(Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre 2019)

di Jan Slangen
da “Circolo della PAN” – Notiziario riservato ai Soci del Circolo della Pattuglia Acrobatica Nazionale, anno 18 – n° 31 – 01/10/2016 – pagg. 1 e segg.

Era il 2004 quando venni assegnato alle Frecce Tricolori, e già dai primi giorni capii che quanto mi apprestavo a vivere sarebbe stata un’esperienza unica e straordinaria, per tanti versi un sogno che diveniva realtà!

Il mio ringraziamento va anzitutto al Comandante Gaddoni che, con la solerzia che lo ha sempre contraddistinto, mi ha offerto ancora “a caldo” l’opportunità di condividere con tutti voi i miei tanti ricordi.

Pertanto vorrei farlo attraverso queste poche righe, condensando gli aspetti chiave che hanno segnato in modo indelebile questo lungo cammino di vita.

Il Volo: io credo che ogni Pilota alle prime fasi di addestramento si sia domandato più o meno palesemente “riuscirò mai a volare così vicino e così basso compiendo evoluzioni mozzafiato?”
All’inizio ricordo perfettamente lo sforzo impiegato nel cercare di non focalizzare l’attenzione al mondo che ruotava sempre così veloce e la resistenza nel guardare al di là del “parametro”.

Far parte delle Frecce Tricolori: un sogno di tanti Piloti ma allo stesso tempo una delle sfide più difficili. Ma la voglia di dare sempre il massimo con tenacia e perseveranza, unite ad un addestramento così ben strutturato e progressivo, frutto di anni di esperienza, fanno sì che ogni Pilota riesca nell’ardua impresa, passando da una difficoltà all’altra con totale naturalezza.
Solo nel momento di “lasciare” ti rendi conto realmente della professionalità raggiunta e di quanto sia “eccezionale” quello che facciamo!

Esperienze. Hai modo di conoscere e vivere in maniera privilegiata innumerevoli località, apprezzando “in toto” la bellezza del nostro paese e la diversità di tanti posti nel mondo più o meno noti.
Nella stagione “da sacco”, indelebile nei miei pensieri, il ricordo del Libano, un paese che non aveva visto sorvolare aerei militari se non per motivi bellici, ma contemporaneamente il calore dei suoi abitanti e la bellezza di una città
quale Beirut una volta considerata la Montecarlo del medio oriente. Passando per la Libia ancora ai tempi di Gheddaffi, “costretti” a soggiornare su una nave da crociera insieme ai tanti italiani immigrati ai tempi della colonizzazione e il famoso episodio dei fumi verdi…come non rammentarlo!
E poi Mosca e Dubai visitate più volte a distanza di anni, metropoli in continua evoluzione e modernizzazione fino al sorprendente Marocco con il suo crescente ruolo di interlocutore fra Europa e Maghreb, e la trasferta di Bodo (Norvegia) sopra il circolo polare artico, portando il nostro amato tricolore dove il sole “letteralmente” non tramonta mai!

Reputazione e consenso. All’inizio e per alcuni anni, quasi cercavo di nascondere quello che facevo, quando incontravo nuove persone e mi chiedevano cosa facessi, per certo non è una professione che lascia indifferenti e l’essere proiettati immediatamente al centro dell’attenzione, dover rispondere alle innumerevoli curiosità può a volte essere “ingombrante”.
Ricordo quando mio figlio, tornando dall’asilo, mi raccontò che le maestre fecero vedere una brochure sulle Frecce Tricolori e lui (3 anni), quando vide la mia foto disse “papà”, provocando l’incredulità e l’ilarità di tutti.
Oggi non posso che essere orgoglioso, ma allo stesso tempo ben consapevole di quanto la fama possa farti volare “troppo in alto”, per cui la necessità di mantenere i piedi ben saldi a terra e nello stesso tempo conservare gelosamente quella semplicità ed umanità che da sempre contraddistingue il nostro Reparto ed è allo stesso tempo la caratteristica che più piace alla gente: persone comuni che hanno la fortuna di fare qualcosa di speciale!
L’affetto delle persone è impagabile, la consapevolezza di emozionare ed arrivare dritto al cuore, la possibilità di fare del bene regalando un sorriso anche solo con la nostra presenza alle tante persone meno fortunate: questo è forse il segreto di questo lavoro.

L’importanza del Gruppo. All’inizio vivi le dinamiche cercando di rispettare l’insieme di regole non scritte e le aspettative del resto della squadra.
La mia prima impressione fu quella di percepire una sostanziale differenza rispetto agli ambienti precedenti.
Circondato da persone tutte molto capaci e preparate, per certi versi anche molto simili, con dinamiche di gruppo virtuose che favoriscono il confronto a tal punto da considerare primarie le esigenze degli altri a scapito delle proprie, dove non è importante solo quello che fai ma il modo in cui lo fai.
Un processo che a parole sembra complicato, ma che in realtà si concretizza con una naturalezza disarmante anche per il tanto anzi tantissimo tempo che si trascorre insieme.
Ogni scelta viene concepita con un consenso diffuso e costruita nel tempo lasciando spazio ad ognuno, perché ciò che facciamo, specialmente in volo, non può essere svolto se non serenamente lasciando nulla al “non detto”.
Da Capo-formazione mi piaceva ripetere ai ragazzi che mi stavano affidando ciò che hanno di più prezioso: la loro vita.
Da Comandante, la responsabilità è il privilegio di coordinare tutta la “squadra”, potendola ammirare da una prospettiva diversa con l’esperienza di colui che ne ha fatto parte ma che una volta al di fuori riesce ad apprezzarne la sua completezza ed efficacia; al pari di un orologiaio, capace di oliare i meccanismi di quell’orologio speciale, affidabile e semplice nella sua genialità progettuale, ma composto di tantissime parti a volte minuscole e quasi invisibili, anche datate e non sostituibili, che necessitano di una continua cura e supervisione.

100 uomini e donne una squadra! Necessità ed aspirazioni diverse ma in cui il risultato è frutto del contributo di ognuno.
Quando mi chiedono come mi sento ora che sono prossimo a lasciare questo prestigioso incarico, rispondo che mentirei se dicessi che tutto questo non mi mancherà, in cui il tutto non è il volo di per se unico e straordinario ma “il gruppo e le sue persone” che mi hanno dato tanto e reso la persona che sono oggi: un uomo migliore!

Infine il mio ringraziamento va a tutti voi, uomini e donne del Circolo della PAN affinché la grande famiglia delle Frecce Tricolori possa mantenere sempre vivo lo spirito e il valore della sua storia.. …Ad maiora!

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