Ultimo aggiornamento: 6 Marzo 2020
da Corriere della sera, 1 settembre 2009, p. 2
La risposta alle richieste dei libici per l'esibizione a Tripoli
DAL NOSTRO INVIATO
TRIPOLI — «Shut down the engine, you have a delay». Per ben due volte il comandante delle Frecce Tricolori, Massimo Tammaro, che stava rullando sulla pinta dell’aeroporto militare di Maitiga ha ricevuto dalla torre di controllo l’ordinedi spegnere i motori degli Aermacchi. Con la terza comunicazione è giunto anche l’ordine di rientrare perché l’esercitazione era cancellata. Quella di ieri, sul cielo di Tripoli, doveva essere la prova generale della manifestazione acrobatica che la nostra pattuglia — che tutto il mondo ci invidia per la sua abilita — avrebbe dovuto fare per i festeggiamenti odierni in occasione dei 40 anni della rivoluzione verde che portò al potere il colonnello Muhammar Gheddafi. E il colore verde potrebbe essere all’origine della cancellazione. Da tempo, infatti, le autorita hhiche chiedono che le Frecce scarichino scie di fumo verde durante le acrobazie per i festeggiamenti in onore dei 40 anni di potere del Rais. Ma la risposta e sempre stata in stessa: un cortese ma fermo no. Anche ieri, durante il consueto briefing che precede un’esercitazione, Tammaro si è sentito fare la medesima richiesta. E anche ieri ha risposto: «Noi siamo italiani e abbiamo una disposizione ferrea. I fumi che possiamo scaricare sono bianchi o tricolori, come in nostra bellissima bandiera».
Insomma, tutto lascia intendere che potrebbe essere questo diniego all’origine della decision libica di sospendere i voli acrobatici. Anche se ufficialmente nessuno vi fa riferimento, nemmeno gli italiani. Lo stesso Tammaro, in una improvvisata conferenza nella nave albergo che ospita gil uomini della pattuglia, spiega che la ragione è «tecnica» dopo essersi consultato con to stato maggiore dell’aeronautica militare italiana, l’ambasciatore Francesco Tupiano e il ministro della Difesa Ignazio La Russa. «In una zona della citta, di fronte at mare, — dice l’ufficiale — è ancora in corso il vertice dei capi di Stato africani e quindi per motivi di sicurezza ci è stato comunicato che tutti i voli erano stati sospesi».
Tutti i nostri, militari e politici, ne prendono atto. Ragioni di opportunità invitano ad accettare per buono quanto hanno sostenuto i libici perché è del tutto plausibile la loro tesi visto che sul lungomare, sotto una tensostruttura, la stessa che domenica ha ospitato cena tra Gheddafi e Silvio Berlusconi, si svolge il vertice dei leader dell’Unione africana. Dal punto di vista diplomatico si vogliono evitare incidenti perché si sa quanto siano imprevedibili i dirigenti libici e quanto talvolta paiono capricciose se non addirittura eccessive le lore richieste. Ecco perché si fa finta di credere a questa versione e ci si dimentica the ieri mattina, proprio sulla stessa porzione di cielo prospiciente la zona del summit panafricano hanno volteggiato per una buona mezzora tre aerei leggeri di fabbricazione francese.
I rapporti di buon vicinato e in possibilità di fare buoni affari consigliano quindi di essere prudenti. Ecco perché, a meno di impreviste novita, il programma messo a punto per lo show delle nostre Frecce resta inalterato e si compone di sette «figure», alcune come il giro della morte «a triangolone» ripetuto due volte. I nove Aermacchi concluderanno con un passaggio spettacolare che mette i brividi per la sua bellezza. In formazione «Alona con carrello estratto» scaricheranno una fumata tricolore sulle note del «Vincerò» cantate da Luciano Pavarotti.
Lorenzo Fuccaro
«Programma rispettato o tutti a casa»
Le condizioni poste da Roma per autorizzare lo spettacolo di oggi
ROMA — La condizione imposta in serata dal ministro della Difesa suona come an ultimatum: se il programma previsto non sarà rispettato, l’equipaggio delle Frecce Tricolori tornerà immediatamente in Italia. E cosi, per scongiurare quello che rischiava di trasformarsi in un incidente diplomatico, è toccato all’ambasciatore a Tripoli Francesca Paolo Trupiano farsi portavoce con le autorità libiche del vincolo imposto. L’annullamento della prova prevista ieri aveva infatti convinto Ignazio La Russa sulla necessità di avere una conferma officiale che «i nostri militari non restinoll inutilmente». La partecipazione alla parata è stata ribadita, ma nulla viene dato per scontato, anche perché la question del «fumo vende» appare tutt’altro che chiusa. E dunque non si può escludere che alla fine salti anche l’impegno odierno, già ridimensionato ad un «semplice sorvolo», come conferma ll ministro.
La questione della scia tricolore era stata affrontata durante la visite che lo stesso ministro aveva compiuto il 29 agosto all’aeroporto di Rivolto per incontrare i militari alla vigilia della partenza per la Libia che tante polemiche aveva scatenato. Dubbi e perplessità sull’opportunita di autorizzare la missione che tra l’altro riguardavano proprio le «pressioni» esercitate dagli ufficiali del regime sui nostri soldati affinché accettassero di lasciare nel cielo una traccia verde, il colore caratteristico della Jamahiriya.
I componenti dell’equipaggio che quel giorno avevano chiesto chiarimenti sull’atteggiamento da tenere qualora si fossero trovati di fronte a una simile istanza, La Russa aveva chiarito che «il fumo dei vostri aerei rappresenta la bandiera italiana. Voi siete uno dei reparti che sfila nelle occasion ufficiali e dunque potete lasciare dietro di voi soltanto il tricolore oppure, in casi particolari, il bianco». Al suo fianco aveva il generale Daniele Tei, capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, che aveva rassicurato i soldati sulla «copertura» che comunque sarebbe stata data dei vertici militari di fronte a questa eventualità.
Quella che era stata affrontata come una semplice ipotesi, si è effettivamente verificata. Difesa e fonti diplomatiche smentiscono che si sia trattato di una richiesta avanzata in sala politica. La stesso La Russa chiarisce che «la questione è stata trattata a livello militare, ai nostri è stato chiesto se fosse possibile fare uno strappo alla regola». Il rifiuto degli italiani è stato però categorico e per questo la giustificazione ufficiale secondo cui «l’annullamento della prove è avvenuto soltanto per motivi di sicurezza», non appare credibile. Del resto lo stesso ministro durante la giornata di ieri ha avuto contatti ripetuti con il tenente colonnello Massimo Tammaro, comandante delle Frecce, per accertare se ci fossero difficoltà nei rapporti con i libici. Alla fine si è deciso di rimanere, anche per evitare prevedibili nuove polemiche in caso di rientro anticipato, ma sapendo bene che il rischio di un nuovo cambio di programma non affatto superato.
Fiorenza Sarzaninl
II ministro della Difesa, Ignazio La Russa, mentre assiste a un passaggio delle Frecce Tricolori in una recente esibizione a Pratica di Mare
Acrobazie
Frecce tricolori è il nome della Patluglia acrobatica nazionale (Pan) dell’Aeronautica militare (313° Gruppo). Ne fanno parte i migliori piloti, ammessi dopo una durissima selezione
Invito
Le Frecce tricolori, celebri in tutto il mondo, sono state invitate a partecipare ai festeggiamenfi per il 40esimo anniversario della presa del potere da parte del colonnello libico Gheddafi.
Polemiche
La decisione del Governo Italiano di inviare la Pattuglia acrobatica in Libia, prima per seguire le celebrazioni a un anno della firma del trattato di amicizia tra Roma e Tripoli, presenti Berlusconi e Gheddafi, e poi alla festa per il leader libico, hanno provocato accese polemiche in Italia, in particolare da parte dei gruppi dell’opposizione.
Fumi
La nuova questione, ieri, quando i libici hanno chiesto alle Frecce tricolori di diffondere durante la loro esibizione fumo verde (colore dell’Islam), invece del tradizionale verde-bianco-rosso (tricolore italiano).