(Ultimo aggiornamento: 29 Novembre 2019)

da “L’Esperesso – Il giornalino del Douhet”, anno 2011 / 2012, n° 6, maggio / settembre, pp. 16 – 17

Prima domanda di rito ad un grande pilota, ma in questo caso siamo particolarmente curiosi della risposta: quando ha incontrato sulla sua strada il volo, come ha capito che era ciò che desiderava per il suo futuro?
In realtà devo dire che il mio ingresso in Aeronautica è stato, per così dire, del tutto casuale, non avendo inizialmente una conoscenza profonda del mondo aeronautico.
Una volta superate le selezioni e iniziato il corso di volo è nata e cresciuta in me quella che sarebbe diventata la mia passione.

A vederla al posto di guida, alle prese col “volo folle”, sembrerebbe in grado di condurre qualsiasi aereo senza problemi. Ha mai desiderato di scambiare il suo MB 339 con qualche altro velivolo?
Potrà sembrare strano, in un momento storico che vede l’avvicendarsi di macchine sempre più performanti, ma credo che non cambierei il “mio” MB339. È un velivolo che sin dalle scuole di volo mi ha sempre affascinato in particolar modo per le sue doti acrobatiche.
Rimane uno dei pochissimi velivoli a getto in grado di volare manovre tipiche dei velivoli acrobatici ad elica.

Ricorda un volo o un’intera esibizione che in questi anni l’ha particolarmente emozionata?
Da pilota delle Frecce Tricolori ricordo il mio primo “1°MAGGIO” come il giorno in cui ho esordito davanti a migliaia di persone con il primo volo ufficiale con la formazione al completo.

Come trova spazio e soprattuto quanto pesa l’individualità del singolo (specialmente del solista) in un gruppo come quello delle “Frecce”, in cui la collaborazione ed il lavoro di squadra sono imprescindibili?
L’individualità del singolo, in un gruppo come questo, rappresenta il pezzo di un puzzle in mancanza del quale il risultato finale sarebbe comunque incompleto.

Ricorda la prima cosa che ha fatto quando ha saputo che il Pony numero 10 sarebbe stato suo?
La prima cosa che ho fatto quando ho saputo che avrei ricoperto il ruolo del Solista è stato abbracciare la persona che me lo ha comunicato…. era il Magg. Simone Cavelli, il solista che mi ha preceduto.

Ha un portafortuna che porta con sé in volo?
No, non ho un portafortuna. Non sono superstizioso.

Qual è la sua figura preferita?
Ritengo il “volo folle” la manovra che più caratterizza il programma del solista delle Frecce Tricolori. Consiste in una tecnica di volo in continua controfase con il velivolo  configurato per l’atterraggio e in condizioni di G Stallo quasi continuo.

In cosa si diversifica la vita del Solista rispetto a quella di un membro “normale” della pattuglia? Quanto dipendono da lui preparazione ed esibizione delle “Frecce”?
È sostanzialmente la stessa. Il solista ha un compito diverso. Avendo la possibilità di volare da solo può presentare un programma finalizzato a mettere in risalto le caratteristiche del velivolo al limite del suo inviluppo di manovra. Lo fa alternando le sue manovre con quelle della formazione essendo il responsabile della tempistica generale del programma.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.