Ultimo aggiornamento: 16 Giugno 2020
titolo originale: Rookie Daredevil in flight of fantasy
di Mary Schmich
da chicagotribune.com, 15 luglio 1992 [ fonte ]
The night before your flight with the Italian Air Force`s Frecce Tricolori, the very charming Lt. Col. Giangavino Cuccu calls to say, ”Make-a sure-a you bring-a some-a boots that cover your-a ankles.”
Not until the next day do you think to ask, ”What`s the deal with covering your ankles?”
”Don`t-a worry,” says Cuccu, the squadron`s press officer. ”One of the things that may happen is to eject. Arriving to the ground, it`s-a better to have-a your-a ankles covered. But the ejection is-a really easy.”
Suddenly you feel queasy, and you haven`t even made it out of the cab, which is bouncing over the expressway toward the Glenview Naval Air Station. You order the taxi to pull over at a Walgreen`s so you can put some Dramamine on your expense account.
Aerobatics have always struck you as a male fantasy, but to your surprise, you have discovered that the desire to strut the right stuff runs deep even in the female psyche. When the Frecce Tricolori offered to take you flying the day before the Chicago Air & Water Show, how could you tell them you get motion sick in elevators?
So now here you are, strapped in the back cockpit of a Aermacchi MB339A two-seater jet, staring at a control panel crammed with knobs and dials, outfitted in a helmet and oxygen mask, pretending to understand the very charming Giacomo Zanelli as he explains G-forces.
”You`ll react to the G-forces by pumping a lot of blood, shooo shooo shooo,” says Zanelli, a maintenance officer for the Frecce Tricolori. ”You might feel a little bit dizzy, but it`s not quite a problem, especially for someone as fit like yourself.”
So very charming.
A few minutes earlier, the very charming Carlo Baron, chief of maintenance, had handed you a little bag, decorated with Italian green, white and red stripes.
”We give a little bag if you have-a some-a problems,” Baron said. ”But don`t-a worry.”
Don`t-a worry, you repeat. The Frecce Tricolori pilots, most of whom are in their 20s and early 30s, are among the world`s most dazzling. They fly nine planes in formation, along with a soloist, a bigger show even than the U.S. Navy`s Blue Angels.
Besides, your personal pilot on this three-plane demonstration jaunt will be the squadron`s leader, the very charming Gianluigi Zanovello, 36, known as Gigi.
”Don`t-a worry,” Gigi says. ”I know pilots who get sick 10 times before they feel good.”
And then the plane is skimming down the runway, the ground peels away, and you are flying, flying the way you`ve flown only in your dreams.
The plane loops and dives and wheels, hurtling through the sky at 400 m.p.h. You laugh out loud, not the laugh you laugh at Roseanne or Seinfeld, but a laugh that is pure sensation, feelings stripped of thought.
”You want to pull some more G`s?”
When Gigi`s voice crackles over the earpiece in your helmet, you gasp into the microphone in your mask, ”God, yes.”
You soar straight up, into the white light of the midday sun. You see nothing but the sun. You are dying. You are dead. You have no body, you are nothing but body. You understand why these guys fly twice a day.
Until you roll.
Until now, you`ve been in many strange positions, on your side, on your back, nose racing toward the planet. Now, unfortunately, you are upside down. Frantic, you pluck your tricolor bag from the leg pocket of your flight suit.
”That was great!” Gigi calls. ”Do you want to go back out over the lake?”
Clutching your used tricolor bag, you ponder life`s mysteries, such as how pleasure can dissolve so abruptly into pain, etc. You decide that since you don`t intend to ride one of these broncos again any time soon, you may as well see all the sights.
”To the lake!” you wheeze.
It seems an eternity later that a bevy of very charming, grinning Italian men are unhooking you from the web of hooks and belts that have held you in your seat. You are limp, empty, soaked in sweat.
”You pulled 5.5 G`s,” says Gigi, elegant as a man who just stepped out of a styling salon. ”That`s very good.”
Unconsoled, you stagger from the plane and crumple to the ground. The grass never seemed so green or the dirt so cool or the earth so hard.
Later, Gigi says, ”You feel very free up there, and in a certain way, very powerful. Everything you feel, you feel more when you fly. Up there, happiness is much more happiness.”
You lie on your back and watch the sky. Clouds will never look the same.
La notte prima del tuo volo con le Frecce Tricolori dell’Aeronautica Militare Italiana, l’incantevole Ten. Col. Giangavino Cuccu chiama per dirti: “Sia sicura di portarsi un tipo di scarpe che le coprano le caviglie.”
Non prima del giorno successivo pensi di chiederti, “Che problema c’è con la copertura delle caviglie?”
“Non ti preoccupare”, continua Cuccu, l’addetto stampa della Pattuglia. “Una delle cose che può succedere è quella di eiettarsi. Toccando terra, è meglio tu abbia le caviglie coperte. Ma l’eiettarsi è davvero facile”.
All’improvviso ti senti nauseato, e non sei ancora uscito dalla cabina che sta rimbalzando sull’autostrada verso la Glenview Naval Air Station. Ordini così al taxi di accostare presso una farmacia Walgreen così puoi mettere del Dramamine (antistaminico usato in caso di nausea e sensazioni di vertigini, ndr) sul conto spese.
L’acrobazia ti ha sempre colpito come una fantasia maschile, ma per tua sorpresa, hai scoperto che il desiderio di mostrare le cose giuste è ben radicato anche nella psiche femminile. Quando le Frecce Tricolori offrono di portarti in volo il giorno prima del Chicago Air & Water Show, come puoi dirgli che ti senti male in ascensore?
E così, eccoti qua, legato nell’abitacolo posteriore di un jet biposto Aermacchi MB339, mentre fissi il pannello di controllo stipato di manopole e quadranti, vestito di un casco e una maschera per l’ossigeno, fingendo di capire l’affascinante Giacomo Zanelli mentre spiega la forza G.
“Reagirà alle forze G pompando un sacco di sangue” dice Zanelli, un ufficiale della manutenzione delle Frecce Tricolori. “Potrebbe sentirsi un’attimo stordita, ma non è un decisamente un problema, specialmente per una in forma come lei”.
Molto adorabile.
Pochi minuti prima, l’incantevole Carlo Baron, capo della manutenzione, ti ha passato una piccola borsa, decorata con le righe italiane verdi, bianco e rosso.
“Le abbiamo dato una piccola borsa se avesse qualche problema”, ha detto Baron, “ma non si preoccupi”.
Non si preoccupi, ripeti. I piloti delle Frecce Tricolori, molti dei quali sono ventenni o freschi trentenni, sono tra i più impressionanti al mondo. Volano su nove velivoli in formazione, assieme ad un solista, un grande show anche più di quello dei Blue Angels della U.S. Navy.
Il tuo pilota personale per questa scampagnata/dimostrazione su tre aerei sarà il capoformazione Gianluigi Zanovello, 36 anni, conosciuto come Gigi.
“Non si preoccupi”, mi dice Gigi, “Conosco piloti che sono stati male una decina di volte prima di sentirsi bene”.
E poi l’aereo scorre lungo la pista, il terreno si stacca, e tu stai volando, come durante i tuoi sogni.
Il velivolo va in looping e in picchiata e in virata, fendendo il cielo a 400 m.p.h. Te scoppi a ridere fragorosamente, non quella risata che fai guardando Roseanne or Seinfeld, ma una risata che è pura sensazione, spogliata di ogni pensiero.
“Vuole tirare qualche G in più?”
Quando la voce di Gigi scricchiola nell’auricolare del tuo casco, rantoli nel microfono della maschera, “Dio, si”.
Sali diritto, nella bianca luce del sole di mezzogiorno. Non vedi altro che il sole. Stai morendo. Sei morto. Non hai corpo, sei tutto tranne che un corpo. Capisci perchè questi ragazzi volano due volte al giorno.
Fino a che sei in rollio.
Fino ad ora, sei stata in molte strane posizioni, sul fianco, sulla schiena, naso in corsa verso il pianeta. Ora, sfortunatamente, sei sottosopra. Disperata, strappi la borsa tricolore dalla tasca sulla gamba della tuta da volo.
“È stato magnifico”. Gigi chiama. “Vuoi ritornare verso il lago?”.
Stringendo la tua borsa tricolore usata, rifletti sui misteri della vita, su come il piacere può dissolvere cosi bruscamente nel dolore, ecc. Decidi che siccome non intendi cavalcare di nuovo uno di questi cavalli selvatici nell’immediato, potresti anche far un giro turistico.
“Al lago!” dici ansimando.
Sembra un’eternità più tardi che un gruppo di molto affascinanti, sorridenti uomini italiani ti stanno slacciando dalla rete di ganci e cinghie che ti hanno tenuto sul seggiolino. Sei debole, svuotata e bagnata di sudore.
“Hai tirato i 5,5 G”, dice Gigi, elegante come un uomo appena uscito dal parrucchiere. “Questo è molto buono!”
Sconsolata, esci barcollando dal velivolo e crolli a terra. L’erba sembra non esser mai stata così verde o il suolo così fresco o la terra così dura.
Più tardi, Gigi disse: “Ti senti così libero lassù, e da un certo punto di vista, molto potente. Ogni cosa che provi, la provi più intensamente quando voli. Lassù, la felicità è molto di più che felicità”.
Sei disteso sulla schiena e guardi il cielo. Le nuvole non sembreranno più le stesse.