Ultimo aggiornamento: 24 Novembre 2020
Dopo due anni di attesa, i dieci Aermacchi si esibiranno oggi nel cielo dell'Adriatico sulle teste di oltre 200 mila turisti
Un ritorno tra polemiche: «Così si dimentica la Bosnia»
di Domenico Pecile
da Corriere della sera, 15 agosto 1995, p. 6
UDINE — Si infiamma la polemica sul ritorno delle Frecce tricolori sui cieli di Lignano. Un ritorno atteso due anni, dopo che l’inizio della mattanza nell’ex Jugoslavia aveva suggerito al comitato provinciale di sicurezza pubblica di imporre un duro diktat: niente kermesse sullo specchio di mare antistante la spiaggia. Il timore era che la calca umana ferragostana potesse prestare il fianco ad azioni terroristiche.
«Un provvedimento eccessivo e inutile». era stato il commento del presidente dell’Azienda di soggiorno, Teghil.
Oggi dunque per 10 Aermacchi 339, che ieri hanno offerto alcuni scampoli tecnici, è di nuovo tempo di esibizione. Da parecchi giorni le forze dell’ordine (il numero è ovviamente top
secret) hanno perfezionato il piano organizzativo di sicurezza. Tutto è pianificato: gli oltre 200 mila turisti che da ieri assediano Lignano. dovranno attenersi rigorosamente alle indicazioni prestabilite: parcheggi. bus navetta. peso, distanza di sicurezza e controlll personali.
A due anni di distanza la situazione nell’ex Jugoslavia è sensibilmente peggiorata, rispetto all’epoca del primo divieto.
Insomma, ingredienti sufficienti per riaccendere la miccia delle polemiche. Ma a dare fuoco alle polveri è stato l’annuncio, rimbalzato soltanto un paio di giorni fa, che le evoluzioni degli aerei della Pan saranno precedute dal passaggio di due F 16, i micidiali bombardieri americani dislocati ad Aviano e destinati alle missioni in Bosnia.
Duro e sarcastico il commento del consigliere regionale dei Verdi, Elia Mioni: «Si tratta di un altro caso limite degli aerei americani. Non sono riusciti a fermare i massacri in Bosnia. e ora vengono usati per allietare i turisti».
Ma la condanna più dura è arrivata ieri da don Pierluigi Di Piazza, responsabile del Centro di prima accoglienza per profughi «Ernesto Balducci», e uomo di punta del pacifismo del Friuli Venezia Gialla: «Le immagini delle Frecce e degli F 16, i rombi del loro motori — ha scritto tra l’altro in una lettera aperta — si mescoleranno e per un palo d’ore le immagini della guerra, i gemiti delle vittime, il rombo dei cannoni, potranno essere dimenticati e inascoltati. Sarebbe stato un segno dl partecipazione e di solidarietà sospendere questa manifestazione: affidare a qualche aereo da turismo un messaggio di pace; invitare la gente a concrete forme di solidarietà, ad esempio devolvendo a tal fine i costi della manifestazione».
Per don Di Piazza è demagogia credere anche che «le Frecce hicolorl siano ambasciatrici di pace. Lo crederei anch’io — ha concluso nella lettera aperta — se il 15 agosto, non nel cielo di Lignano, ma nei cieli della Bosnia, sfrecciassero per lasciarvi lascia del colori dell’arcobaleno della pace».