Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre 2024

Westover, 23 luglio - Sondrestrom, 28 luglio 1992

da Carlo Baron, Con le Frecce sempre in testa, Udine, 2013

Molte volte c’è stato chiesto dove e quando era nato l”ALOHA” l’espressione che i ragazzi dele Frecce Tricolori sono soliti gridare in determinate occasioni quali brindisi augurali, saluti di commiato, sfoghi di felicità ed altre situazioni più o meno goliardiche. Quell’urlo sostituisce in sostanza l’abituale “hip, hip, hip, hurra” e talvolta  l’aeronautico “gheregheghez” che rimane tuttavia lo storico saluto degli aviatori nalla rimonie ufficiali. Ecco come e dove ha avuto i natali quell’urlo.

Tour “USA-Canada – Columbus 92”. Provenienti da Atlantic City, eravarmo atterrati a Westover nel Massachusettes, una cittadina poco distante da Springtield località famosa per la Basketball Hall of Fame, l’edificio che ricorda i più grandi personaggi mondiali di quello sport nato proprio qui nel 1891 grazie ad un certo signor Naismith. La base di rischiaramento dove avremmo effettuato gi ultimi voli prima di prendere la strada di casa era grande quanto un paese. Era uno degi aeroporti di riserva per l’atterraggio dello Space Shuttle ed al suo interno c’era tutto, ma proprio tutto.

Gli organizzatori della manifestazione ci avevano accolto con molta cordialità informandoci che, per il giorno dopo, la “scaletta” del loro programma prevedeva la nostra presenza ad uno spettacolo musicale. Quella sera c’eravamo trovati davanti ad un piccolo teatro ed entrando eravarmo terrorizzati pensando che, per farci cosa gradita, da un momento all’altro comparisse uno pseudo tenore italo-americano di mezza età, capelli tinti e pancia prominente.

Gia lo vedevamo sgolarsi cantando “Mamma”, “O sole mio”, “Finiculi funiculà” per terminare con “Nel blu dipinto di blu” ed il classico invito a fare il coro del ritornello… “Voo ooolare oh oh cantare oh, oh, oh, oh… all togheter, tutti insieme dai!!”.
Fortunatamente, invece, il proqramma era ben diverso!

Buio in sala!

Ad un certo punto le luci si erano accesee sul palco, preceduti dal suono degh ukulele si erano riversati dei fustacchioni a torso nudo che avevano suscitato in noi certamente meno entusiasmo delle ragazze polinesiane con le minigonne di paglia che li avevano seguiti. A dire il vero, alcune erano un po’ in carne ma, dopo oltre un mese di lontananza da casa, non potevamo certo stare a ‘”guardà er capello'”‘ per cui l’ovazione era dedicata anche a loro. Lo spettacolo, tutto di canti e balli hawaiani era stato molto coinvolgente ed al termine la compagnia ci aveva salutato continuando a ripetere “ALOHA, ALOHA, ALOHA'” invitandoci a salire sul palco.

Riccardo Rinaldi e Gigi Fiore, accompagnati da alcuni specialisti, avevano accettatto l’invito e mescolandosi agli artisti si erano esibiti senza pudore alcuno divertendosi a cantare e a ballare, o meglio, a muovere il sedere ”stile hula hoop”. Mitici!

Da quella sera l’espressione “ALOHA” era diventata il nostro buongiorno, buonasera, ciao e la ripetevamo ogni volta che ci s’incontrava.

I due previsti voli di manifestazione erano stati molto buoni ed a termine di quello della domenica tutto il personale si era radunato in linea di volo per festeggiare il maresciallo Andrighettoni che, al nostro ritorno a Rivolto, sarebbe andato in pensione. Persona esemplare, seria, educata, instancabile, propositiva, dotata di un’eccellente preparazione professionale, il grande Arturo, che le Frecce Tricolori si onorano di aver avuto nel proprio organico, avrebbe lasciato un vuoto difficilmente colmabile.

L’eredità di tutti i fuoriclasse.

Il giorno dopo avevamo lasciato Westover con destinazione Goose Bay dove in poche ore era stata ripristinata la configurazione da “trasvolata” dei velivoli, quella cioè con i serbatoi subalari da 330 litri e queli cilindrici di estremità da 510. La prossima tappa, dopo aver sorvolato per l’ultima volta e con un pizzico di nostalgia gli splendidi boschi canadesi, avrebbe dovuto essere Frobisher Bay.

Un’accurata gestione del volo, agevolata da favorevoli condizioni metereologiche, aveva però consentito alla formaziorne di atterrare direttamente a Sondrestrom evitando in tal modo lo stop previsto in quella base sull’isola di Baffin.

All’arrivo solito programma: controllo accurato dei velivoli, rifornimenti e poi tutti a cena al termine della quale ci aveva sorpreso la comparsa di una bella torta che non sapevamo da chi fosse stata ordinata. La nostra curiosità era stata però subito soddisfatta. Era il 28 luglio ed il generale Tonini, nostro capo missione, aveva voluto festeggiare il suo compleanno. Il dolce era stato tagliato tra gli applausi di prammatica e ci preparavamno quindi a brindare con il consueto grido aerornautico “Gheregheghez, ghez, ghez, ghez” perché il “Tanti auguri a te, tanti auguri a te, mille giorni felici” non ci sembrava molto adatto al festeggiato.

Piergiorgio Accorsi però, che come tanti altri aveva probabilmente ancora negli occhi le gambotte delle ballerine hawaiane di Westover, era salito all’improvviso su di una sedia. Dopo essersi come al solito schiarito l’ugola con un paio di “Ehmmmm! Ehmmmm! Ehmmmmaaaa!” aveva cominciato ad urlare “ALOOOOOHA” e noi, pur sorpresi da quella novità, c’eravamo uniti di buon grado al suo grido ripetendo quella parola per tre volte.

All’ultima di queste il “nonno”, che sembrava intenzionato a spendere tutto il fiato che aveva in corpo, era ruscito a mantenere la “A” finale per diversi secondi e quando aveva finalmente smesso, una voce si era alzata per dire con forza “e che c…” quasi a voler sottolineare l’eccezionale performance tenorile del baffuto “addetto all’addestramento”. Il grido alora era stato cosi “ridisegnato” “ALOOOHA….. ALOOOHA….. ALOOOHAAAAAA…. C…ZZO!!!” per ovvi motivi, in situazioni ufficiali o quasi, avrebbe dovuto perdere quella sua “C” iniziale.

Ufficialmente era nato così per caso, questo nostro urlo concepito forse inconsciamente a Westover e partorito in una profonda insenatura della Groenlandia. Nessurn riferimento storico. Niente di eccezionale da tramandare ai posteri. Se qualcuno pertanto mi sentisse un giorno raccontare che quella “”nascita” era stata cosi importante da far comparire una cometa sulle baracche dove stavamo dormendo, faccia pure finta di credermi. Se dovessi però continuare dicendo che tre strani personaggi con il turbante, a dorso di cammello, che si erano persi in mezzo al fiordo per seguire quella stella erano stati bloccati dalla polizia locale per accertamenti perché trovati in possesso di oro, incenso e mirra, sarò grato a chi mi nasconderà le chiavi dell’automobile. L’alcool test non fa sconti a nessuno’

Personalmente, mi fa piacere che i ragazzi della nuova generazione di Frecce abbiano mantenuto nel tempo l'”ALOHA” per sottolineare i loro momenti di felicità. Chissà se un giorno non lontano, indossando la scomoda tuta MK10 arancione o la “Sacconi” verdina e più in stile. potranno anche loro sfiorare, a bordo dei propri velivoli, le pareti del fiordo che conduce alla pista d’atterraggio di Sondrestrom. Stanchi e sudati entreranno forse in quella stanzetta e la loro presenza, tra quelle pareti su cui tanti anni fa era andato a sbattere quel nostro urlo, sarà la testimonianza che un sogno si sta finalmente avverando, l’America!!! Signifidiera che anche i “nipotini” sono sulla strada che li porterà a vivere l’esperienza indimenticabile ed impagabile già vissuta dei loro “nonni”, un’esperienza che li accompagnera poi per tutta la vita.

Penso che da un punto di vista umano e professionale non possa esserci augurio migliore. Auguri ragazzi anzi “ALOHA…..AZZO”!!

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