazzali della base, che la gente aveva trasformato per l’umidità tropicale In spiagge o zone dl pic-nlc, era esposto il campionario degli aerei da trasporto degli Stati Uniti, con modelli di tutti i tipi, vecchi e nuovi. C’era anche il mastodontico C-5, ll più grande cargo militare del mondo che è in grado dl tra-sportare 111 tonnellate.

I C-5 e C-141 hanno dato vita ad un vero «balletto delle balene del cielo» con voli in formazione, rifornimenti simulati, incroci che a volte si sono persi nel cielo basso.

Le «Frecce tricolori» hanno avuto il privilegio di chiudere le esibizioni In volo durate oltre tre ore e mezzo. Nonostante Il cielo grigio la formazione si è mossa o si è divisa come le dita di una o due mani, con le ali dei nove aerei alla distanza di meno di due metri, sia pure su piani sfalsati. Il solista, ll capitano Giovan Battista Molinaro, ha percorso più volte la pista capovolto o su di un’ala alla quota di meno di dieci metri.

Sono stati 30 minuti di «fantasie scientifiche», in cielo e molto vicino alla terra, concluse dalla «bomba». Alla fine c’è stato l’assalto, senza mezzi termini, non solo ai piloti, ma a qualsiasi persona che indossasse una tuta con qualche cosa di tricolore, per far firmare migliaia di dépliant delle «frecce»

La parola più usata dagli americani, militari e civili, è stata «Impressionante». Le frasi più ripetute dagli Italiani delle varie generazioni: «Ci rendete più orgogliosi di essere italiani» e «Quando tornate?». A tutti il comandante, tenente colonnello Giuseppe Bernardis, o il leader della formazione, il maggiore Naldlnl, rispondevano: «Siamo qui anche per voi».

Quanto a ritornare, se lo Stato maggiore dell’aeronautica dovesse accogliere tutte le richieste di far esibire la pattuglia in zone con Importanti comunità italiane, la tournée dovrebbe durare sei mesi e non due come previsto.

Lo show delle «Frecce Tricolori» negli Usa

Le esibizioni serviranno per l'addestramento dei piloti militari in un ambiente diverso

da La Stampa, 27 luglio 1986, p. 10

Le «Frecce trIcolori», la pattuglia acrobatica dell’Aeronautica militare, é In America per un giro di esibizioni negli Stati Uniti e in Canada che al concluderà il 9 settembre: un viaggio era stato sollecitato da tempo da enti e organizzazioni statunitensi e canadesi oltre che dalle comunità italiane del Nord America.

Le prime esibizioni si sono svolte a North Bay (Ontario) e a Mc Guire (New Jersey); poi la pattuglia andrà a Oshkosh (Wisconsin), San Francisco, toccherà il Montana, il Texas, New York, tornera in Canada a Moose Bay, Vancouver e Toronto, per chiudere il 9 settembre a Andrews, Mariland.

Questa trasferta era stata sempre impossibile negli scorsi anni perché gli aerei su cui si esibiva la pattuglia (prima i Republic F 84 poi i G 91 Fiat) non avevano autonomia sufficiente per attraversare l’Atlantico (e quando nel ’59 i «Diavoli rossi» del capitano Squarcina si erano esibiti negli States avevano dovuto usare gli aerei prestati dall’Usaf). Oggi, con i nuovi Macchi Mb 339, dotati dl serbatoi supplementari, il grande balzoè diventato possibile.

I dodici aviogetti delle «Frecce tricolori» sono partiti dalla base di Rivolto l’11 luglio accompagnati da due quadrimotori da trasporto C 130 «Hercules» con parti di ricambio e personale tecnico e da due Breguet Atlantic specializzati per la ricerca e soccorso In mare (aerei dl questo tipo sono stati impiegati per cercare Beppe Panada e Roberto Kramar, i due naufraghi dello yacht «Berlucchi»). Sel sono stati gli scali necessari, in Germania, Gran Bretagna, Islanda, Groenlandia, nella Terra di Baffin in Canada e a Goose Bay in Labrador; lo stesso itinerario sarà seguito per il ritorno.

A parte gli obiettivi principali di questa tournée, che sono dI rappresentare l’Italia all’Expo dl Vancouver e dl far conoscere in Usa le capacità professionali dei nostri piloti e le caratteristiche tecnologiche dei velivoli (gli Mb 339 sono stati già acquistati da numerosi Paesi stranieri per l’addestramento del piloti militari) l’impresa nordamericana è stata decisa anche al fini dell’addestramento dei piloti e dei tecnici.

I 36 ufficiali e i 76 sottufficiali che prendono parte alla missione hanno dovuto addestrarsi a volare in un ambiente quale quello del Nord Atlantico, assai diverso da quello consueto (per esempio, i piloti hanno frequentato in Gran Bretagna un corso di sopravvivenza in mare dl un mese, organizzato dalla Royal Air Force) mentre gll equipaggi degli Hercules e degli Atlantic hanno messo a punto mezzi di soccorso specifici per dure condizioni del clima sub-artico.

Infine la spedizione è stata organizzata in modo che i 114 uomini e 16 velivoli siano autosufficienti per tutto il periodo: si sono create in tal modo le condizioni che la pattuglia (che è anche un reparto operativo della nostra aeronautica) Incontrerebbe se dovesse essere costretta ad operare lontano dalla propria base.

Frecce tricolori in trasferta Usa

Un esordio trionfale

Gli italoamericani in delirio

di Marco Tavasani
da Il Piccolo, 29 luglio 1986, p. 2

BASE AEREA McGUIRE (NEW JERSEY) — Con l’abbraccio ideale di 350 mila persone presenti all’Air Show nella grande base aerea McGuire, tra cui non meno di ventimila italoamericani entusiasti come bimbi di fronte ad un giocattolo, è iniziata ufficialmente la tournée della pattuglia acrobatica nazionale «Frecce tricolori» negli Stati Uniti. I dodici Macchi MB-339 di Rivolto (10 della formazione base e due aerei ai riserva), accompagnati da due C-130 «Hercules» per il supporto tecnico logistico, sono arrivati sul continente americano dopo un volo sull’Atlantico alle alte altitudini per complessivi 15 mila chilometri percorsi in quattro giorni, equivalenti a 350 ore di volo.

Da North Bay, in Canada, gli aerei italiani con i dodici piloti e i 65 specialisti si sono trasferiti nello Stato del New Jersey, sulla base aerea McGuire (150 chilometri a Sud di New York e 50 chilometri a Est di Filadelfia), dove domenica 27 hanno partecipato alla grande manifestazione, la prima delle undici in programma, l’ultima delle quali si svolgerà il 9 settembre sulla base di Andrews, vicino a Washington, da dove abitualmente il Presidente Reagan parte per i suoi spostamenti.

Come ha sottolineato il generale Adelchi Pillinini, capo della missione delle «Frecce tricolori», la presenza del prestigioso reparto italiano in Canada e negli Usa è stata richiesta dalle massime autorità dei due Paesi e dalle comunità italoamericane che continuano a rivolgere pressanti appelli alle ambasciate italiane di Ottawa e Washington per avere nei posti più disparati e lontani le «Frecce tricolori». Il generale Antonio Lenzo, addetto aeronautico italiano a Washington, ha affermato che per accontentare tutte le richieste la pattuglia acrobatica dovrebbe rimanere nel Nord America per un periodo almeno triplo di quello previsto, che si concretizzerà con oltre 1100 ore di volo.

Al di là dell’aspetto spettacolare e della presenza ufficiale di un reparto dell’Aeronautica militare in America, la missione è importante perché ha dimostrato la piena capacità operativa sia dei dodici Aermacchi MB-339 su distanze e latitudini inusuali per un addestratore (che ha eccellenti qualità di appoggio tattico e antinave), che dei velivoli da trasporto e dei pattugliatori «Atlantic», i quali hanno provveduto al servizio di assistenza durante il volo sulle tratte più settentrionali. In questa fase i piloti delle «Frecce tricolori» indossavano speciali tute protettive studiate per la sopravvivenza in mare nei climi artici.

Non disgiunto da questi problemi occorre ricordare anche l’aspetto industriale, essendo l’aeroplano della pattuglia acrobatica un prodotto interamente italiano, che ha incontrato un buon successo di vendita all’estero. Alla manifestazione aerea di McGuire, le «Frecce tricolori» sono state ospiti d’onore, e hanno concluso con una perfetta dimostrazione di 20 minuti – con leggere modifiche apportate secondo gli standard di sicurezza americani – le tre ore e mezzo di show in volo, assediati a terra da migliaia di fans in cerca di autografi.

Particolarmente caloroso il saluto rivolto al reparto italiano dal comandante della base, generale Jerold Weiss, che si è detto «onorato e felice di ospitare il più prestigioso team acrobatico», e quello di alcuni rappresentanti del Congresso americano. La manifestazione aerea, di fronte a una folla fitta calcolata in oltre a 350 mila persone, è stata incentrata sul tema dei trasporti (anche se si sono viste spettacolari esibizioni di F-4, F-15 e F-18, con simulazioni di attacchi al suolo) con vari passaggi di colossali C-5, il più grande aereo esistente al mondo, C-141, C-130, con rifornimento in volo e aviolanci di uomini e materiali, tra cui un carro armato medio. Da questa base partono con regolarità voli per Aviano e Sigonella per il trasporto di materiali e di personale.

Incredibile l’entusiasmo – sollevato dall’esibizione delle «Frecce tricolori», con una sincronia ínusuale per qualsiasi altro reparto acrobatico. La signora Emilia Girotti, venuta ad assistere al volo della pattuglia con quattro nipoti, nata a Roseto degli Abruzzi ma residente da 50 anni in Pennsylvania, con le lacrime agli occhi ha detto che questa è l’emozione più grande della sua vita. Il dottor Charles Welter, un medico laureato a Bologna negli anni Sessanta, ha voluto ricordare «la mia grande amicizia per l’Italia e la simpatia per gli anni trascorsi a Bologna».

In mezzo a tanta sincera commozione e ad un pizzico di retorica, specie tra i più anziani, la grande dimostrazione di professionalità dei piloti comandati dal tenente colonnello Giuseppe Bernardis, che si ripeterà sabato e domenica prossimi a Oshkosh nello stato del Wisconsin di fronte ad un pubblico che già si stima in un milione di persone, dopo aver sorvolato ieri mattina la Statua della Libertà a New York.

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