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A colloquio con il senese Alessandro Fiaschi, l'unico toscano nella pattuglia acrobatica nazionale delle Frecce tricolori, che ci racconta come ha fatto ad entrare nella famosa squadriglia.

di Lorella Pellis
da Toscana Oggi, n. 27 del 14 luglio 2002 [ fonte ]

Dagli aculei alle frecce il passo è breve. Sarà per questo che Alessandro Fiaschi, senese dell’Istrice, è da otto anni, unico toscano, nella pattuglia acrobatica nazionale. Volare è il suo mestiere da quando, nel 1988, entrò nell’Accademia di Aeronautica con il 103° corso allievi ufficiali piloti di complemento, e l’aria è diventata la sua seconda casa. Il settimo cielo, però, l’ha raggiunto qualche giorno fa, quando al Palio di luglio la sua contrada volava per la seconda volta in due anni verso la vittoria, guadagnata in extremis con un’ultima acrobazia di Deh su Ugo Sancez.

Ma Alessandro, con i suoi gradi di capitano, un proprio palio lo corre tutte le volte che deve volare con le Frecce tricolori, dieci come i cavalli al canape, indicate – guarda caso – con un nome equino, «pony». Un palio insolito, dove si deve vincere tutti assieme, ma dove non per questo è richiesto minor impegno e coraggio. Nella formazione titolare Fiaschi è il «pony 6» e riveste il ruolo di «primo fanalino», ovvero leader della seconda sezione: fa cioè il gregario quando la formazione è tutta insieme e il leader (punto di riferimento) per alcuni gregari quando la formazione è separata e mentre vengono eseguite le manovre per «fare disegni» nel cielo.

«Per diventare pilota delle Frecce Tricolori – racconta l’aviatore senese – bisogna essere un pilota dell’Aeronautica militare assegnato a reparti da Caccia e fare un periodo di almeno quattro anni di ferma volontaria in questi reparti. Poi, se le Frecce richiedono un pilota, si può fare domanda. La selezione vera e propria viene effettuata presso la base di Rivolto, vicino a Udine, dove i candidati restano un’intera settimana per prove teoriche e pratiche».

Alessandro, assegnato alla Pattuglia nel 1994, prende parte alle manifestazioni dall’anno successivo. Una vita dura e impegnativa, ma non può essere altrimenti se si vogliono mantenere certi livelli e contenere i rischi che pure fanno parte del mestiere. Sposato e padre di una bambina di quasi due anni, vive in Friuli, dove d’inverno lo raggiunge la famiglia, mentre d’estate, nei giorni liberi, è lui a fare la spola con Siena. «Nei mesi invernali – spiega – per allenarci voliamo due volte al giorno, mentre da maggio a settembre, visto che abbiamo una o due manifestazioni ogni fine settimana, l’allenamento viene ridotto alla prova il giorno prima di ogni impegno». La pattuglia italiana è, insieme a inglesi, francesi e spagnoli, tra quelle con maggiori tradizioni in Europa, ma rispetto a tutte le formazioni estere, comprese quelle extraeuropee, vola con un maggior numero di aerei, dieci. Il che vuol dire essere richiesti praticamente in tutto il mondo: «Siamo appena tornati – ci informa il capitano – dal Portogallo; il giorno di Ferragosto partiremo per Mosca. Quest’anno sono state programmate oltre 30 manifestazioni più i «sorvoli», cioè impegni ufficiali dove durante un passaggio viene disteso il drappo tricolore».

Esiste un programma ben preciso di acrobazie. Le manovre sono quelle che fa normalmente un pilota militare durante un volo normale, ma la difficoltà sta nel farle assieme con dieci aeroplani. Il diamante o rombo è la forma base della formazione, mentre il solista, che pilota il decimo aeroplano, si stacca dalla formazione e mette in mostra quelle che sono le possibilità della macchina. La parte coreografica si basa su fumi colorati. Gli aeroplani, completamente di fabbricazione italiana, hanno due serbatoi: in uno tutti i velivoli hanno i fumi bianchi, nell’altro tre più il solista li hanno bianchi, tre verdi e tre rossi.

In una vita così c’è naturalmente tanta passione, oltre che la spiccata fedeltà alla patria di chi non solo è militare, ma riesce a disegnare la bandiera nel cielo. Ma anche qualcosa in più: «La passione del volo –- spiega Fiaschi -– è una malattia, qualcosa che ti entra nel sangue e che ti porti dietro per sempre. È difficile parlare di emozioni. Quando sei in volo sono tante: ti senti sopra la materialità del terreno, sono sensazioni di divertimento, è gioia personale, interna. L’impegno in quei 25 minuti della manifestazione è però elevatissimo; siamo fortemente concentrati. L’attenzione è completamente rivolta al successo della esibizione e le emozioni si vivono meglio quando scendi a terra, magari in mezzo a un pubblico di 2-300 mila persone e diventi il loro beniamino». Quasi come ad aver vinto il Palio.

Tecnica, sicurezza e fantasia in cielo con le Frecce tricolori

di Antonio Fraschilla
da ricerca.repubblica.it, 3 agosto 2002 [ fonte ]

Un tricolore in volo sulla Toscana. Non fatto di stoffa ma di scarichi ad alta pressione rossi, bianchi e verdi. Che usciranno per due giorni dagli reattori degli MB 339cd delle Frecce tricolori, la pattuglia acrobatica italiana, fra le più famose e apprezzate al mondo.

La prima esibizione è prevista oggi a Cavo, frazione di Rio Marina (17.30; info 0585/962009) all’ Isola d’ Elba. Poi quei pazzi sulle loro macchine volanti si sposteranno all’ aeroporto di Ampugnano, vicino Siena, dove domani, alle 18, chiuderanno alla loro maniera il Siena air show 2002 (eventi dalle 15.30; info 0577/315956). In entrambi i casi la pattuglia raggiungerà la destinazione dall’ aeroporto militare di Grosseto.

Le Frecce tricolori tornano dopo qualche anno a volare in Toscana con i loro dieci velivoli – aerei di addestramento e all’ occorrenza cacciabombardieri leggeri – che ricameranno il cielo con emozionanti acrobazie. Fra i molti record della Pan, Pattuglia acrobatica nazionale, c’ è anche quello di essere l’ unica formazione al mondo capace di fare quel che fa – e non è roba da poco – con dieci aerei in volo, dimostrando l’altissimo livello tecnico e spettacolare raggiunto.

I programmi di volo delle Frecce sono costituiti da una precisa sequenza di manovre acrobatiche studiate in ogni minimo dettaglio per garantire la massima sicurezza sia dei piloti che degli spettatori.

Ad oggi sono più di duemila le manifestazioni alle quali hanno partecipato riscuotendo riconoscimenti in tutta Europa, ma anche in America, Canada, Medio Oriente e Nord Africa. Ovunque gli eredi delle mitiche pattuglie acrobatiche italiane degli anni Trenta, che avevano nomi affascinanti come Lancieri neri, Getti tonanti e Tigri bianche, si fanno apprezzare oltre che per qualità tecnica del loro volo anche per la innegabile, elevata fantasia.

E fra gli uomini che voleranno sulla Toscana, agli ordini del tenente colonnello De Rinaldis, c’è anche chi passerà sopra il tetto di casa, il capitano Alessandro Fiaschi, senese dell’Istrice che giusto a Ampugnano ha scoperto la sua vocazione al volo.

«Prima di arrivare nella Pan – spiega Fiaschi – sono stato quattro anni in un reparto di Tornado. Solo dopo aver affinato la tecnica nelle manovre mi sono guadagnato un posto nelle Frecce, dove si entra solo da volontari. Questo la dice lunga sull’importanza della motivazione personale che occorre per farne parte: il lavoro di gruppo, inclusa una ferrea preparazione fisico-psicologica, e l’amicizia che si crea tra i piloti sono elementi fondamentali sia per la riuscita delle manovre che per la sicurezza. È una esperienza che arricchisce professionalmente ma soprattutto dal punto umano, se mancasse la fiducia reciproca non potremmo fare nulla di quello che facciamo. Va da sé che questa vita ci impone di stare a lungo lontani dai nostri cari».

Imponenti le misure di sicurezza previste per evitare tragedie come quella recente in Ucraina. La presenza della Pan alle manifestazioni non è affatto scontata: tutte le volte le Frecce valutano con estrema attenzione le condizioni di sicurezza offerte e la loro conformità agli standard internazionali. Che prevedono distanze minime tra i velivoli e tra perimetro di volo e pubblico: non è possibile, per esempio, sorvolare gli spettatori, le traiettorie di volo devono essere parallele alle loro postazioni. Secondo un principio consolidato per le esibizioni sul territorio italiano, il pubblico vedrà gli aerei a non meno di 250 metri di distanza in linea orizzontale: gli aerei voleranno quindi nel lato opposto rispetto agli spettatori, in modo tale da rendere più agevole le eventuali manovre di emergenza.

Anche le prefetture sono state allertate: a Siena, ad esempio, saranno protette le stazioni militari e sarà vietato sorvolare il perimetro aereo dell’ Aeroporto di Ampugnano a qualsiasi velivolo che non partecipa all’ Air show. Carabinieri, polizia stradale e vigili urbani hanno attivato piani per la viabilità con lo scopo di evitare blocchi del traffico.

A Cavo sarà in funzione una navetta e impedito l’ accesso delle auto dalle 12 alle 24; da Siena consigliano percorsi alternativi per chi rientra dal mare.

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