Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre 2022
L'estetica del volo nelle parole di Massimiliano Salvatore, solista delle Frecce
di Leonardo Aresi
da Zeta – periodico scuola superiore di giornalismo “Massimo Baldini”, n° 5, giugno 2022, pp. 12 – 13
«Durante l’esecuzione delle figure acrobatiche non c’è tempo per soffermarsi sulle emozioni. Dal decollo all’atterraggio l’istinto lascia spazio alla razionalità e alla concentrazione. Soltanto quando dopo l’atterraggio riapro il tettuccio, ripensando a ciò che ho vissuto, mi lascio invadere dalle sensazioni che ho provato in volo».
Massimiliano Salvatore è nato per vivere in altre dimensioni. Classe 1981, avellinese originario di Casalbore. Dal 2001 veste l’uniforme dell’Aeronautica Militare. Fa parte dell’élite di dieci piloti che compongono la pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori. Il maggiore è la figura che ha il compito di portare all’estremo le capacità del velivolo. Da quattro stagioni acrobatiche, con il suo MB339 Pony lo ricopre il ruolo del solista.
«Sono sempre stato affascinato dal senso di avventura racchiuso nella sfida ad andare oltre ciò che si profila davanti agli occhi nudi quando i piedi sono piantati sulla terra. Da bambino erano due le cose che più di tutte rapivano la mia immaginazione: osservare gli aerei in cielo, immaginandomi il mondo dall’alto, e osservare le barche navigare al largo, fantasticando su come si vedesse da lì la terraferma. Cielo e mare rappresentano un sogno d’infanzia divenuto realtà».
Il programma delle Frecce Tricolori è costituito da un’alternanza tra il solista e la formazione da nove velivoli. Quest’ultima si divide in due sezioni composte rispettivamente da cinque velivoli guidati dal leader della formazione e da quattro velivoli guidati dal leader della seconda sezione. Dopo la separazione, la formazione disegna due traiettorie speculari per poi intersecarsi di fronte al pubblico con un incrocio.
«La vista privilegiata di cui godiamo dall’alto è qualcosa di unico. In più, grazie alla mia posizione, ho la straordinaria possibilità di poter osservare le manovre delle Frecce in formazione da un punto di vista privilegiato. Conservo gelosamente nella memoria dei flash eccezionali di queste prospettive».
È durante la fase di ricongiungimento delle due sezioni o di riposizionamento della formazione che entra in scena il solista eseguendo manovre spettacolari dall’elevato contenuto tecnico.
«Terminato il mio programma, mentre osservo dall’alto la formazione che si esibisce nell’ultima manovra del programma acrobatico, la manovra dell’Alona, stendendo il tricolore accolto con tripudio dal pubblico, provo sempre un grande orgoglio. In quelle fasi io e i miei colleghi viviamo la piena consapevolezza di rappresentare la nazione. Ogni sforzo è ripagato dall’affetto della gente che ci segue. È una passione che arriva fino in cabina di pilotaggio».
«Da bambino erano due le cose che più di tutte rapivano la mia immaginazione: osservare gli aerei in cielo, immaginandomi il mondo dall’alto, e osservare le barche navigare al largo, fantasticando su come si vedesse da lì la terraferma. Cielo e mare rappresentano un sogno d’infanzia divenuto realtà»
Dal 1961, anno di fondazione, le Frecce fanno base a Rivolto. È in Friuli che Salvatore ha scoperto nuovi, affascinanti aspetti di una vocazione divenuta professione. «In volo si riesce a percepire esattamente come variano i colori nell’incedere delle stagioni. L’aeroporto di Rivolto è immerso nel verde. Vedere il cambiamento cromatico della vegetazione dall’alto è mozzafiato. Si passa dal verde rigoglioso della primavera al giallo accesso dell’estate per poi godere del denso rosso autunnale e quindi del bianco candido delle mattine ghiacciate d’inverno. È come se si trattasse di una sequenza di cartoline. La mia preferita è quella che ci dona l’autunno, quando gli alberi che circondano l’aeroporto si spo-gliano delle foglie morenti. Ai loro piedi si formano dei cerchi arancioni che creano delle geometrie naturali bellissime».
Con le stagioni più calde le frecce si spostano lungo i litorali italiani, dove gli elementi si confondono tra loro. «La bellezza dei colori del mare è seducente quanto quella che domina il cielo. Librandosi in aria si può notare come le nuvole intrise d’azzurro si specchino nel mantello grigio e blu dei fondali marini: è un trionfo di tonalità sfumature».
Volare e navigare: attività affini non solo spiritualmente ma anche da un punto di vista tecnico.
«I principi fluidodinamici che fanno alzare in volo un aereo sono anche alla base della vela. Lo scorso fine settimana sono riuscito a scorgere lungo la darsena di Ravenna l’esposizione del Moro di Venezia che negli anni Novanta ha infiammato i cuori di tanti velisti italiani. Ho avuto modo di apprezzare questa barca in tutta la sua bellezza estetica ed espressione tecnologica, che è la stessa del nostro velivolo. L’Aermacchi MB-339, infatti, equipaggia le Frecce Tricolori dal 1982. E un fiore all’occhiello della nostra industria aeronautica. Così come è stata l’imbarcazione di Coppa America per quella nautica. Le cronache veliche degli ultimi anni, poi, fanno emergere punti di contatto ancora più intensi: il foiling di fatto permette alle barche di sollevarsi sopra la superficie dell’acqua».
Come riassumere in una parola le Frecce? Eccellenza. Sfidando la gravità in perfetta sincronia, Salvatore e la squadra. delle Frecce Tricolori incarnano l’estetica pura della ricerca del limite. Come l’Icaro di Yukio Mishima in “Sole e acciaio”. «Appartengo, fin dal principio, al cielo? Se non v’appartengo, perché mi ha fissato così, per un attimo, con il suo sguardo infinitamente azzurro, e mi ha attirato lassù, con la mia mente, in alto, sempre più in alto, e senza tregua mi seduce e mi trascina verso altezze remote all’umano?».