Ultimo aggiornamento: 17 Settembre 2021
Si è chiuso il Salone internazionale dell'aeronautica e dello spazio
Venduti 300 mila biglietti - Ma altre 200 mila persone si erano accampate nelle campagne circostanti - Caldo e pioggia si sono alternati - A lento faticoso deflusso verso la città
di Remo Lugli
da Stampa sera, anno 102, n° 119, p. 12
La manifestazione conclusiva del IV° Salone internazionale dell’aeronautica e dello spazio ha richiamato a Caselle una folla enorme. I biglietti venduti sono stati trecentomila, tanti quanti sono stati i visitatori del Salone dal 5 giugno. E a queste trecentomila persone che hanno assistito ai virtuosismi degli apparecchi in volo sono da aggiungere altri duecentomila spettatori che anziché varcare i cancelli dell’aeroporto si sono accampati lungo le strade e nelle campagne della zona circostante.
La folla ha costituito spettacolo nello spettacolo. Già dalle sette del mattino si è iniziato il flusso continuo di automobili e pullman sulla strada di Caselle che dalle 8 e fino alle 18 è stata destinata al senso unico per facilitare il traffico. Imponente è stato i, servizio d’ordine: 120 vigili urbani, dislocati nell’area cittadina sulla direttrice dell’aeroporto, 150 agenti della polizia stradale lungo i 15 chilometri che dividono la città da Caselle e 600 carabinieri sul campo d’aviazione. La durata del percorso in auto, oscillava fra i tre quarti d’ora e un’ora e mezzo a seconda dell’orario: i momenti di maggiore lentezza si sono avuti tra le 13 e le 15.
Poi, a poco a poco, i 300 mila metri quadrati dell’aeroporto destinati alla manifestazione e i campi vicini si sono trasformati in un colossale campeggio. Alle 13 il comandante Jacob De Bencken della Siai Marchetti ci ha portati in volo su un SF 260 perché potessimo avere uno sguardo d’assieme. L’area espositiva era tutta un brulichio di macchine e di uomini e intorno, per un raggio di parecchi chilometri, grappoli di automobili e di persone addossati ai boschetti, alle piante singole, ai margini dalle strade. Giù, a camminare fra questa gente, sembrava d’essere in un festival del folclore, nel più spettacolare dei pic-nic. Ombrelloni e tavolinetti pieghevoli aperti per la colazione al sacco o la partita a scopa nell’attesa dello spettacolo, poltrone piazzate sul tetto dell’automobile per creare il posto di vedetta, scale apribili da alloggio, tende tese tra una vettura e l’altra.
Il sole si alternava alle nuvole e alla foschia, in certi momenti il caldo era soffocante, la gente andava alla ricerca dei venditori di bibite come fossero salvatori. Gli ambulanti – con le bancarelle, con i carrettini, con le ceste – avevano ovunque la coda di compratori. Gli spettatori hanno divorato il contenuto di cinquemila cestini da viaggio, trentamila panini, ventimila gelati, hanno ingollato duecentomila bibite (una ditta ha dovuto far venire da Torino due camion in più di quelli previsti), hanno comperato duemila cappelli di paglia e di carta, che poi, nel pomeriggio, tra le 16,30 e 16,40 sono serviti non più per il sole, ma per riparare un po’ dall’acquazzone che ha voluto disturbare la manifestazione. E in quei dieci minuti si sono viste, d’improvviso, decine e decine di migliaia di persone ripararsi con lucenti e approssimativi impermeabili, segno che molti erano stati previdenti e, partendo, si erano infilati in tasca un pacchetto di nailon.
Le condizioni atmosferiche non sono state delle più favorevoli perché non è mancato il caldo e le nuvole e la foschia hanno costretto gli aviatori a ripiegare, per le loro esibizioni, su programmi ridotti. Non per questo sono mancati voli di grande suspense. Il pubblico, accorso in massa, ha visto ben ripagato il proprio entusiasmo e la propria ammirazione per queste macchine volanti che ad ogni manitestazione diventano sempre più mostruose, più sbalorditive. Si assiste a certi passaggi dei Fiat 104 o dei Mirage o del Fiat G 91 come se fossero corpi appartenenti a un altro mondo: aerei che sciabolano l’aria sul filo dei mille chilometri l’ora, a pochi metri da terra, magari capovolti, con l’omino dentro – omino o un diavolo? — che manovra su cento strumenti con la testa in giù.
La gente ha percorso il cieIo di Caselle, girando e rigirando il capo da una parte e dall’altra, migliaia di volte. Alla fine, quando alle 19,15 i Fiat G91 Pan della nostra aeronautica hanno sfrecciato con le fumate tricolori per il grande saluto finale, molti avevano l’occhio appannato, erano storditi, ubriacati di luce e di fragore. È incominciato il lento, faticoso deflusso verso la città. E i prati sono riemersi, ma cosparsi di bottiglie, di scatolame, di cestini, di bicchieri di carta, gli avanzi di una lieta giornata di festa.
Foto 1 e 2 dall’articolo di Stampa Sera – Foto 3 da Interconair – Video da Archivio Luce [ fonte ]
Bilancio di un salone
di Nico Sgarlato,
da Interconair | Aviazione – Marina, vol. IX, anno X, n° 69, luglio – agosto 1970, p. 18
Si e concluso il 4.o Salone Internazionale dell’Aeronautica e dello Spazio. Una “quarta puntata” che, secondo un parere che abbiamo già espresso, deve essere considerata come se fosse la prima. Secondo noi infatti prima del “tutto Caselle” non si poteva parlare di vero e proprio salone, ma soltanto di tentativi.
Azzardiamo subito il nostro giudizio: è positivo. Positivo perché, seppure con le lacune che non abbiamo mancato di denunciare impietosamente sui cinque numeri della nostra edizione speciale TORINO ’70, il quarto S.I.A.S. ha assunto un aspetto da vero salone. D’altra parte di tutto questo si parla anche in “Luci ed ombre del Salone” e passeremo quindi ad esaminare quanto a Caselle si e potuto vedere.
Il materiale esposto in effetti non é stato molto: rispetto all’edizione 1968 non ci pare che ci sia stato un incremento. La partecipazione italiana è stata ovviamente completa, abbastanza interessante quella francese, non molto equilibrata quella inglese che ad un ricco padiglione coperto associava una presenza di aeromobili sul piazzale piuttosto scarsa. Hanno infine deluso i russi che, nonostante avessero annunciato una presenza particolarmente ricca, sul tipo di quella della terza edizione, si sono limitati presentare i loro prodotti più commerciali: lo Yakovlev Yak-40 e il Kamov Ka-26. Inesistenti o quasi, soprattutto per quel che riguarda la presenza di aeromobili, gli americani e i rappresentanti di altri paesi.
Scendendo di più nei particolari, dobbiamo rilevare che da parte italiana i motivi di interesse non sono certo mancati. Il posto d’onore è toccato decisamente al FIAT G.222 TCM. la cui presenza alla mostia statica è stata limitata agli ultimi giorni, mentre non c’è stata dimostrazione in volo in quanto il collaudo del prototipo, dato per imminente, non è ancora avvenuto. Sempre da parte Aeritalia sono stati pre-sentati aI pubblico i G.91Y e gli F-104S.
Interessanti e complete le rassegne dell’Agusta e della SIAl Marchetti (ditte i cui interessi sono oggi strettamente legati). La Agusta ha presentato il nuovo biturbina AB. 212, che sicuramente continuerà il successo degli AB.204B e 205, e il nono esemplare dell’AS.61 5H-3D. È confermato finalmente che la Marina Militare sta ricevendo, ad una cadenza piuttosto lenta, sia i grossi SEA KING che i piccoli A. 106. Una novità assoluta é stato l’Elicotteri Meridionali EMA-124, un ringiovanimento dell’AB.47G.
La SIAI Marchetti tra presentato la sua vasta gamma di aerei civili e militari ed una pattuglia acrobatica su due Sf-260 (LES FENNECS). I due punti focali sono stati l’S.210 presentato in volo per la prima volta al pubblico italiano e l’SM.1019 del quale hanno colpito particolarmente le caratteristiche STOL. Ci è parso invece che non si sia voluta attirare l’attenzione sull’SA-202 BRAVO. Come avevamo già preannunciato nello stand della SIAI era esposto il mock-up dell’SV-20, il prestigioso progetto dell’Ing. Bianchi.
Novità assoluta è stato il bimotore Partenavia P.68 che è piaciuto moltissimo al pubblico e agli esperti per la sua linea filante. Ottenuta l’immatricolazione a tempo di record, il P.68 ha compiuto anche una dimostrazione in volo.
Nessuna novita di rilievo dalla Macchi (se si esclude la conferma dell’ordine di 112 MB.326GB da patte del Brasile) che allineava alla mostra statica un AL-60E-5 CONESTOGA con colorazione “tipo Vietnam”, appartenente alla serie destinata alla Repubblica Centrafricana, un MB.326GB con i colori congolesi e un MB.326 dell’A.M.I. Non sono state divulgate informazioni più precise sul nuovo aereo da combattimento su cui si vocifera da tempo. Siamo riusciti invece a sapere qualcosa di più tramite ditte inglesi interessate a fornire subsistemi. Il nuovo aereo, che si chiama MB.336B, deriva chiaramente dall’MB.326 dal quale differisce, a grandi linee per l’abitacolo monoposto, il motore VIPER 600 da 1.815 kg/s e l’armamento fisso nel muso di due cannoni da 30 mm con 150 colpi cad. Il prototipo, che è attualmente in fase di completamento, avrà un peso al decollo di 5.450 kg.
Nessuna novità dalla Piaggio che ha esposto a terra e in volo il bireattore PD-808 con l’arredamento disegnato da Pininfarina. L”‘executive” è stato pilotato dal collaudatore Ferretto che ha saputo mettere in risalto tutte le doti dell’aereo.
La Francia ha allineato la consueta presentazione con larga collaborazione delle forze armate: PATROUILLE DE FRANCE, MIRAGE III-E e MIRAGE F-1, Breguet Br.941S, Breguet ALIZE’ e ATLANTIC, due A.M.D. ETENDARD che hanno eseguito una manovra simulata di iifornimento in volo ed un elicottero SUPER FRELON. È da notare che durante le esibizioni in volo che si sono succedute tutti i giorni spesso hanno volato a breve distanza di tempo l’F-1045 STARFIGHTER e il MIRAGE F-1. L’inevitabile confronto tra le due macchine è andato a netto vantaggio dell’aereo francese che a parità di velocita, ha una manovrabilità superba, ben superiore a quella del bisonico italiano: Io stesso si può dire per il raggio di virata che per il caccia francese e molto ridotto.
La presenza inglese era concentrata in una ricca partecipazione della S.B.A.C. nello stand al coperto. Gli aerei esposti invece non erano numerosi e la parte del leone spettava alla R.A.F. con i rossi RED ARROWS e i bravissimi paracadutisti acrobatici FALCONS (la cui esibizione di venerdì è stata spettacolare, mentre purtroppo sabato e domenica hanno dovuto accontentarsi di un programma ridotto), accompagnati da due Lockheed HERCULES C. Mk 1 del Support Command che spiccavano nella loro colorazione da teatro desertico medioorientale, dai quali uscivano LAND ROVER e MINI di servizio.
Come abbiamo riferito all’inizio, c’è poco da dire sull’Unione Sovietica che, inspiegabilmente, non ha portato né il promesso Tu-154, né il Tu-134 o l’elicottero Mi-6, macchine che sono tra quelle su cui l’Aviaexport punta di più per l’esportazione. A favore della manifestazione vogliamo dire che le macchine hanno volato tutti i giorni e che le presentazioni erano commentate da uno speaker abbastanza preciso ed evidentemente competente in materia che ci ha risparmiato i soliti svarioni che siamo abituati a sentire in simili occasioni.
Per la cronaca diciamo che alla pioggia e al fresco dei primi giorni ha fatto seguito un sole, talvolta martellante, talvolta velato, ma sempre caldissimo. Solo domenica, durante Io svolgimento della Festa dell’Aria, il tempo è stato più variabile e non è mancata la pioggia. Nell’ultima parte dello show alla foschia si sono aggiunti i densi fumi delle pattuglie acrobatiche limitando cosi la visibilità in maniera sensibile.
Come vuole una tradizione di INTERCONAIR AVIAZIONE E MARINA diamo, in forma telegrafica, un nostro giudizio sulle pattuglie acrobatiche. Ci è sembrato che a piacere di più siano stati i RED ARROWS inglesi, per fettamente a loro agio sul campo di Caselle, e ammirati per la loro audacia e per la quota molto bassa cui hanno operato. Al secondo posto classificheremo la PATROUILLE DE FRANCE che, nonostante le caratteristiche non molto spettacolari dei MAGISTER, ha saputo lavorare bene anche domenica, in condizioni di non buona visibilità.
Terzo posto alle FRECCE TRI-COLORI, il cui programma eseguito completamente nei giorni precedenti è stato drasticamente decurtato della sua parte più spettacolare, la “bomba inversa” con passaggio a bassa quota. La PAN ha eseguito con precisione figure di alto interesse tecnico che però non possono essere apprezzate appieno dal pubblico meno preparato. Quarti infine i DIABLES ROUGES della Force Aérienne Belge. Il “team” infatti, Il cui equipaggio è stato recentemente rimaneggiato, manca ancora di una certa coesione.