Ultimo aggiornamento: 14 Giugno 2024
da Il Piccolo, 20 agosto 1986, p. 2
(anche in Stampa Sera, 20 agosto 1986, p. 7)
ROMA — La recente tournée negli Usa della pattuglia acrobatica italiana è oggetto di un’interrogazione al ministro della difesa del capogruppo radicale on. Francesco Rutelli.
Dopo aver chiesto di sapere quanto costa allo Stato «l’assurda spedizione di oltre due mesi in Nord America delle Frecce tricolori», Rutelli nell’interrogazione vuole sapere, analiticamente, i costi dell’operazione, l’enorme consumo di carburante, i trasferimenti e le ingenti spese per il supporto logistico nonché il programma, delle rischiose e inutili esibizioni.
Rutelli chiede anche al ministro di sapere se – di fronte alle lamentate carenze di mezzi dell’Aeronautica – non sia il caso di destinare i 15 aerei MB 339 della pattuglia a normali attività, senza quindi dover ricorrere all’acquisto di nuovi mezzi per centinaia di miliardi e proseguire «tronfie» esibizioni di «nessun valore per Ia sicurezza del paese».
Frecce tricolori strumento di ricerca
da Il Piccolo, 27 agosto 1986, p. 2
UDINE — «La proposta di scioglimento delle Frecce tricolori avanzata dai radicali, oltre a non interpretare affatto il pensiero degli italiani e in particolare quello dei friulani, ignora che l’acrobazia quale pratica di affiatamento uomo-macchina-ambiente, non è fine a se stessa, ma per varie ragioni tecniche e psicologiche ben intuibili porta al più alto grado della “combat ready”, titolo ufficialmente riconosciuto dalla Nato ai piloti operanti nel settore convenzionale».
Lo ha detto l’on. Martino Scovacricchi (Psdi), già sottosegretario alla difesa, secondo il quale «la pattuglia acrobatica nazionale è in effetti un reparto caccia-appoggio tattico di straordinaria efficienza».
Nel ribadire la contrarietà alla proposta radicale, Scovacricchi ha precisato «che le Frecce costituiscono un valido strumento di ricerca e aggiornamento in campo volo oltre a essere un prestigioso messaggero all’estero dell’arma italiana e della nostra tecnologia».
Le «frecce» hanno fatto centro
La trasferta della pattuglia acrobatica italiana in Canada
di Francesco Fornari
da La Stampa, 2 settembre 1986, p. 9
Dal nostro inviato
TORONTO – È stata una festa tutta italiana l’alr Show dl Toronto, dove le «Frecce Tricolori» al sono esiblte davanti a decine dl migliaia di spettatori assiepati sulla riva del lago Ontario. Sono oltre 400 mila i nostri connazionali che vivono e lavorano In Canada, la maggioranza si trova appunto nello Stato dell’Ontario: sono accorsi in massa per assistere alle evoluzioni della nostra pattuglia acrobatica che da un mese e mezzo si sta esibendo in America. Questa di Toronto è la terz’ultima tappa di una missione che è incominciata Il 16 luglio, quando i dodici Aermacchi MB339 sona partiti dalla base di Rivolto del Friuli diretti verso il continente americano.
Un lungo viaggio saltellando per mezza Europa (Germania, Scozia, Irlanda), prima dl far tappa in Groenlandia, poi il grande balzo oltre oceano, con tappe In tre basu canadesi (Frobisher Bay, Goose Bay e Bagotville), infine a North Bay, dove Il 20 luglio le «Frecce» hanno dato il loro primo spettacolo. Il trasferimento è slato la prima «acrobazia» compiuta dai nostri piloti. Dice li colonnello Giuseppe Bernardis, un friulano di 38 anni con oltre 3300 ore di volo alle spalle: «È stata una bella traversata, molto avvincente, che si è rivelata più semplice del previsto, anche se abbiamo trovato condizioni di tempo molto sfavorevoli».
Un’esperienza nuova per piloti abituati a volare nulla terra, che ha permeano di valutare l’alto grado dl preparazione della nostra pattuglia. «Sotto il profilo tecnico il bilancio di questa trasferta è positivo – prosegue il comandante – abbiamo potuto sperimentare aerei ed equipaggi in condizioni dl lavoro eccezionali. Una tournée del genere può portare ad una buona cooperazione industriale fra l’italia e l’America. Abbiamo dimostrato che la nostra industria aeronautica non è seconda a nessuno».
Dalle parole del colonnello Bernardin traspare la soddisfazione di chi è cosciente di aver fatto un buon lavoro. «Abbiamo ricevuto ovunque accoglienze calorosissime e apprezzamenti. Per gli italiani emigrati negli Stati Uniti e nel Canada la nostra presenza qui è stata motivo di grande orgoglio e soddisfazione. I loro applausi, i loro ringraziamenti, la gioia che hanno dimostrato nel vederci, ci ripagano ampiamente di ogni sacrificio sopportato o di certe critiche malevoli». È evidente il riferimento all’interrogazione presentata il 19 agosto al ministro della Difesa dall’on. Rutelli, del partito radicale, che ha giudicato un Inutile spreco di miliardi la spedizione della nostra pattuglla acrobatica «per rischiose e inutili esibizioni» e ha proposto l’abolizione delle Frecce Tricolori.
Spiega ancora il comandante: «Il costo tecnico dalla missione é stato praticamente zero. Potrei dire inferiore a quello che sarebbe costato tenere la pattuglia in Europa, impegnata nei normail voli di addestramento». Alla fine della missione, infatti, le ore dl volo degli Aerrnacchl MB339 saranno circa 900 ma precisa il col. Bernardis: «Bisogna tener conto che che ogni spostamento è coinciso con una esibizione, mentre quando lavoriamo a casa nostra, per ogni manifestazione, bisogna conteggiare anche i voli di trasferimento».
Ovunque i nostri piloti hanno ottenuto vivi consensi, la nostra pattuglia è stata giudicata la migliore fra tutte quelle che si stono esibite in questo appassionante carosello aereo nei cieli dl mezza America. Le «Frecce» si sono cimentate con i «Blue Angels», i piloti acrobatici della Marina americana, gli «Snowbirds» canadesi, la «Patrouille de France», i «Thunderbirds» dell’Aviazione americana e i piloti brasiliani dalla «Esquadrilha da Fumaça», ai primi passi in queste esiblzloni.
A Toronto, dove vive una grande comunità friulana, oltre 45 mila persone che fanno della capitale dell’Ontario la «terza città friulana dopo Udine e Pordenone», come dice Dario Di Sante, 45 anni, di San Daniele, contabile. emigrato In Canada nel 1954, vicepresidente della «Famee Furlane» a cui aderiscono 786 famiglie dl emigrati dal Friuli, l’accoglienza è stata entusiasmante. Sposato e padre di tre figli, Di Sante racconta che era «dal 1979 che sognavamo di far venire le “Frecce” in Canada».