Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre 2024
Frecce Tricolori: a ottobre si pronuncerà il TAR
Giuseppe Lenzi chiede che venga annullato il suo trasferimento da Rivolto
di Claudio Ernè
da Il Piccolo, anno 110, n° 159, 9 agosto 1991, p. 8
TRIESTE — Un colonnello della «Frecce tricolori» contro i vertici dell’Aeronautica militare. Su questa vertenza dovranno pronunciarsi nei primi giorni di ottobre i giudici del Tribunale amministrativo regionale. Ai magistrati del Tar del Friuli-Venezia Giulia si è rivolto il tenente colonnello Giuseppe Lenzi, 47 anni, tre lauree, già responsabile delle relazioni esterne del 313 stormo addestramento acrobatico. Le famose «Frecce tricolori».
L’alto ufficiale chiede che i giudici annullino il suo trasferimento dalla base di Rivolto. Il colonnello ritiene il provvedimento immotivato, illeggittimo e penalizzante per la sua carriera. Per questo si è rivolto all’avvocato triestino Fabio Degiovanni che nell’udienza pubblica del Tar sosterrà le sue ragioni. I vertici dell’Aeronautica saranno invece assistiti dall’avvocatura dello Stato.
Ecco in sintesi cos’è accaduto. II colonnello Lenzi nell’88 insegnava economia militare all’Accademia di Pozzuoli dove si formano i «quadri» dirigenti della nostra aeronautica. Nei primi giorni del gennaio 1989 gli viene notificato il trasferimento a Rivolto. Deve assumere al più presto un doppio incarico: responsabile delle relazione esterne nonchè responsabile finanziario delle «Frecce tricolori».
L’ufficiale accetta con entusiasmo il trasferimento nei pressi di Udine. Di fatto è una promozione sul campo. Tutti gli uomini dell’arma azzurra sognano di far parte di questo ristretto gruppo di specialisti noto e apprezzato in tutto il mondo. Per svolgere nel migliore dei modi il suo lavoro il colonnello Lenzi chiede di migliorare il suo inglese. Si sottopone a un training intensissimo. Tre corsi in pochi mesi, dei quali uno in Inghilterra, tutti pagati dall’Aeronautica. Comunque parla già correntemente il francese e il portoghese.
A Rivolto viene fotografato accanto a un «Aermacchi 339A» e la sua immagine viene inserita nel depliant in carta patinata che le «Frecce Tricolori» diffondono tra il pubblico che assiste alle loro esibizioni. Vi compaiono le testine di tutti gli ufficiali della pattuglia acrobatica con il grado, il ruolo ricoperto e l’età. «Responsabile relazioni esterne, responsabile finanziario, nato a Rieti il 25 febbraio 1944» si legge accanto al nome di Lenzi. Quelli delle «Frecce» sono gli unici ufficiali di cui l’Aeronautica diffonde dati e curriculum. Di fatto chi fa parte delle pattu-glia acrobatica nazionale rappresenta una sorta di «biglietto da visita» della nostra arma aerea e proprio per questo è costantemente tenuto sotto i riflettori. Ufficiale e gentiluomo, messaggero dell’Italia all’estero.
Il colonnello inizia il suo lavoro. Sono tempi difficili perché è ancora vivissimo il ricordo della tragedia di Ram-stein. Pochi mesi prima, era l’agosto dell’88, tre aerei delle «Frecce». erano entrati in collisione, precipitando sulla folla. Muoiono i piloti e 70 spettatori, 368 sono i feriti. Si susseguono le inchieste, la polemica politica divampa, qualcuno propone persino di sciogliere la pattuglia. A Rivolto tutti stringono i denti. Sanno che il tempo è galantuomo. il clima migliora, le polemiche interessate e ingiuste si spengono.
Per il colonnello Lenzi la vita invece si fa difficile. Nel dicembre dell’89 arriva l’ordine di trasferimento a Padova. L’ufficiale si oppone, chiede al Tar che la decisione sia sospesa. I giudici gli danno ragione ma i comandi non mollano. Altro trasferimento. Dalle «Frecce Tricolori» a responsabile dell’aeroporto di Udine. Altra «sospensiva» del Tar, ma il ministero della Difesa non ubbidisce ai giudici amministrativi. Si va al Consiglio di Stato. «Lenzi non conosce bene l’inglese» sostengono i legali dei comandi militari. «Per questo l’abbiamo trasferito».
«Non è vero» ribatte la difesa. «L’inglese lo conosce bene come attestano vari certificati e numerosissime missioni svolte all’estero in ben 49 paesi. I veri motivi sono altri. Lenzi è più anziano rispetto al pari grado comandante di pattuglia. Lo ha ammesso Io stesso generale comandante la regione militare aerea».
Il Consiglio di Stato da ragione all’ufficiale e riafferma la sospensione dell’ordine di trasferimento. «Se fosse seguito ne deriverebbero al colonnello gravi danni e pregiudizi». Anche questa decisione dei magistrati resta lettera morta. Gli uomini in divisa vanno per la loro strada, inesorabili.
La causa al Tar intanto continua il suo iter. In ottobre a Trieste i giudici affronteranno la questione nel merito. Tutte le carte dovranno venir gettate sul tavolo. Inglese o anzianità di servizio?
Solo, contro i vertici dell'Aeronautica
da Il Piccolo, 18 ottobre 1991, p. 8
TRIESTE — Divise blu contro divise blu. Un colonnello delle «Frecce tricolori» ha citato davanti al Tar del Friuli-Venezia Giulia i vertici dell’Aeronautica militare. E ieri nell’udienza pubblica del Tar si è discusso il suo ricorso.
Il tenente colonello Giuseppe Lenzi, 47 anni, tre lauree, già responsabile delle relazioni esterne del 313° stormo addestramento acrobatico, le famose «Frecce tricolori», chiede che i giudici annullino il suo trasferimento dalla base di Rivolto. Lo ritiene immotivato, illeggittímo e penalizzante per la sua carriera. Per questo si è rivolto agli avvocati Fabio Degiovanni e Gianfranco Grisonich.
Ecco cosa gli è accaduto. Il colonnello Lenzi nell’88 insegna all’Accademia di Pozzuoli. Nei primi giorni dell’89 gli viene notificato il trasferimento a Rivolto. Deve assumere al più presto un doppio incarico: responsabile delle relazioni esterne, nonchè responsabile finanziario delle «Frecce tricolori». L’ufficiale accetta con entusiasmo il trasferimento perchè rappresenta una promozione sul campo.
Per svolgere nel migliore dei modi il suo lavoro il colonnello Lenzi chiede di migliorare il suo inglese. Si sottopone a un training intensissimo. Tre corsi in pochi mesi, uno dei quali in Inghilterra, tutti pagati dall’Aeronautica. Comunque l’ufficiale parla già correntemente il francese e il portoghese.
Il colonello inizia il suo lavoro. Sono tempi difficili perchè è ancora vivissimo il ricordo della tragedia di Ramstein. Si susseguono le inchieste, la polemica politica divampa, qualcuno propone persino dí sciogliere la pattuglia. A Rivolto tutti stringono i denti. Sanno che il tempo è galantuomo. Le polemiche si spengono.
Per il colonnello Lenzi la vita si fa difficile. Nel dicembre ’89 arriva l’ordine di trasferimento a Padova. Il Tar lo blocca ma il ministero non si da per vinto. «Lenzi non conosce bene l’inglese». «Non è vero» ribatte la difesa. «Lo conosce bene come dimostrano vari attestati e numerosissime missioni in 49 Paesi esteri. I veri motivi sono altri. Lenzi è più anziano rispetto al parigrado comandante di pattuglia. Lo ha ammesso lo stesso generale comandante la regione militare aerea».
Ieri durante la discussione del ricorso, l’avvocato Grisonich ha sostenuto che i vertici dell’Aeronautica hanno esercitato delle «pressioni» sul suo assistito affinchè ritirasse il ricorso. Il colonnello Lenzi su questo episodio ha presentato un esposto alla polizia giudiziaria. In più per aver fornito al Tar alcuni documenti richiesti dagli stessi giudici ha subito una sanzione disciplinare. Trenta giorni di arresti nella sua abitazione. Ma lui non molla. Del resto ha già al suo attivo due decisioni del Tar e del Consiglio di Stato. Gli hanno dato ragione, ma i vertici dell’aeronautica di fatto hanno spesso agito come se i giudici non si, fossero mai pronunciati. «Il vero problema cui ci siamo trovati di fronte è quello di far rispettare la sentenza agli uomini in divisa» sostengono, amareggiati i difensori.
Trasferimenti contestati. Ministero sotto inchiesta
da Il Piccolo, 23 aprile 1992, p. 10
TRIESTE — Dal Tribunale amministrativo del Friuli-Venezia Giulia alle Procure della Repubblica di Milano e Roma e alla Procura militare di Padova. Il Ministero della Difesa e il Comando della Prima Regione aerea di Milano entrano nel mirino delle indagini per non aver adempiuto agli ordini dei giudici amministrativi. In più i magistrati penali dovranno verificare se a un ufficiale delle «Frecce tricolori» è stato intimato di recedere dalle azioni giudiziarie intraprese contro chi lo aveva trasferito da Rivolto in un’altra sede.
È questo il sorprendente esito del ricorso al Tar presentato dal colonnello Aldo Lenzi, più volte trasferito dal 313° Gruppo di addestramento acrobatico. Secondo l’ufficiale che si era rivolto agli avvocati Fabio Degiovanni e Gianfranco Grisonic, tutti i trasferimenti sarebbero stati «illogici», «fuori dall’interesse della migliore organizzazione delle Forze armate», «vessatori per eccesso di potere». Il Tar su questo non si è pronunciato, perchè il colonnello Lenzi ha accettato l’ultimo trasferimento che lo ha riportato a Napoli, all’Accademia aeronautica dove aveva insegnato per anni prima che la sua presenza fosse richiesta dalle «Frecce tricolori».
«Accettando l’ultimo cambiamento di sede ha accettato anche i precedenti trasferimenti» hanno detto i giudici. Nello stesso tempo i magistrati amministrativi hanno condannato il Ministero della difesa al rimborso delle spese di giudizio sostentute dall’ufficiale e hanno anche disposto l’inoltro della denuncia alla Procure di Milano e Roma e a quella militare di Padova.
«Riteniamo che dalle risultanze degli atti siano emersi elementi tali da poter configurare, previo debito accertamento in fatto e in diritto, responsabilità penali. Ci riferiamo in particolare alla mancata esecuzione delle ordinanze di questo Tar da parte del Ministero della difesa e da parte del Comando della Prima regione aerea di Milano».
«Di questo, scrivono ancora i giudici amministrativi – riteniamo debbano essere informati i competenti organi della magistratura inquirente ordinaria e militare»
Aeronautica bocciata
Il TAR blocca il trasferimento di un ufficiale
Da Rivolto, sede delle Frecce, il militare doveva finire a Roma
da Il Piccolo, 18 dicembre 1992, p. 12
TRIESTE — Nuova «mazzata» giudiziaria per it Ministero della difesa e l’Aeronautica militare dopo it «caso Lenzi», l’ufficiale delle «Frecce Tricolori» in servizio alla base aerea di Rivolto che si era opposto ai trasferimenti decisi dal ministero e la cui vicenda aveva portato i magistrati penali a indagare su presunte intimazioni e su presunte «disobbedienze» agli ordini dei giudici amministrativi.
Ieri il Tar ha accolto il ricorso di un aitro ufficiale, tenente colonnello Giuseppe Esposito, anche lui in servizio ails base di Rivolto, che un paio di mesi fa era stato raggiunto da un provvedimento di trasferimento a Roma. Per inciso, Esposito aveva testimoniato di fronte ai giudici proprio nella causa che aveva come protagonista il collega Aldo Lenzi. Secondo gli avvocati di Esposito, Fabio Degiovanni e Gianfranco Grisonich — difensori anche di Lenzi — non sarebbe proprio un caso che il trasferimento di Esposito sia arrivato dopo la sua testimonianza per il ricorso di Lenzi.
In ogni caso i giudici amministrativi hanno dato ragione agli avvocati, e il provvedimento è sospeso.
Quest’ultimo episodio porta di nuovo alla ribalta i malumori che si agitano alla base di Rivolto soprattutto dopo it «caso Lenzi»: allora – era il 1989 ed era ancora vivo il ricordo di Ramstein – il colonnello Lenzi, appena nominato responsabile delle relazioni.esterne delle «Frecce Tricolori», fu raggiunto da provvedimento di trasferimento al quale l’ufficiale si oppose con un ricorso al Tar. II Tribunale amministrativo regionale gli diede ragione, e successivamente gli sviluppi del caso portarono i magistrati a configurare, «previo accertamento in fatto e in diritto», responsabilita penali in particolare per la «mancata esecuzione delle ordinanze del Tar da parte del Ministero della difesa e da parte del Comando della Prima regione aerea di Milano». In più i magistrati avrebbero dovuto verificare se all’ufficiale venne intimato di recedere dalle azioni giudiziarie contro chi lo aveva trasferito. Fu in quelle circostanze che il colonnello Esposito fu chiamato a testimoniare.