Ultimo aggiornamento: 7 Settembre 2021

Ritornano alla «Giornata» di Aviano i «G-91» della Pattuglia acrobatica

Anche quest'anno un fulcro di interesse per la manifestazione aviatoria

Oltre alla formazione migliore d' Europa, l'Aeronautica militare italiana presenterà altri velivoli - Grande attesa anche per l'esibizione del «Vulcan», il primo «jet-bombardiere» con le ali a delta

da Il Piccolo, anno 87, n° 6676, 19 luglio 1968, p. 9

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Aviano, 18

Come in passato, anche quest’anno le «Frecce tricolori», cioè la pattuglia acrobatica nazionale, sarà al centro del grande carosello aereo e una larga partecipazione di aviogetti rappresenteranno l’Aeronautica militare tanto all’attività di volo quanto alla mostra a terra, durante l’annuale manifestazione aviatoria in programma alla base NATO di Aviano domenica 28.

La pattuglia, certamente la miglior formazione europea, ha nel suo repertorio il «programma alto» con nove velivoli, che viene attuato quando l’altezza delle nubi è superiore a tremila metri e quello «basso», con lo stesso numero di aviogetti, che si sviluppa orizzontalmente e che permette alla formazione di operare con nubi basse e con scarsa visibilità. Il programma che la pattuglia presenta esprime il grado di addestramento dei piloti attraverso una sequenza di manovre verticali e orizzontali di effetto spettacolare, con finezze stilistiche e tecniche di alto valore, il superamento delle quali ha comportato un lavoro paziente e continuo di mesi.

Compongono la pattuglia delle «Frecce tricolori» il comandante e supervisore all’addestramento magg. Vittorio Cumin, il capo formazione cap. Danilo Franzoi, i «gregari di destra» cap. Giampaolo Schievano, ten. Alessandro Pettarin, maresciallo Luigi Linguini e serg magg. Massimo Montanari, i «gregari di sinistra» cap. Paolo Barberis, cap. Vittorio Zardo, ten. Valentino Jansa e serg. magg. Pietro Purpura, i «solisti» cap. G. Battista Zanazzo e cap. Renato Ferrazzutti, i «fanalini» maresciallo Ennio Anticoli e maresciallo Giancarlo Bonollo.

La formazione è dotata del «G.-91», un «caccia» tattico leggero adottato da diversi Paesi dell’Alleanza atlantica; modifiche apportate alle attrezzature di bordo lo rendono particolarmente adatto quale velivolo per formazioni acrobatiche pur mantenendo inalterate le caratteristiche essenziali, ma ponendo in risalto le sue doti di maneggevolezza e docilità ai comandi.

All’attività di volo interverranno anche quattro «F-104 Starfighter», quattro caccia ogni-tempo «F 86 K», quattro caccia «F-84 F», quattro caccia tattici leggeri «G-91» e due caccia – ricognitori «RF-84F». Particolarmente attese le dimostrazioni del cap. Riccardo Peracchi con l’aviogetto da addestramento Macchi «MB-326» e del col. Adriano Mantelli con un aliante in dotazione all’aeronautica militare.

Nutrita e qualificata anche la partecipazione dell’ Aeronautica militare alla mostra statica: saranno esposti al pubblico diversi tipi di aviogetti e aerei convenzionali, tra i quali figurano l’intercettore «F-104», il caccia tattico «G-91», il ricognitore «RF 84 F», il caccia «F-84», il caccia da addestramento «MB-326» e un missile contraereo «Nike». Saranno presenti anche un «P-166» da collegamento, un «C-45» da trasporto, un «SA-16» del centro soccorso aereo e un aliante; e non mancheranno alcuni prototipi di aerei usati durante la prima guerra mondiale e anche prima, che dimostreranno il progresso raggiunto in poco più di mezzo secolo dalla aviazione.

Dopo un’assenza di cinque anni, anche la Royal Air Force britannica si ripresenta alla parata aerea di Aviano: l’aviazione militare britannica prese parte, infatti, alla rassegna del 1963 con un aviogetto da bombardamento «Vulcan», che partito da Malta effettuò alcuni passaggi sopra l’aeroporto, simulando un atterraggio, per poi fare ritorno alla base di partenza.

Un prototipo dello stesso velivolo interverrà alla manifestazione di quest’anno: gli organizzatori della parata hanno potuto ottenere che il «Vulcan» partecipasse sia alla mostra a terra che all’attività di volo. Il bombardiere sarà esposto al pubblico, che potrà cosi osservare da vicino per la prima volta le particolari caratteristiche dell’aviogetto, durante l’intera mattinata. Poco prima dell’inizio del carosello aereo, che comincerà a mezzogiorno in punto, decollerà per intervenire all’«air-show» vero e proprio.

L’aereo Vulcan è stato il primo grosso aviogetto da bombardamento costruito con le ali a delta: è in dotazione al «Bomber command» della Royal Air Force dal mese di luglio del 1957. Queste le sue principali caratteristiche: lunghezza metri 20,57, apertura alare 30,18, altezza 8,7; spinto da quattro turbine Bristol Siddeley Olympus, il Vulcan è in grado di operare ad altezze superiori ai 16 mila metri e a una velocità molto vicina a quella del suono. È dotato della attrezzatura per il rifornimento in volo e il suo equipaggio è formato da cinque uomini; la forma delle ali a delta lo rendono particolarmente adatto per il trasporto di grandi carichi a grandi altezze, con ampia autonomia e a una veloictà appena al di sotto di quella del suono.

Gli appassionati d’aviazione ricordano ancora la grande parata del 1963, nella quale si esibirono le «Frecce tricolori» e la pattuglia acrobatica statunitense «Thunderbirds». Quella di cinque anni fa fu forse la più entusiasmante edizione dell’ormai tradizionale rassegna aviatoria, e la partecipazione del «Vulcan», che per la prima volta si presentava alla manifestazione, risultò una delle fasi più interessanti e particolari del programma.

Ad aviano in terra e nel cielo i velivoli hanno dato spettacolo

Gran successo della tradizionale parata aerea in occasione del «NATO day»

La classica «bomba a nove» delle «Frecce Tricolori» ha concluso la manifestazione - Nella mostra statica le armi migliori in dotazione, compreso pure un missile «Nike»

di Fabio Pagan
da Il Piccolo del lunedì, anno 85, n° 190, 29 luglio 1968, p. 3

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Aviano, 28

Una bella giornata di sole, appena offuscata qua e là da qualche nuvola, ha fatto da contorno all’annuale parata aerea svoltasi alla base USAF di Aviano in occasione del «NATO Day»: una festa di suoni e di colori, di aerei rombanti nell’aria e di piloti coraggiosi, un’atmosfera di genuino entusiasmo da parte e decine di migliaia di persone accorse da ogni parte della regione.

Come ogni anno, la manifestazione ha avuto due volti, e cioè la mostra statica e la parata aerea. Pezzo d’eccezione della giornata — cui hanno partecipato Stati Uniti, Granbretagna, Belgio, Turchia e Italia – è certo stata la presenza del Vulcan, il formidabile bombardiere del «Bomber Command» della Royal Air Force che ha così fatto il suo ritorno ad Aviano dopo cinque anni. Assai ammirata la bianca e snella sagoma del missile antiaereo Nike Hercules della nostra Aeronautica e quella scura del Sergeant americano.

Tutto intorno, le dinamiche tture dei più bei mezzi oggi in dotazione ai Paesi del Patto Atlantico, dall’ormai vecchio ma sempre valido F-100 all’F-104 Starfighter più simile a un missile che a un aereo, dai possenti F-4D Phantom capaci di sfiorare i 1000 chilometri orari agli enormi aerei da trasporto C-124 e C-130.

Dopo l’apertura dei cancelli dell’aeroporto, per oltre due ore si sono svolte una serie di dimostrazioni da parte di elicotteri HH-43 e CH-43, una esercitazione antincendio che ha visto la partecipazione di un elicottero dei vigili del fuoco, una esercitazione anticarro di bersaglieri della Divisione Ariete e una serie di concerti musicali da parte della fanfara dell’8.o Reggimento Bersaglieri, della banda della 17.a Forza aerea e di quella dell’Esercito americano di istanza a Vicenza.

Dopo il decollo di aviogetti americani e tedeschi — questi ultimi gli F-104 della Luftwaffe tristemente noti per la lunga serie di incidenti — e il passaggio a bassa quota di due RF-84F della nostra Aeronautica che hanno scattato una serie di fotografie della base, è seguita la tradizionale esibizione acrobatica del col. Mantelli a bordo del suo aliante. Una volta portato in quota, il piccolo e silenzioso aereo ha inanellato giri su giri nell’azzurro del cielo, portando agli applausi il pubblico durante i volteggi compiuti a poche decine di metri dal suolo.

Dal silenzio dei «puri» dell’aria al rombo degli aviogetti, senza soluzione di continuità. Gli elementi F-100, F-102 e F-104 si sono lanciati in una serie di rapidi passaggi sul campo seguiti col naso all’insù dagli spettatori, che poco dopo dovranno subire il tormento degli assordanti post-bruciatori dei Phantom, avventatisi come bisonti nel cielo della base. Quindi, il fragoroso e spettacolare «decollo corto» dell’aviogetto da addestramento T-33 assistito da razzi JATO.

Per la prima volta presenti ad Aviano, sono poi decollati i quattro F-5 della formazione acrobatica turca che si è esibita in una serie di eleganti acrobazie, cordialmente salutate dal pubblico. Pulita la loro prestazione, con gli aerei ravvicinatissimi i (2 metri separavano un’ala dal’altra) lanciati nell’aria in «looping» e passaggi in formazione.

Maestosa l’esibizione del Vulcan: con i suoi 30 metri di lunghezza e di apertura alare che rendono simile ad una enorme mantide, il possente bombardiere britannico ha dato una prova difficilmente dimenticabile di potenza e manovrabilità.

Come difficilmente dimenticabili saranno gli strepitosi passaggi dell’F-104 belga del cap. Jacobs, che ha ripetuto qui ad Aviano il programma che un mese or sono aveva già entusiasmato il pubblico torinese del terzo Salone aerospaziale. Dopo una serie di spettacolari e velocissime acrobazie, l’aviogetto della Reale Aviazione belga si è esibito infatti in un paio di «touch and go» (tocca e vai) sulla pista, subito seguiti da un lento «tonneau» a bassissima quota. Semplicemente formidabile, anche tenendo conto delle caratteristiche dell’aereo.

È toccato poi all’MB-326 del col. Riccardo Peracchi — uno dei migliori piloti dell’alta acrobazia —di portare il pubblico in visibilio con la sua splendida perizia e la estrema manovrabilità del suo mezzo.

E infine il decollo della nostra prestigiosa pattuglia acrobatica. Come ogni anno, le «Frecce tricolori» hanno ancora una volta stupito con la precisione delle loro evoluzioni in formazione e gli arditi «assolo». Il cielo — ormai rasserenatosi — ha permesso loro di fare sfoggio di tutte le risorse, esibendosi nel «programma alto» al completo con l’uso di undici G-91. «Looping» e «tonneau», cambi di formazione e precisi disegni nel cielo con le bianche scie, sono poi sfociate nella splendida esecuzione della «bomba a nove» con il successivo passaggio a volo radente degli aerei incrociantisi su quattro quote diverse.

Di nuovo riunitesi in formazione, le «Frecce tricolori» hanno concluso nel modo migliore questa bella giornata aviatoria colorando di bianco, rosso e verde il cielo con le loro scie di fumo.

di Sergio Mecchia,
da Interconair | Aviazione – Marina, vol. VII, anno VIII, n° 49, settembre 1968, p. 12

(dal nostro corrispondente) Anche quest’anno la tradizionale giornata di Aviano si è puntualmente rinnovata domenica 28 luglio, in occasione del NATO Day.

Il programma, assai nutrito per la partecipazione di ben 6 nazioni, prevedeva interessanti dimostrazioni sin dal mattino. Già i primi visitatori venivano accolti dal lacerante ululato degli STARFIGHTER della Luftwaffe, primi a levarsi in volo per una serie di passaggi ed evoluzioni a bassa quota. Evoluzioni ed esercitazioni di salvataggio eseguite da elicotteri CH-34A e HH-43B, una esercitazione anticarro eseguita dai bersaglieri della Divisione ARIETE ed una dimostrazione antincendio da parte di uno HUSKIE in cooperazione con una squadra di pompieri contribuivano a distogliere l’attenzione del pubblico dalla mostra statica.

Allo Static Display erano rappresentate quattro nazioni: Stati Uniti, Gran Bretagna, Turchia ed Italia. Numerosi i velivoli esposti, anche se due sole erano le novità assolute: su tutti giganteggiava l’enorme mole del Lockheed C-141A STARLIFTER, temporaneo colosso del MAC, sorpresa doppiamente gradita perchè non areannunciata. Di contrappunto la seconda novità era costituita dal piccolo, aggressivo Northrop F-5A in dotazione alla pattuglia acrobatica turca, unico aereo in servizio nell’Hava KuvvetIeri presente. L’U.S.A.F. esponeva inoltre un vecchio C-54A SKYMASTER, un C-124C GLOBE-MASTER. un C-130E HERCULES nella sua indovinata colorazione mimetica, un C-131A SAMARITAN sanitario, un T-33, un F-100D SUPERSABRE con il consueto « armamento array », un F-102A DELTA DAGGER ed un ammiratissimo, truculento F-4D PHANTOM II, nonchè un elicottero HH-43B HUSKIE e due motori Allison J-33 e P&W J-57. L’U.S. Army era presente con i missili Douglas MGR-1B HONEST JOHN, ormai in via di radiazione, e Martin MGM-1A PERSHING e da due elicotteri CH-34 CHOCTAW.

L’AMI presentava il suo coloratissimo HU-16A ALBATROSS, un vecchio C-45 EXPEDITOR, gli aviogetti RF-84F THUNDERFLASH, F-86K SABRE, MB. 326, FIAT G. 91R-1A, da anni il beniamino della mostra, letteralmente sommerso dai visitatori, ed F-104G STARFIGHTER, fatto segno ad una attenzione tutta particolare: la sua linea purissima non finisce mai di stupire ed affascinare. Un NIKE-HERCULES della 1″ A.B. Intercettori Teleguidati ed un aliante Canguro del Centro VV. completavano il quadro. Allineati in bell’ordine anche alcuni mezzi corazzati dell’Esercito, quali gli M-24, M-47, M-60, M-74 ed M-113, affiancati da un cannone senza rinculo da 106 mm montato su Jeep ed un mortaio da 120 mm. Ultimo, ma non ultimo per importanza, il mastodontico Avro VULCAN B. 2 della RAF, confinato per ragioni logistiche (lo stesso aereo sarà poi presentato in volo) in fondo alla mostra, ai margini della zona riservata al pubblico. Già presente all’Air Show del 1963, si tratterà di un felicissimo ritorno: la sua esibizione rappresenterà uno dei pezzi forti della parata aerea.

Poco dopo le 12 l’esecuzione da parte della 49a banda americana della SETAF e della fanfara dell’8° Rgt. Bersaglieri degli inni nazionali americano ed italiano apriva ufficialmente la manifestazione. Come ormai consuetudine l’attività di volo era aperta dal passaggio di due RF-84F della 3a A.B., che effettuavano una ripresa fotografica del campo.

Toccava quindi al Ten. Col. Guido Monaco, comandante il Centro Volo a Vela di Guidonia. Involatosi col suo Branik al traino di un fiammante SIA, Marchetti S.208, il successore-amico dell’indimenticabile Mantelli dava inizio ad una fittissima serie di figure acrobatiche, eseguite con grande perizia fino alle quote minime, sottolineate da vistose fumate tricolori.

Non si erano ancora spenti gli applausi all’indirizzo del Col. Monaco che iniziava sul campo la furibonda « stampede » dei passaggi dei reattori precedentemente decollati cui si erano unite squadriglie di RF-84F della A.B., F-86K del 51° Stm., G. 91R del 7° ed F-104G del 5°, decollati invece dalle rispettive basi. Notevoli passaggi a tutto post-bruciatore dei PHANTOM ed a volo radente dei G.91 ed F-104G Italiani.

Con i passaggi in formazione degli aviogetti da caccia la manifestazione entrava nel vivo del programma. Con il breve intermezzo del decollo di un T-33A assistito da unità JATO, si passava alla esibizione della pattuglia acrobatica turca. Montati su F-5A, i suoi quattro elementi hanno eseguito in tutta modestia un onesto programma, privo di figure spettacolari, ma pulito e completo.

Era poi la volta del VULCAN, una delle vedettes della giornata. Simile in tutto e per tutto ad una gigantesca manta, il maestoso velivolo inanellava docilmente tutta una serie di evoluzioni degne di un caccia, culminate con un sensazionale touch and go, fra lo stupore attonito del pubblico.

Ma le emozioni per il pubblico erano appena agli inizi. Era giunto il turno di due piloti eccezionali, che hanno ben pochi eguali al mondo: primo a decollare era l’F-104G del Cap. François Jacobs che ha sostituito il più celebre e sfortunato Col. Ongena nel compito di rappresentare la Force Aérienne Belge nei meetings internazionali. Chi non ha mai avuto la fortuna di assistere ad una esibizione di questo pilota, non può nemmeno lontanamente immaginare che cosa egli riesca a fare con il suo aereo. Dopo una sua esibizione non si riesce più a capire perchè questo aereo abbia tale fama di macchina difficile (e sinistra…). Citeremo per tutte un’incredibile manovra, ripetuta più volte, di touch and go, seguita da un tonneau lento a bassissima quota.

Pubblico in visibilio ed un attimo dopo era già in volo il rosso MB. 326 di Riccardo Peracchi. Pur pilotando un velivolo per molti versi meno spettacolare e più facile del collega belga, il pilota italiano ha saputo stupire anche chi da anni lo conosce per l’audacia, la spericolatezza delle sue figure, al limite della fantasia, della resistenza umana e della macchina. Le schneider ed i looping negativi, le cadute in vite e le scivolate di coda, un atterraggio preceduto da due loopings e con un aereo a spasso per la pista come un ubriaco fanno parte di un bagaglio tecnico personale esclusivo e difficilmente imitabile.

Un discorso a parte merita la Pattuglia Acrobatica Nazionale cui per tradizione qui ad Aviano spetta la chiusura della manifestazione. Lo standard elevatissimo cui gli uomini del Cap. Franzoi ci hanno abituato rende difficile l’esprimere un giudizio sereno ed obbiettivo sul loro operato, soprattutto in mancanza di un’altra pattuglia come pietra di paragone (il team turco non può ancora costituire un valido test).

La solita esecuzione impeccabile, con un programma a undici elementi, lineare, senza pause o tempi morti, dal decollo in formazione completa alla bomba, dal sempre pittoresco, entusiasmante passaggio finale con carrello fuori e fumata tricolore all’atterraggio.

Rispetto alla PAN edizione 1967 proprio questa è la grande differenza: un programma denso e scorrevole, molto più coreografico per l’abbondanza delle fumate e per l’impiego di due solisti, anche se quest’ultima parte rammenta troppo da vicino certe pattuglie d’oltre oceano, per gli strettissimi incroci a grande velocità e l’esecuzione di una delle più tipiche figure americane, l’asso, da noi prontamente ribattezzato sandwich.

Per concludere, un doveroso accenno ed un sincero grazie alla perfetta organizzazione ed alla calorosa accoglienza e squisita cortesia degli ospiti americani del 40th Tactical Group: tutti piccoli particolari di enorme importanza, che contribuiscono non poco al continuo e crescen-te successo di questa manifestazione.

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