(Ultimo aggiornamento: 6 Ottobre 2021)

da adnkronos.com, 24 settembre 1997 [ fonte ]

Il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro ha ricevuto questa mattina al Quirinale il capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Generale di Squadra aerea Mario Arpino, con i componenti ed alcuni ex appartenenti della pattuglia acrobatica nazionale, accompagnati dal Tenente Colonnello pilota Pier Luigi Fiore, comandante delle ”Frecce tricolori”.

Tutte le foto da archivio.quirinale.it

Scalino: i fischi non mi spaventano

Il Presidente ha ricevuto i piloti delle Frecce Tricolori ai quali ha detto che continuerà a parlare in piazza

«Invece, all'estero, sono travolto dall'entusiasmo dei nostri connazionali»

da Il Piccolo, anno 116, n° 227, 25 settembre 1997, p. 4

ROMA Nonostante le contestazioni e i fischi Scalfaro continuerà a visitare città e piazze. Il presidente della Repubblica ha risposto ieri alla Lega, dopo le proteste di Verona e la contestazione, in parte fallita, dell’altro giorno a Firenze. Domani sarà a Brescia per una cerimonia dedicata a Paolo VI, mentre Bossi parlerà a Lumezzane, a 20 chilometri di distanza. Nella città lombarda le «camicie verdi» si stanno organizzando per dare il «benvenuto» al presidente. Non ci sono solo i leghisti a contestarlo. Il presidente della Regione
Veneto, il forzista Galan, riguardo la prevista presenza di Scalfaro a Mestre martedì 30, ha commentato: «Ditegli di non venire, un presidente della repubblica serve a unire il popolo non a dividerlo. A Verona abbiamo visto gente ammessa nella piazza e altra non ammessa: era dal fascismo che non vedevamo cose di questo genere».

Ma Scalfaro non si lascerà intimidire da proteste e iniziative dei secessionisti: lo ha dichiarato, ricevendo al Quirinale i piloti delle Frecce Tricolori. «Speriamo che sia solo un fatto di assenza di sale nelle zone alte nel corpo», ha commentato gli episodi dei giorni scorsi. »C’è chi è capace in politica di cambiare colore a seconda del mutare della temperatura», ha osservato, «ed ho letto sui giornali lettere di chi mi dice: ‘Presidente, non vada, non esca. Io invece vado, se fischiano, se ingiuriano o se accusano. Il mio compito è quello di andare. Non mi sento un eroe, non è che se uno va in una piazza dove lo contestano debba aspettarsi una medaglia. Semplicemente fa il suo dovere. Si tratta di non fare marce indietro».

Scalfaro ha contrapposto alle contestazioni leghiste l’accoglienza che gli riservano i nostri connazionali all’estero. «Quando vado fuori e trovo gli italiani – in America Latina sono stato letteralmente travolto dal loro entusiasmo»; «la maggior parte di loro aveva fatto centinaia e centinaia di chilometri per vedere da lontano il capo dello Stato sventolare una bandiera». E di fronte a queste manifestazioni di attaccamento al paese il presidente prova «una forte emozione». «Si fa presto a dire che certi valori sono retorica», ha detto ancora, «in realtà sono fatti». E ancora: «Ci sono dei momenti in cui uno manda giù un pò amaro, ma sono momenti di formazione». E se si ha un compito da svolgere, ci si deve applicare per svolgerlo bene, anche in situazioni meno felici.

Alla pattuglia acrobatica Scalfaro, pur senza mai nominare Ustica, ha accennato alla reputazione infangata dell’Aeronautica proprio per la strage del Dc 9. È «doveroso» controllare gli errori di «singole persone», ma è «iniquo» che questi vengano estesi a tutta l’Aeronautica, ha detto al generale Mario Arpino, Capo di stato maggiore.

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