Ultimo aggiornamento: 24 Luglio 2024

Era diventato una sorta di icona dopo aver trascorso una vita tra aerei e piloti, si è spento martedì 23 luglio mattina nell’ospedale civile di Udine

da Messaggero Veneto, 24 luglio 2024, p. 24

UDINE. È morto a 95 anni l’ex comandante delle Frecce tricolori – nel 1968 e 1969 – Vittorio Cumin, generale in pensione dell’Aeronautica militare italiana. Si è spento martedì 23 luglio mattina, assistito dalla figlia Antonella, nell’ospedale civile di Udine, città in cui risiedeva.

Era diventato una sorta di icona nel mondo dell’aeronautica militare, dopo aver trascorso una vita tra aerei e piloti. Era entrato nella Pan nel 1962 e poi dal 1975 al 1981 era stato comandante dell’aeroporto di Campoformido.

Dopo aver frequentato le elementari a Romans d’Isonzo, le medie a Gradisca e il liceo classico a Gorizia, pareva destinato a fare il calciatore passando dalla Pro Romans alla Pro Gorizia, a fianco di Enzo Bearzot (allenatore campione del mondo nel 1982).

Lasciò presto il calcio per frequentare, nel 1952, il corso allievi ufficiali di complemento a Gioia del Colle per poi spostarsi fra Lecce, Brindisi, Amendola, Grottaglie.

Infine giunse a Ghedi (Brescia), schierato nella pattuglia acrobatica dei Diavoli Rossi capeggiati dal padovano Mario Squarcina, che Cumin aveva conosciuto a Romans dopo l’8 settembre 1943. E quando all’inizio degli anni Sessanta quest’ultimo ricevette dallo Stato Maggiore dell’Arma azzurra il compito di creare – con base a Rivolto – un’unica Pattuglia acrobatica nazionale, chiamò anche Cumin.

Il 95enne era una persona disponibile che non aveva mai dimenticato gli amici di Romans e per questo era particolarmente amato dai suoi concittadini.

Morto a 95 anni Vittorio Cumin, asso di Romans tra i fondatori delle Frecce Tricolori

di Timothy Dissegna
da goriziano.it, 23 luglio 2024 [ fonte ]

Un nome che resterà nella storia dell’aeronautica militare, partito dalla piccola Versa e finendo in mezzo alle nuvole. Quello di Vittorio Cumin è oggi impresso nel racconto degli assi italiani del volo, essendo tra i piloti che diedero vita alle Frecce Tricolori nell’ormai lontano marzo del 1962 [la PAN nasce nel 1961, ndr]. Ci arrivò grazie al suo mentore Mario Squarcina, capoformazione di quei Diavoli Rossi che già dalla fine degli anni Cinquanta incantavano il pubblico non solo nazionale, ma anche nel resto d’Europa e oltreoceano.

In quella formazione c’era già Cumin, spentosi questa mattina a 95 anni a Udine dove viveva da tempo. Il suo legame con la natia Romans d’Isonzo, però, non l’aveva mai abbandonato e proprio a Versa saranno celebrati i funerali, venerdì 26 luglio alle 16. La comunità renderà l’ultimo saluto a uno dei suoi più illustri compaesani, che ha solcato i cieli dopo aver scelto tra la passione di volare e il pallone. Da ragazzo, infatti, giocava nella Pro Gorizia che all’epoca militava in Serie C. «Credo che fece la scelta giusta» ricorda sorridendo l’amico e compagno nell’Aeronautica, Beppe Liva.

Diplomatosi al liceo classico di Gorizia, si era poi laureato in Ingegneria a Trieste e all’inizio degli anni Cinquanta ecco arrivare la possibilità di entrare in Aviazione. Dopo l’inizio con i mezzi antisommergibile giunsero i jet, venendo quindi inserito nella sesta aerobrigata di stanza a Brescia, allo scalo di Ghedi. Entrato nella squadra di Squarcina, diventò un elemento prezioso della formazione che si esibì anche negli Stati Uniti, tanto da essere chiamato dallo stesso ufficiale quando nacquero le Frecce. Dentro vi rimarrà fino al 1969, passando tutti i gradi: componente, capoformazione e comandante.

Fu anche a capo anche dello stesso aeroporto di Rivolto, prima di partire per Bruxelles per un ruolo nella Nato. Ritornato in Friuli, diresse anche lo scalo di Campoformido. Arrivata la pensione, accolta con i gradi di generale, per lui si sono spalancate le porte della scuola piloti dell’Aviazione libica che volava su mezzi italiani. Qui fu istruttore negli anni Ottanta, per poi ritornare in patria. «Non amava fare il pensionato» ricorda ancora Liva, anche lui ex comandante della Pan. Fu così che nel 1986 divenne gregario della pattuglia acrobatica civile Alpi Eagles.

Nel cuore, però, sono sempre rimaste le Frecce. Agli appuntamenti annuali che queste propongono, come la festa per gli auguri di fine anno o l’esibizione del Primo maggio, non era mai è mancato. Dapprima affiancato dalla moglie Angiolina Tellon e, da quando lei non c’è più, dalla figlia Antonella. Proprio per omaggiare la compianta moglie dell’ufficiale, nel 2013 i jet sfrecciarono nella volta di Romans in occasione del suo funerale. Ancora nessuno sa se tra qualche giorno quello spettacolo verrà replicato, anche se ora Cumin sicuramente vola in cieli ancora più alti.

Addio a Cumin, il "comandante" delle Frecce Tricolori

di Paolo Cautero
da Il Gazzettino, 24 luglio 2024, Udine VII

UDINE Vittorio Cumin è morto. E con lui se ne va tanta storia delle Frecce Tricolori.

Originario di Romans d’Isonzo – era nato il 23 luglio 1929 – era entrato in Aeronautica militare lasciando gli studi di ingegneria e una promettente carriera di calciatore.

All’inizio degli anni Novanta [sessanta, ndr] è approdato alla base di Rivolto dove stava costituendosi la Pattuglia acrobatica nazionale (da tutti note come Frecce Tricolori) e il maggiore Mario Squarcina – padre di questa formazione e che conosceva le sue qualità di pilota avendolo apprezzato quand’era ai Diavoli Rossi di Ghedi presso Brescia – l’aveva praticamente subito voluto accanto a sé. Cumin è così stato componente di questa squadra aviatoria di eccellenza dal 1962 al 1969, inizialmente con ll grado di capitano e ricoprendo in successione i ruoli di componente, poi capoformazione e quindi comandante.

E “Comandante” rimarrà sempre per quanti si sono succeduti nella base Rivolto perché Cumin aveva il carisma del leader, scevro da contorni militareschi, ma connotato invece da quelli di vero gentiluomo.

Molto stimato dagli alti gradi dell’Arma azzurra, ha avuto in seguito un incarico al comando Nato di Bruxelles per poi concludere la carriera militare comandando il Poligono di tiro dl Manlago e anche l’aeroporto di Campoformido.

Nel suo curriculum professionale figura, quando ormai andava considerato un “civile”, la consulenza per l’azienda aeronautica italiana Siai Marchetti che aveva fornito velivoli a Paesi africani come Libia e Burkina Faso. E Vittorio Cumin ha saputo farsi apprezzare ovunque per capacità, umanità e quale uomo dalle doti fortemente positive.

Due le donne della sua vita: la moglie bresciana Angiollna Tatò (scomparsa già qualche anno fa) e la figlia Antonella che lo ha curato in modo esemplare e fedele durante l’inesorabile declino fisico terminato ieri mattina quando, all’ospedale civile di Udine, se n’è andato per sempre con lei vicino.

Aveva 95 anni: tutti spesi bene, sempre nel segno della passione per li volo e per l’azzurro della sua Arma. I funerali di Vittorio Cumin, il “Comandante” per eccellenza delle Frecce Tricolori, si svolgeranno venerdì prossimo alle 16 a Versa di Romans d’Isonzo.
Paolo Cautero O RINICCULOPIMMUUATA FRECCE TRICOLORI Ila guidato il gruppo lasciando un segno indelebile

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