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EI Alamein, Ciampi: l'Onu garante della pace in Medio Oriente

A 60 anni dalla battaglia che nel deserto egiziano decise la Guerra d'Africa il Presidente rende omaggio ai Caduti italiani: «Nessuno mancò in valore. Morirono in migliaia»

Invito a organizzare una conferenza internazionale. Colloquio di un'ora e mezzo con Mubarak

di Jean-Luc Giorda
da Il Piccolo, anno 121, n° 41, 21 ottobre 2002, p. 3

EL ALAMEIN La battaglia di El Alamein, epico scontro di eserciti e di popoli nel deserto egiziano, diventa metafora della storia e occasione per un monito sull’attualità. Carlo Azeglio Ciampi parla in difesa dell’Onu, che rischia di uscire sminuita dalla crisi irachena: «La Carta delle Nazioni Unite ha recepito l’anelito di pace e la consapevolezza della necessità di un impegno comune», avverte: «Ha stabilito le regole di una comunità internazionale che crede nel diritto e nella collaborazione tra gli Stati». Un invito esplicito agli stessi Stati Uniti a non abbandonare la via del negoziato al Palazzo di Vetro, indispensabile per preparare la pace che segue qualunque guerra. Occorre infatti una soluzione politica in tempi ravvicinati della crisi israelo-palestinese e per arrivarci è necessario «riattivare il negoziato e realizzare una conferenza internazionale» ha detto in serata Ciampi a conclusione di un colloquio di circa un’ora e mezzo con il presidente egiziano Hosni Mubarak.

Le suggestioni di El Alamein sono tante, e gli insegnamenti importanti per molte nazioni. Per il 60esimo anniversario dello scontro che decise la guerra d’Africa nella Seconda Guerra Mondiale (tre battaglie, tra il luglio e il novembre del 1942), il Presidente della Repubblica si è trovato così in compagnia dei rappresentanti dei vinti e dei vincitori, ormai da anni alleati: oltre a centinaia di reduci tedeschi, italiani, inglesi, c’erano il duca di Kent per la Gran Bretagna il governatore generale di Australia Peter Hollingworth, il premier neozelandese Helen Clark, e il sottosegretario francese per i veterani Hamlaoui Mekachera, che hanno ascoltato il discorso del capo dello Stato ai piedi della torre calcarea che accoglie le spoglie di 1800 caduti italiani.

Una piccola parte dei 4.800 italiani e 27mila tedeschi uccisi nella battaglia, e dei 13mila caduti nelle file degli Alleati, vittime di uno scontro che op-pose 200mila soldati inglesi, australiani, neozelandesi, francesi, indiani e sudafricani a 104mila tedeschi e italiani. «Ogni duna, ogni metro, di questo deserto furono aspramente contesi, con eroismo, con l’onore delle armi», ricorda Ciampi commosso: «Nessuno mancò in valore. Caddero in migliaia.

Ciampi ha consegnato alla vedova del gen.Paolo Caccia Dominioni la medaglia d’oro al Valor militare che gli è stata concessa alla memoria, lo scorso 26 luglio, su proposta del ministro della Difesa. L’ufficiale, conosciutissimo nella Venezia Giulia per la sua opera letteraria e artistica, dopo aver partecipato ai combattimenti di El Alamein, finita la guerra, per oltre 12 anni si impegnò direttamente nell’ardua e rischiosa missione di ricercare le salme dei Caduti di ogni nazione, disperse tra le sabbie del deserto, tra i campi minati, che causarono ferite e provocarono la morte di sei suoi aiutanti beduini. Caccia Dominioni, inoltre, viene ricordato come ingegnere ed architetto, quale progettista e costruttore del monumento ottagonale eretto nel 1959 per dare vita al sacrario militare italiano, dove sono state trasferite le spoglie dei dispersi fino allora sepolti nel piccolo cimitero di »Quota 33», la piccola duna che fu protagonista di lunghi, sanguinosi e alterni combattimenti.

A destra, Ciampi consegna la medaglia al valor militare alla vedova di Paolo Caccia Dominioni

Ciampi a El Alamein: A nessuno mancò il valore

da ana.it,

Mancò la fortuna, non il valore. Ripercorrendo quel percorso ideale che parte da San Martino e Solferino e attraversa i periodi salienti della nostra storia di popolo, passando da Cefalonia e Tambov, alle Fosse Ardeatine, il presidente della Repubblica Ciampi ha reso omaggio ai 43mila soldati italiani caduti nelle tre epiche battaglie di El Alamein, nel Nord Africa, tra il luglio e il novembre del 1942. Con i soldati dell’Afrika Korps agli ordini del maresciallo Rommel, c’erano i paracadutisti della divisione Folgore, le divisioni di fanteria Trento, Trieste, Bologna, Brescia e Pavia, le divisioni corazzate Littorio e Ariete.

In tutto 105mila uomini, con 490 carrarmati (quelli italiani vere e proprie scatole di latta) 119 autoblindo e 340 aerei. Di fronte avevano i 196mila uomini del maresciallo Montgomery, con oltre mille carrarmati, 435 autoblindo e 973 aerei.

Uno scontro impari, combattuto dai nostri soldati con estremo valore, riconosciuto sia dagli alleati che dagli avversari. I nostri soldati fecero onore alla divisa che indossavano e alla Bandiera. Non furono secondi a nessuno.

A El Alamein Ciampi ha presenziato alla solenne celebrazione in onore dei Caduti, con le delegazioni degli altri Paesi i cui soldati si trovavano da una parte o dall’altra del fronte africano: il duca di Kent, per l’Inghilterra, e poi rappresentanze francesi, australiane, neozelandesi, greche, scozzesi. Ciampi ha conferito la Medaglia d’Oro al Valore dell’Esercito alla memoria del colonnello Paolo Caccia Dominioni, alpino, che a El Alamein comandava il 31º battaglione guastatori del genio e che al termine della guerra, passò quasi ininterrottamente dieci anni, dal ’48 al ’58, a recuperare i resti dei nostri soldati e alla costruzione del sacrario dei Caduti italiani.

Un lavoro rischioso, per le mine disseminate nel deserto e i proiettili ancora inesplosi ha ricordato la vedova di Caccia Dominioni, contessa Elena, parlando con il presidente della Repubblica dopo che questi le aveva appuntato la medaglia d’Oro del marito ma anche difficile, perché, a differenza degli altri soldati, gli italiani non avevano la piastrina di riconoscimento di ferro ma di cartone, e il nome scritto a penna, illeggibile dopo tanto tempo.

Centinaia gli italiani delle varie associazioni d’Arma (c’era anche una delegazione di alpini, della sezione di Como, in rappresentanza dell’ANA) ed ex combattenti giunti da ogni parte del mondo per questa rievocazione.

Vicino a noi un’altura che a malapena si nota, Quota 33 ha detto il presidente della Repubblica ogni duna, ogni metro di deserto furono contesi. Voi combatteste con eroismo, con l’onore delle armi. A nessuno mancò il valore . E rivolgendosi ai nostri reduci: Ho la vostra età ha detto Ciampi Classe 1920. Tanti compagni d’armi, tanti amici della mia gioventù non sono tornati Ma ha espresso fiducia, quando ha ricordato che su queste dune si affrontò la miglior gioventù dei nostri popoli, quella stessa generazione che ha poi saputo cambiare
il mondo profondamente, seguendo lo stesso cammino di collaborazione e di pace.

Ciampi non ha dimenticato 134 ascari libici che caddero a fianco degli italiani: nel piccolo rettangolo di terra in cui sono composti i loro resti, il presidente ha deposto una corona.
Poi il momento di raccoglimento, mentre un picchetto di marinai rendeva gli onori e in cielo passavano presino lasciando la loro bella scia le nostre Frecce Tricolori, la pattuglia acrobatica dell’Aeronautica italiana.

Unica nota stonata, un momento di attrito fra il ministro della Difesa Martino e gli stessi reduci con il ministro per gli italiani all’Estero Mirko Tremaglia, quando Martino ha detto di voler onorare tutti gli italiani caduti in questa battaglia anche se combattevano dalla parte sbagliata. Tremaglia ha replicato che chiunque combatta per la Patria persegue una causa giusta, senza distinzioni , ricevendo un caloroso applauso da parte dei reduci. Uno dei quali, al termine della cerimonia, si è avvicinato a Ciampi stringendo una bandiera: il presidente l’ha impugnata a sua volta e ha intonato l’inno nazionale, seguito da tutti.

Quel canto, consegnato al vento, si è diffuso sulle dune che ancor oggi coprono tanti nostri soldati, e si è perso nel deserto.

Foto di Roberto Dovesi

di T. Col. Pil. Maurizio de Rinaldis
da “Circolo della PAN” – Notiziario riservato ai Soci del Circolo della Pattuglia Acrobatica Nazionale, anno 3 – n° 6 – 1/12/2002 – pag. 1

[…] Una particolare nota di riguardo va poi al sorvolo effettuato sul monumento ai caduti ad El Alamein, nello scorso Ottobre. Non nascondo l’emozione, ed anche il velo di commozione, che ci ha invaso tutti durante l’effettuazione di quell’evento dedicato a coloro che avevano combattuto per la loro, e nostra Patria. Dopo la battaglia molti di loro sono rimasti li per tutti questi anni, quasi ad aspettare forse proprio questo: un lunghissimo drappo tricolore disteso sul deserto per chilometri e chilometri, la bandiera che avevano difeso ed onorato fino al sacrificio estremo! […]

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