Ultimo aggiornamento: 16 Maggio 2019

Roma, Fairford, Palermo, Luqa, Carrara, Radom, Zeltweg, Izmir sono soltanto alcune delle tappe toccate dalla Pattuglia Acrobatica Nazionale durante la stagione 2011, anno che è coinciso con il 50° anniversario dal primo volo

di Cap. Maria Schirripa
da Sicurezza del Volo, Anno LX, n° 290, marzo/aprile 2012, p. 18 e segg.

Un volo lungo cinquant’anni fatto di acrobazie aeree ai più alti livelli internazionali nei quali lo spettacolo e le emozioni non sono mai mancate.
Ma cosa fa di “dieci aeroplani un solo aeroplano; di nove piloti una sola anima?” (citazione del Gen. Gianfranco Da Forno Speaker della P.A.N. dal 1980 al 1990 nel servizio “50 anni di Frecce Tricolori”- RAI MED).
Chi sono le “Frecce Tricolori”? Chi fa parte del gruppo che detiene il record di pattuglia acrobatica più numerosa al mondo? Ian, Mirco, Fabio, Stefano, solo per citarne alcuni, sono tutti Ufficiali del Ruolo Naviganti provenienti dai Reparti Operativi dell’Aeronautica Militare con all’attivo un minino di ore di volo (circa 750) ed in possesso della qualifica di “Combat Ready”.
Hanno potuto far parte della Pattuglia Acrobatica Nazionale dopo essersi sottoposti ad una selezione che si svolge, di norma annualmente, all’interno della base di Rivolto. I candidati per la selezione 2011 hanno effettuato voli con i piloti esperti del gruppo, sostenuto prove scritte e colloqui con psicologi e selettori professionisti e frequentato il gruppo anche al di fuori dell’orario lavorativo affinché potessero essere ben comprese le caratteristiche psicologiche di ognuno di loro. Sono tutti compiti ed attività che hanno un’unica finalità: quella di scegliere una persona equilibrata, che abbia consapevolezza delle proprie capacità ed una elevata attitudine alla condivisione con il gruppo; una persona umile, matura e predisposta ad accettare la critica costruttiva nell’ottica del gruppo e del miglioramento perché “il miglior pilota non è necessariamente il miglior candidato per questo tipo di lavoro”.
Individui privi delle caratteristiche appena descritte non dovrebbero poter entrare a far parte della P.A.N. Il condizionale è d’obbligo perché, confessa il Comandante Lant, a volte è capitato che soggetti portatori di quella che lui definisce “personalità abrasiva” siano stati selezionati per far parte della pattuglia; una errata selezione (definibile come tale, purtroppo, solo ex post) può determinare, infatti, l’ingresso di personale non idoneo; problema rilevante e di difficile soluzione considerata anche la nota carenza di sostituti tra i piloti delle Frecce.
In questi casi, afferma il Comandante, è fondamentale esercitare una corretta azione di comando rivolta a “recuperare” il singolo affinché questi capisca che si lavora per il gruppo, che ciò che è essenziale in questo tipo di lavoro è il contributo di tutta la formazione.
Coerentemente con quello che è il pensiero dominante e condiviso, nella palazzina del 313° Gruppo volo si respira un clima molto sereno e tutto il suo personale è estremamente motivato al lavoro.
Gli standard relativi all’attività di volo (pianificazione, preparazione al volo, supervisione e controllo dell’attività, briefing e de-briefing), risultano molto elevati. I piloti svolgono un’attività regolare con una media equamente distribuita tra 200 e 250 ore annue ed i numerosi impegni a margine dell’attività di volo sono gestiti in modo tale da non far gravare il carico di lavoro sui piloti più giovani.
L’addestramento è l’elemento su cui vengono investite le maggiori risorse.
L’attività inizia in inverno, con un pilota “anziano” a bordo che detta le indicazioni e suggerisce consigli utili ai nuovi arrivati; si re e riportare puntualmente osservazioni e/o considerazioni sia relative al gruppo nel suo complesso che al singolo pilota, utilizzo dei filmati delle esibizioni (alcuni dei quali denominati “video da non ripetere”) commentati da tutto il personale navigante al rientro dalla missione stessa, elevata standardizzazione delle attività e uso della fraseologia standard per ottenere messaggi chiari e non ambigui, stretta aderenza alle S.O.P. (Standard Operating Procedures) e quanto altro aiuti a mantenere la Situational Awareness.
I venti minuti del programma acrobatico sono frutto del meticoloso lavoro che, sinteticamente, ho cercato di descrivervi, ma sono anche l’occasione per tutti gli appassionati di condividere valori e passione per il volo. Cosa consente di far diventare i venti minuti del programma acrobatico un ricordo indimenticabile per migliaia di persone? Cosa c’è dietro ad ogni spettacolo? Ma soprattutto, come si coniuga la spettacolarità delle manovre acrobatiche con la Sicurezza del Volo? Con estrema modestia, il Comandante Lant ha risposto che “la spettacolarità è negli occhi di chi guarda le esibizioni” perché, da un punto di vista strettamente tecnico, ogni esibizione si compone di manovre di volo che, pur se caratterizzate da elevatissimi livelli di difficoltà, si sono consolidate e tramandate nel tempo grazie all’esperienza di chi si è succeduto ed in funzione del programma acrobatico da realizzare, rispettando ogni standard ritenuto necessario per la corretta e soprattutto sicura riuscita dell’attività. Gli incidenti che hanno caratterizzato anche la vita della Pattuglia hanno costituito un momento di riflessione che ha fatto emergere la consapevolezza di quanto fosse necessaria una crescita dal punto di vista della sicurezza. Il rischio è un fattore con cui ciascuno deve fare i conti perché ogni attività ne ha una sua percentuale. La condotta di un velivolo impone l’esatta esecuzione di operazioni e manovre e, nelle fasi più critiche, il margine consentito per gli errori è limitato. Errori ed imprevisti sono, tuttavia, sempre possibili; l’importante è come vengono affrontati, risolti e metabolizzati affinché possano entrare a far parte del patrimonio di esperienza del gruppo.
L’unico modo di affrontare il rischio è quello di farlo in maniera professionale: è necessario considerarlo e valutarlo affinché ci si possa addestrare quanto più possibile nel compito che ad ognuno viene assegnato.
Il segreto di ogni volo è renderlo prevedibile, anticipare di qualche frazione di secondo quello che sta per succedere.
Per ridurre al minimo il livello di rischio, la pattuglia ha ben presente la direttiva ISV 13 “Misure di sicurezza del volo nelle manifestazioni aeree, sorvoli e mostre statiche” che ha disposto, tra le altre, l’aumento delle quote minime di volo, cambiato
l’asse di svolgimento delle figure, vietato il sorvolo del pubblico nonché l’effettuazione di manovre che prevedano incroci in cui alcuni dei velivoli siano diretti verso quest’ultimo, ampliato le separazioni ed allargati i raggi delle varie manovre per facilitarne l’esecuzione. Prescrizioni che la Pattuglia rispetta e fa rispettare anche grazie alla realizzazione di una propria apposita pubblicazione (il “Manuale di supporto per le Frecce Tricolori”) che rappresenta una guida per il personale militare e civile preposto all’organizzazione di una manifestazione. In tali occasioni, infatti, viene effettuata una costante valutazione della situazione ambientale in cui il gruppo si troverà ad operare e se i rischi sono talmente elevati da non consentire lo svolgimento in sicurezza dell’attività, la stessa non viene effettuata.
Non sono mancati casi nei quali l’attività richiesta alla pattuglia non è stata svolta oppure altri nei quali è stata modificata medio tempore; sarà noto a molti, in proposito, infatti, che le manovre acrobatiche realizzate della pattuglia consentono di comporre tre programmi diversi che cambiano con il variare delle condizioni meteorologiche (“completo”, con la base delle nuvole a circa 1200 m; “basso”, in cui vengono eliminate le figure a sviluppo verticale, qualora le nubi siano a circa 700 m; “piatto”, con nubi basse, sotto i 300 m, limitando l’esibizione a figure orizzontali). Quando le condizioni ambientali non consentono un certo tipo di attività, si “ripiega” verso un’altra più conservativa, più sicura.
L’attività in sicurezza è, infatti, oramai un requisito essenziale nella pianificazione e gestione di tutte le missioni della Forza Armata (non soltanto in quelle della P.A.N.) e delle attività svolte presso i RR.OO. che implicano un certo livello di rischio.
Il concetto della gestione del rischio rappresenta, infatti, un elemento di fondamentale importanza nella strategia gestionale dello strumento aereo.
Esso è la chiave di volta per massimizzare l’efficacia della missione e per mantenere elevato il livello di operatività. L’utilizzo di principi, tecniche e strumenti per una sua corretta gestione costituisce una strada irrinunciabile nel perseguimento dell’obiettivo del successo operativo, in quello del miglioramento della prestazione lavorativa e nell’identificazione di finestre di opportunità che consentano di ampliare le capacità in tutte le aree ed a tutti i livelli.
Concetti che sono ben chiari alle “ Frecce Tricolori “ che, infatti, effettuano una costante attività di Risk Management: giornalmente, attraverso le normali operazioni che riguardano tutta l’attività volativa del Gruppo, e prima di ogni manifestazione in funzione della quale viene effettuata un’accurata analisi del rischio. Non bisogna accettare rischi non necessari, quelli ai quali non corrisponde un commisurato ritorno in termini di reali benefici o ulteriori opportunità da sfruttare.
Impegno, passione, sacrificio ma anche meritate soddisfazioni: questa è, in sintesi, la Pattuglia Acrobatica Nazionale.
Udine o Codroipo?
Non sappiamo quale direzione o quale destinazione sceglieranno per il prossimo volo di addestramento; sappiamo, però, che sarà sicuramente un nuovo, grande successo.

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