Ultimo aggiornamento: 12 Maggio 2020

da “Circolo della PAN” – Notiziario riservato ai Soci del Circolo della Pattuglia Acrobatica Nazionale anno 4 – n° 5 – 1/06/2002 – pag. 3

Pochi giorni dopo i festeggiamenti per il Raduno del 313° Gruppo, un così importante avvenimento passava in secondo piano a seguito del tragico incidente che ci ha privati per sempre della presenza del Gen. Danilo Franzoi, in passato leader e Comandante del 313° Gruppo.

Caro Danilo, abbiamo vissuto anni meravigliosi in pattuglia, all’inizio Tu solista ed io leader e poi Tu numero uno del team ed io in biga con il microfono in mano a seguire le evoluzioni delle Frecce da Te magistralmente
portate.

E sei venuto pure in seguito a darmi il cambio presso il Comando delle Forze Alleate in Europa, in Belgio, al termine del mio mandato.

Non dimenticherò il Tuo carattere estroverso e la Tua gioia di vivere, il Tuo temperamento un po’ guascone sia che si trattasse di sparare looping o tonneaux in quel di Le Bourget o di buttarsi a rotta di collo con gli sci ai piedi lungo le Tue amate piste “nere” della Val Gardena.

Grazie Danilo per avermi dato l’opportunità di godere della Tua amicizia.

Gen. B.A. Vittorio CUMIN

L’addio delle “Frecce Tricolori”

Con una lunga scia tricolore tracciata nel cielo di Udine dalla Pattugli Acrobatica Nazionale è stato dato l’ultimo saluto al Gen. B.A.(r) Danilo Franzoi, 70 anni, già Comandante delle Frecce Tricolori, deceduto in seguito a un incidente stradale. Il rito funebre è stato celebrato lunedì 17 aprile, nel tempio Ossario. Il passaggio delle Frecce, salutato dall’applauso di centinaia di persone, è stato l’ultimo momento dell’addio.

Durante la cerimonia, il Gen. Zardo ha ricordato lo scomparso ma anche le altre vittime nell’esercizio del loro dovere. Il rito è stato concelebrato dal parroco, don Vittorino Di Marco, dell’arciprete di Codroipo, Monsignor Remo Bigotto e del cappellano militare don Adolfo Volpe, amico dello scomparso, il quale ha anche pronunciato un toccante saluto di commiato. Franzoi è stato ricordato anche dagli alpini, poiché concluse la sua lunga e prestigiosa carriera militare proprio presso il Comando Julia in qualità di ufficiale addetto all’aereo-cooperazione.

Numerosi sono stati coloro che hanno assistito alla cerimonia, durante la quale allo scomparso sono stati resi anche gli onori militari. Gli sono stati riconosciuti i grandi meriti, acquisiti durante la carriera, nel corso della quale ha ricoperti tutti i ruoli più importanti quale pilota e comandante delle Frecce Tricolori. Il feretro è stato poi trasportato a Mezzolombardo, città di nascita, per la tumulazione. Lo scomparso lascia la moglie Emma e le figlie Lucia e Cristina.

Il Gen. Franzoi lascia un caro ricordo in tutti gli appassionati dell’attività aerea, essendo stato un pilota con grandi capacità e ineguagliabile professionalità. Alla base di Rivolto ha contribuito a fare apprezzare ulteriormente la P.A.N. nelle sue esibizioni in Italia e all’estero, per essere stato l’unico a conquistare due “cloche”, riconoscimento attribuito ai migliori piloti in assoluto.

L’amico e il Comandante

Ci ha lasciati in un venerdì piovoso, come suo stile in silenzio, senza avviso, l’amico, il Comandante. Di Lui non dimenticheremo il sorriso e lo sguardo ammiccante al di sopra delle lenti brune, in linea di volo. Anche nei momenti più impegnativi riusciva a trovare un sorriso per tutti, tornando poi cupo al pensiero delle responsabilità che il volo imminente richiedeva.

Ci mancherai Danilo! I “vecchi” del 313° Gruppo A.A. non Ti dimenticheranno mai!

Uno di noi.

Un giorno per me indimenticabile

di Brugar
da “Circolo della PAN” – Notiziario riservato ai Soci del Circolo della Pattuglia Acrobatica Nazionale anno 4 – n° 6 – 1/12/2002 – pagg. 4 e 5

“2° Raduno Piloti Pattuglie Acrobatiche”- gran lavoro del sott.to Brugar in collaborazione con l’eclettico “speaker” – Capitano Renato Rocchi (manifesti, pieghevoli vari etc.).

In serata il “gran galà ” delle Frecce Tricolori da Boschetti, presente l’allora Capo di Stato Maggiore Gen. S.A. Duilio Fanali.
Il sott.to, presente al banchetto, “spronava ” l’amico Renato a chiedere al Capo di Stato Maggiore, che mi “concedesse” un volo sul “G91T”…
E sempre Renato, affiancato dal sott.to, si presentava sull’attenti… e, battendo i tacchi, faccia a faccia al Gen. Fanali, con fare diplomatico chiedeva uno “speciale” permesso, di “far volare sul biposto “Fiat G91T” il presente P.P.P.” , che, trepidante, attendeva un “sì”… positivo.
Con il sorriso, il Generale Fanali rispose: “senz’altro…” e suggeriva all’amico Renato di fare “due righe” di richiesta al 5° Reparto S.M..

Non ci stavo nella pelle . Mi sembrava un sogno.
Invece era realtà.

Venivo convocato in quel di Treviso – Aeroporto sede del 2° Stormo – dove il Capitano Pilota G. Schievano mi prendeva sotto la sua posizione, per i vari controlli, “impacchettato” per bene, mi spararono sul “vertical binario”… controllo cuore, pressione, sistole, extra sistole. Tutto “ok”.
Un secondo controllo con il dottor Lizza 51° Stormo Istrana: elettrocardiogramma, esami urine etc. (sulle urine mi trovarono tracce di… vino, poca “roba”!!!)
Rivestito che fui, il dott. Lizza telefonò al Com.te delle “Frecce” – Ten. Col. Pilota Giancarlo Sburlati, comunicando la mia idoneità al volo sul “G91T”.

Passava qualche settimana, finalmente l’amico Capitano Rocchi, mi telefonava fissando la data del volo: “sabato 3 aprile 1971”. Chiesi chi mi portava a “spasso” nel cielo veneto, e Renato mi rispose: “il Capitano Pilota Danilo Franzoi”. Altra fuoriuscita di pelle per la gioia, sapendo chi era l’amico Danilo e che “manico”… aveva…

Parto di mattina presto, arrivo verso le 10 in quel di Rivolto Aeroporto, sede del 313° Gruppo A.A., Renato era sul “pezzo” ad attendermi, poi arriva il “mio” Pilota Danilo Franzoi.

Fugace pranzo, breve siesta, partenza verso la “linea volo”.

Vestizione: tuta “antig”, il caschetto?? l’unico adatto alla mia “capoccia” era quello del Cap. Ferrazzutti: ero “il solista delle Frecce”; Danilo mi suggeriva di fare un segno di come era appeso il caschetto di “Farraù”, –  altrimenti, se si accorgeva della manomissione, erano… guai…

“Briefing” e prevolo.
L’amico Danilo mi istruiva: allora-in caso di lancio – tira con le due mani la maniglia sopra la testa, -… davanti al seggiolino in mezzo alle gambe c’è un’altra maniglia tira verso l’alto (non ricordo se partiva anche il  tettuccio)… taglia le corde laterali… alzati e … vai ! … e se no (in dialetto trentino) mi disse “te vai farte ciavar!!!”

Io, ero pronto al volo, non incameravo altro. Mi sistemo sull’abitacolo del “G91T”, il “crew chief” assesta le cinghie, caschetto e maschera ossigeno… aggancio “tubo anti “G” … tutto “ok” …

Danilo (interfono) mi disse: “si parte…”.

Messa in moto, riscaldamento, pressioni etc. tutto a posto.
Decollo, quota a salire … tremila “feet”… tempo primaverile… nuvoloni sparsi… qualche piovasco.
Dalla gioia toccavo il cielo con un dito.

Più di qualche “tonneau” … un “looping”… sentivo l’anti “G” … gonfiarsi e sgonfiarsi … ero sempre più entusiasta, non sarei più sceso tanto era meraviglioso il volo.
Tempo di volo? 0.45′. Rientro in quel di Rivolto. In avvicinamento all’Aerobase ci investiva un violento acquazzone, … la pioggia correva sopra il tettuccio… sottovento… autorizzazione all’atterraggio … la pista in uso era alquanto allagata e Danilo mi informava che l’atterraggio era “alquanto … da naso”… ma io mi sentivo in ottime mani!

Il “crew chief” mi liberava dall’imbracatura, toglievo il caschetto e la maschera.
Danilo, mi guardò e sorrise; aveva capito la mia contentezza, la mia gioia del volo.
Ufficio Comando – Rocchi era sul “pezzo” – e testualmente mi disse: “mi son dimenticato di farti firmare l’assicurazione, così domani 4 aprile domenica, farai un altro volo sul “G91T” e, naturalmente, con … Danilo… “Terno secco”!

Ospite all’albergo “Frecce Tricolori” per una lunga notte…. attendendo ansioso il “dì di festa”…

Ore 8 sveglia. Sento un ticchettio, ho pensato che all’adiacente reparto servizi qualche rubinetto gocciolasse… niente, tutto a posto!

Mi sdraio sul letto, risento il “tic tac”, mi viene un dubbio… alzo la persiana, piove e come… piove…! Quella domenica era previsto un volo di studenti udinesi a bordo di un “Farchild C-119”. Il tempo peggiorava. Imprecavo, niente, nessun spiraglio, nessuna speranza. Dovevo tornare il sabato successivo?!
Certamente…

Salutai e ritornai in quel di Caerano city nord.
Qualche amico non ci credeva, ma lo convincevo con le prove alla mano… anche sul volo da rifare il sabato successivo.

Lunedì 9 aprile, una telefonata dell’amico Renato mi… gelò, non parlai, ascoltai il quanto mi scandiva telefonicamente. Non ricordo esattamente se a Rimini Aeroporto o in quale altra Base, un Fiat “G91T” aveva “stallato” in atterraggio, (domenica 4 aprile pomeriggio) causa condizioni atmosferiche avverse perdevano la vita l’istruttore e l’allievo pilota. Piansi. Renato firmò l’assicurazione.

Dopo quel volo mi sentivo parte delle “Frecce Tricolori” perché avevo volato con il “Capo formazione”… più che valido, più che amico.

Danilo, Ti ricorderò per sempre, e piangendo Ti dico, ciao.!

Lettera a “ papà Danilo “ ….. Franzoi

di “Kiki” – CRISTIANA FRANZOI
da “Circolo della PAN” – Notiziario riservato ai Soci del Circolo della Pattuglia Acrobatica Nazionale, anno 14, 1/03/2013, pagg. 6 e segg.

Caro Presidente,
carissimo Assenzio, è difficile far affiorare vecchi pensieri dopo tanto tempo. Ci ho provato.
E’ una lettera, che racchiude ricordi, ormai un po’ sbiaditi, della mia infanzia trascorsa con “papà Danilo”, nel suo mondo, nella sua piccola meravigliosa avventura.
Sì, il suo mondo, aveva la forma di un aereo, perché quella era la dimensione in cui ha vissuto, ogni giorno della sua vita.
C’è una frase che abbiamo fatto scrivere sulla sua memoria: “osservare le nuvole e le onde è stato più piacevole che studiare gli uomini” di Hermann Hesse.
Parole che per quanto e come ha vissuto “Danilo” gli sono proprie.

Caro papà,
Assenzio mi ha giocato un brutto scherzo. Ci siamo trovati a salutare il tuo amico fraterno Giancarlo BETIATO e alcune mie frasi gli hanno suggerito l’idea di farmi scrivere qualcosa su di te.

Una figlia che scrive del proprio “papà”

Di un “papà pilota”, sì, ma non solo, “papà cuoco”, “papà  amico ironico”, delicatamente attento e distaccato, sensibile ma un po’ egoista, decisamente unico.

Mi sono chiesta tante volte come ti vedevano i tuoi piloti, i tuoi amici e tutte quelle persone che hanno fatto parte della tua vita.

Con me non hai mai parlato molto della tua “Pattuglia”. Sei sempre stato discreto, a casa, ed ascoltare era uno dei doni che avevi.

Le acrobazie amavi farle con l’aereo, non con le parole. Il tuo ritirarti da solo, con la Settimana Enigmistica, Topolino e Tex Willer.

Amavo la tua calma e la tua concentrazione nel fare le cose, anche le più semplici, da un ottimo risotto ad una “sofisticata” carbonara, che, una volta in pensione, hai condiviso in tante serate con amici e con noi  ragazzi che ti ascoltavamo quando raccontavi le tue “bravate” o mentre davi “lezioni di cucina” a Giorgio (Chiarcos).

Anche se con il passare degli anni il ritmo della vita è diventato “supersonico”, sei sempre riuscito ad infondere calma e sicurezza.
Chi ti ha conosciuto, non dimentica quel tuo particolare potere di farti volere bene.
Quell’equilibrio interiore, quell’arte di essere snob e semplice, preciso e menefreghista, quella capacità di comunicazione e relazione proporzionale alla capacità di silenzio e solitudine.
Eri uno “fuori dal coro”.

Da dove incomincio? Forse da Treviso, che ne dici, da quel giorno del 1965 che, ritornato a casa con la tuta da volo , ti sei tuffato nel fiumiciattolo di fronte alla nostra abitazione per ripescare il piccolo canarino, scappato dalla sua gabbietta e io dico “papà anche tu voli, prendilo…”.

E poi sei arrivato alle Frecce, sì quelle famose “Frecce Tricolori” a cui i migliori piloti italiani ambivano.
Era il 1966. Siamo arrivati a Codroipo, un paese che ci ha catturato il cuore, quei Friulani, chiusi come i Trentini, ma che poi diventano Amici, veri.

Una casa nuova, una macchina nuova, una famiglia nuova.

Sì, perché siamo sinceri “papà”, la “vera” famiglia erano i tuoi “aquilotti”, era il “campo”, era il “G91”.
Che spavento le prime volte in “biga”, vicino alla “mamma”, con gli aerei che sfrecciavano così vicini sopra le nostre teste. E io con il naso all’insù, a guardare il mio “papà”, che una volta atterrato mi salutava dalla sua cabina di volo.
E dopo il volo, le manifestazioni che ogni anno ti portavano lontano, in paesi che io non conoscevo, rientravi a casa e mai dimenticavi un pensiero per me e poi via a Bertiolo; quante partite a briscola e le cene di “caccia” da Nino.

E poi le serate a casa con lo “zio” Riccardo e lo “zio” Valentino, a base di funghi trentini, quelli della “suocera” Marcella. Sì, lo “zio” Valentino, che con la sua Fiat 124 Sport bianca faceva gincana tra le foglie sull’asfalto,
mentre mi accompagnava da te a Rivolto dopo la scuola.
In quel periodo era nata Lucia, mia “sorella”, e la “mamma” per qualche giorno rimaneva a casa.
Anche tu “papà”, quando guidavi la macchina, eri convinto di avere una “cloche” al posto del volante, che disastro, la “mamma” ha sempre guidato decisamente molto meglio, lei era un “pilota” delle quattro ruote.

E nel giorno libero, d’estate, tra una manifestazione e l’altra, al mare a Lignano.
Chi più di te si divertiva a portarmi al Luna Park. Ovviamente la giostra preferita erano i piccoli aerei, dove vinceva chi riusciva a rimanere in alto, mentre tutti gli altri aerei scendevano lentamente alla base. Indovinate
chi rimaneva in alto, l’unico adulto che si divertiva a ”mitragliare” gli altri aerei, il “papà”.
Per non parlare degli autoscontri, guidava lui e “tamponava” sempre le belle ragazze!

Ed un giorno, a Mezzolombardo, eri andato a trovare la “nonna” Gemma, nel tardo pomeriggio ti eri appisolato, lei era uscita chiudendoti all’interno. Per uscire di casa sei sceso dall’albero e sei scivolato, ti hanno ingessato per bene.

Ma tu a Rivolto ci sei ritornato comunque.
Poveri i “tuoi ragazzi” che ti trasportavano dal Circolo alla sala Briefing e ovunque serviva, seduto su una sedia.
E come dimenticare l’ultimo volo da Leader a Rivolto, e la “mamma” che mi dice: “Cristiana guarda, i suoi ragazzi lo stanno salutando ! ” Era commossa.

Tutta la formazione ti ha abbandonato “da solo” in quel cielo friulano, eri stato trasferito alla Base Nato – SHAPE, in Belgio. E BRUGAR, per l’occasione, ti ha fatto una delle sue splendide caricature, che riuscivano sempre a cogliere la vera “anima“ di chi immortalava.
Due anni scarsi di permanenza, intervallati dal seguire la Pattuglia nelle sue missioni in Europa, ad essere “capo Chef ” nell’organizzazione della Festa del 2 Giugno e cucinare per 1200 persone!

Fino a quel pomeriggio quando, rientrato dall’ufficio…. si torna in Italia, a Rivolto!
Una felicità che raramente avevo visto sul tuo volto.
Ti avevano chiesto di rientrare in Pattuglia, sei partito subito, e noi, la tua “seconda famiglia” ti abbiamo raggiunto dopo
E mentre eravamo in attesa della nostra nuova casa a Codroipo, ricordo quanti pomeriggi trascorsi al Circolo Ufficiali a fare i compiti, e il caro Piergianni PETRI che mi aiutava in matematica.

Tanta era la felicità del rientro a Rivolto, tanto il dolore che ho visto nei tuoi occhi quando è mancato Toni GALLUS.
Ogni volta che un “ragazzo” è mancato uno sguardo diverso, una tristezza unica, un ritirarsi in solitudine per alcuni minuti, eri un altro.

E poi Dobbiaco e la Val Gardena, la tua neve, le tue montagne, le vacanze invernali, prima alla Casa dell’Aeronautica, poi da Heini, l’amico altoatesino che “riservava” sempre le camere della sua Pensione “agli amici friulani”.
E come non ricordare Rudy e gli Amici di San Candido!
Che giornate intense di amicizia bella e duratura.

Gli anni passano, ed ecco la nuova esperienza del computer. Non certo per usare Word o Excel, ma per giocare, simulazione di volo a 65 anni!
Per non parlare di quando mi hai chiesto di accompagnarti al Quirinale, per la consegna di un importante riconoscimento. Durante la cena di Gala un tuo Superiore ti ha fatto i complimenti per la bella moglie giovane. È trascorso qualche minuto prima che tu ammettessi che ero tua “figlia”!
Poi nel pomeriggio acquisto di nuovi giochi di simulazione di volo e casco virtuale.

E saliamo sull’aereo di linea per rientrare a Codroipo.
Esperienza indimenticabile … per il pover’uomo seduto accanto a me che ha trascorso i peggiori settanta minuti in volo della sua vita. Hai incominciato informandoti sul Comandante, poi hai commentato ininterrottamente il volo e le manovre, ovviamente discutibili, tant’è che il mio vicino era terrorizzato!

Ho quasi finito di raccontarti ma sai cosa mi stupisce ora ogni volta che entro alla Base di Rivolto e vedo i Piloti delle Frecce, per un attimo davanti agli occhi sfilano alcune immagini che coprono più di 45 anni della mia vita.
Ho corso nei prati davanti al Circolo Ufficiali, con Antonella (CUMIN) e Patrizia (JANSA) e vedevo i Piloti così grandi, cosi alti, cosi importanti come il mio “papà”.
Poi sono arrivati gli anni in cui con i Piloti ci trovavamo a cena, tra amici della stessa età, ed ora, oggi, penso che qualcuno di loro potrebbe quasi essere mio figlio.

Come non ricordare il consueto 1° Maggio, “l’apertura di stagione”: sempre un brivido fortissimo, una scossa come poche, un pensiero che mi riporta sempre a te, al tuo aereo blu, ai tuoi occhi felici, come quando, ormai con i capelli bianchi, sei arrivato in campo alla guida del mio 2CV giallo insieme a Toni TAMAI … due ragazzini nell’animo.

E poi ricordo l’anno scorso, sempre al 1° maggio, spiando la “mamma” seduta accanto a Renato ROCCHI e Vittorio CUMIN, ho pensato con orgoglio, che sei stato anche tu uno di loro, uno di “quelli” che ancora oggi fa commuovere ed emozionare chi vede volare quei dieci aerei nel cielo friulano e nei cieli di tutto il mondo. Quei dieci ”ragazzi” che fanno sognare persone di tutte le età ancora con il naso all’insù.

E all’insù avevo il naso anche quel giorno che ti ho salutato per l’ultima volta, ancora un’altra dimostrazione di enorme affetto, un “tricolore” con il rombo dei tuoi arerei ti ha detto “ciao”.

Adesso che non ci sei più, le persone mi raccontano “storie dei tuoi voli”, “acrobazie rischiose”, racconti inediti della tua vita, molti sono incredibili Ciò che mi commuove è leggere nei loro occhi che non ti hanno dimenticato, anzi ti ricordano con grande affetto.

Per noi, la tua famiglia, è la cosa più bella che potessi lasciarci. Sono contenta di scoprire una parte di te che non conoscevo.
Per noi sei stato “papà”, un “pilota”, che giocava a “pinacolo” con noi ragazzi nelle sere invernali dopo aver cucinato una buona pastasciutta accompagnata da un calice di vino di PITTARO.
Ma qualcuno ha contribuito molto a farti diventare colui che tanti ricordano: il tuo “gruppo”, quei “ragazzi” che insieme a te hanno fatto delle “Frecce Tricolori” la grande Pattuglia che oggi ammiriamo ed amiamo
E tua “moglie” Emmina, una donna forte, che ti ha lasciato libero di volare dove volevi.

Credo proprio di dovermi fermare qui Nel migliore dei casi questo articolo sarà letto con attenta curiosità, nel peggiore solo letto. Una terza eventualità, forse qualcuno ti ricorderà con un sorriso.
Ciao Pony 1

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