Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio 2025

trascrizione del podcast intervista di Luca Rizzato
da stellafm.it, 29 ottobre 2017 [ fonte ]

Il Magg. Pilota Mirco Caffelli è nato a Viadana (Mn) il 22 maggio 1978, e sin dalla tenera età ha coltivato una grande passione per il volo. Il “battesimo dell’aria” è stato a 17 anni, come passeggero pagante su un velivolo dell’Aeroclub civile di Parma.

Durante l’anno della quinta superiore (all’istituto per geometri), oltre che per la maturità ha studiato anche per gli esami di ammissione all’Accademia aeronautica.

Da quel momento, la carriera del pilota viadanese è letteralmente decollata: nell’ottobre 1997 il brevetto di volo; nell’estate ‘99 quello di volo acrobatico; nel 2001 la laurea a Napoli; nel 2003 il diploma alla scuola di volo su jet (conseguito nella base americana di Sheppard, Texas); l’anno successivo l’abilitazione alla guida del Tornado, l’aereo dei suoi sogni; nel 2007 il conseguimento della Combact Readiness ed il superamento dell’esame per l’ingresso nelle mitiche Frecce Tricolori.

Posizioni ricoperte nelle Frecce:Pony 7,Pony 2 e Pony 1 (Capoformazione).Dal 2017 è’ Comandante del 313* Gruppo Addestramento Acrobatico delle Frecce Tricolori la nostra Pattuglia Acrobatica Nazionale.Con più di 2950 ore di volo ha l’abilitazione su velivoli: SF260,T37,T38,MB339A,MB339C e TORNADO IDS.

Un saluto specialissimo a tutti gli ascoltatori di Radio Stella FM da Luca Rizzato. Per me è un grande onore e anche da appassionato prima di tutto poter incontrare il comandante di quella che è la Pattuglia Acrobatica Nazionale che da più di 55 anni devo dire d’attività stende con le proprie evoluzioni il tricolore più lungo del mondo, le Frecce Tricolori, qui di fronte a me il comandante, il Maggiore Mirko Caffelli, benvenuto, come sta?

Grazie mille, molto bene ed è un piacere tutto mio essere qua con voi.

Comandante, da capo formazione a comandante, quindi grande direttore d’orchestra di questi nuovi velivoli in formazione più il solista. Come si sta rivelando questa prima stagione appunto da comandante dirigendo appunto da terra? Questa stagione che è partita il primo maggio e si concluderà come da tradizione il 4 di novembre con il tradizionale solvoro all’altare della patria a Roma.

Sicuramente è un diverso punto di vista. Diciamo che io sono entrato nella Pattuglia Acrobatica Nazionale nel 2007, quindi dopo dieci anni di volo in formazione all’interno dell’abitacolo dell’MB339, adesso ho l’onore invece di comandare le Frecce Tricolori da terra e sicuramente il punto di vista è diverso perché si ha una una prospettiva molto diversa. Riesco a vedere adesso con un occhio da spettatore, anch’io, godermi quelle che sono le 18 figure acrobatiche delle Frecce Tricolori ed è un’emozione unica, un’emozione unica perché mi riesco a rendere conto soprattutto dell’affetto della gente che c’è vicina, che viene a vedere ogni volta la manifestazione delle Frecce, per cui veramente è un’emozione unica.

Lei, circa 23 anni fa, da appassionato, andava in visita, ignaro del proprio futuro alla base aerea di rivolto, che è il vostro quartier generale, ma lei ha detto che è grande fortuna. Io non sono molto convinto che sia tutta grande fortuna. Insomma, se lei è arrivato fino a qui, c’è sicuramente grande passione, ma anche talento, preparazione.

Beh, vedo innanzitutto che è informato sul mio passato, quindi mi fa piacere. È vero, ero un ragazzino molto appassionato e me l’ero posto proprio come un… non un sogno, perché i sogni no, di solito si lasciano dentro i cassetti, ma proprio come un obiettivo da raggiungere. Questo a dimostrazione del fatto che serve fortuna e serve anche tanto, tanto, tanto impegno. Quindi se uno se lo pone un po’ come obiettivo di vita, ma può essere pilota delle Frecce, come può essere benissimo qualsiasi altra cosa, ecco io posso portare l’esempio magari ai ragazzi giovani, si riesce magari a raggiungere. Quindi ho posto la mia vita dal punto di vista dello studio, dello sport, eccetera, per raggiungere questo obiettivo e serve anche tanta fortuna, diciamocelo, perché purtroppo e per fortuna serve anche quella.

25 minuti di volo acrobatico, di tecnica ad acrobazia, ma da comandante la manovra in assoluto che lei preferisce di più è la stessa che coincideva con quando volava con tutto il gruppo?

In realtà no, perché come ho detto prima ci sono diversi punti di vista. Quello che mi faceva aumentare il battito cardiaco, io la misuro così l’emozione, quando si ha il battito cardiaco che aumenta di frequenza in modo incontrollato, quindi vuol dire che l’emozione è vera. Da capo formazione ce l’avevo al momento dell’ingresso quindi in realtà non è durante l’esibizione ma è poco prima, quei secondi prima che precedono il looping d’ingresso. Perchè? Perchè riuscivo a vedere tutto il pubblico che era corso a vedere le Frecce Triolori per cui questo mi generava moltissima emozione. Adesso da comandante sentendo il rumore d’aeroplani, da terra, sentendo l’applauso del pubblico, sentendo le musiche che vengono messe, lo speakeraggio dalla nostra speaker è tutta un’atmosfera diversa e devo dire che adesso il battito cardiaco più la pelle d’oca mi viene al passaggio finale in Alona con le note di Pavarotti.

Tutti i piloti delle frecce tricolori provengono dai reparti da caccia dell’aeronautica militare ma mi dica la verità, hai mai avuto un po’ di paura durante la prima fase di addestramento prettamente acrobatico? Cioè capita che qualcuno si senta anche un po’ male.

Allora, la paura non è legata dal punto di vista tecnico del volo, perché si arriva a fare quello che facciamo gradualmente, quindi non è che si inizia ovviamente a volare tutti i 10 in formazione insieme, ma si inizia prima una coppia, poi tre aeroplani, quattro aeroplani, quindi si viene portati proprio mano per mano durante l’addestramento e per cui non c’è una paura proprio di volare da questo punto di vista. La paura, se c’è, è quella della… A volte mi chiedevo se era veramente il mio mestiere, se ero in grado di essere all’altezza di tutti quelli che mi avevano proceduto. La paura, se c’era nella parte iniziale, dell’addestramento era proprio questa, di essere in grado e soprattutto all’altezza di chi mi ha proceduto per ben 56 anni in manifestazione corbata.

La bravura del solista è quella di riuscire a trovare le tempistiche giuste per entrare all’interno delle figure delle frecce tricolori, ma può capitare che un pilota si distingua maggiormente come solista per tecnicismo, per personalizzazione del velivolo? Ricordiamo insomma uno dei miti delle frecce G. B. Molinaro…

fu lui perché ci fu il salto tra il G91 e l’MB339 che pilotiamo oggigiorno e fu lui insomma a creare quelle manovre spettacolari che tuttora abbiamo nel nostro programma quindi tipo Lomçovak con la scampanata che sono manovre direi impensabili per un velivolo a getta che non sia appunto l’MB339 quindi sicuramente GB Molinaro fu un pioniere da questo punto di vista. La forza nostra delle Frecce Tricolori è quella di tramandare poi questi tecnicismi, questa tecnica di volo con tutti i successori, i futuri piloti delle frecce, quindi diciamo che è una magia, una coreografia che appunto è nata nel 61 e che va avanti e che dà sempre un grande spettacolo.

Allora, tra le manovre nuove si è aggiunta “Scintilla Tricolore” che sembra una vera e propria esplosione. Prima ancora nel 2006 c’era “Cuore” e poi la “Bomba” che rimane una delle figure più amate sicuramente della Pattuglia Acrobatica. Ma devo dire che anche Scintilla Tricolore regala una grande emozione.

Sì, è molto difficile inserire delle manovre nuove all’interno delle 18 figure acrobatiche perché è come se fosse un film con un determinato pathos che si genera all’interno delle manovre e quindi poi di riflesso sul pubblico. È difficile pensare di tagliare una scena e inserire un’altra scena che dia lo stesso pathos e sia anche congruente come tempistiche. Ci siamo riusciti l’ultima volta nel 2015 con la “Scintilla Tricolore” e, ripeto, con il doppio punto di vista in volo e a terra devo dire che dà una forte emozione anche da terra.

L’ultima cosa, comandante, a seconda delle condizioni meteo esistono tre tipi di programma delle frecce tricolori, il basso, il medio e l’alto, ma qual è il limite estremo oltre cui non si può più volare in termini di sicurezza? Mi riferisco al meteo, le condizioni meteo, quando c’è magari una forte pioggia…

Beh certo, poi diciamo che non ci basiamo sul sentimento o sul parere personale, ma ovviamente ci sono esattamente dati tecnici di visibilità e quota delle nubi, per cui se proprio numericamente i bollettini riportano che siamo al di sotto di queste minime meteo ovviamente non si può andare in volo.

Ogni anno arrivano due piloti nuovi all’interno della formazione, spetta a lei come comandante ma anche ai quattro piloti più anziani diciamo sceglierli, su cosa vi basate?

In realtà la scelta viene fatta da tutti i piloti della formazione. I quattro piloti più anziani, quindi il comandante Pony 0, il capo formazione Pony 1, Pony 6 che è il leader della seconda sezione e Pony 10 il solista, io lo definirei un po’ come il CDA, il Consiglio di Amministrazione delle Frecce Tricolori, che appunto per la loro grande esperienza, essendo da più anni in pattuglia, riescono a conoscere un po’ meglio a pelle il candidato. Però il parere viene poi espresso da tutti quanti i piloti perché si deve ovviamente inserire nella squadra delle Frecce. Quello che guardiamo, contrariamente a quello che uno può immaginare, non è tanto l’aspetto tecnico, quindi non cerchiamo assolutamente il “superpilota”, ovvio deve avere delle caratteristiche innate nel volo in formazione, ma quello che guardiamo principalmente è l’aspetto umano e caratteriale, quindi deve essere una persona in grado di condividere tutto, di non mettersi in mostra in prima persona, ma al beneficio della squadra.

Lei che ha il privilegio di volare con le Frecce sia in Italia, ma tantissime anche le manifestazioni che fate durante l’anno all’estero. Esiste una città particolarmente bella vista dall’alto, italiana, che veramente l’ha fatta innamorare sorvolandola?

Diciamo che non ce n’è un in particolare ma è un insieme.

Lei è a Mantovano tra l’altro…

Io sono a Mantovano, un piccolo paesino nella pianura padana e diciamo che, come dicevo prima, non è che me ne ha colpito una in particolare. Sicuramente a Roma quando facciamo il sorvolo sull’Altare della Patria è una magia veramente incredibile sorvolare Roma, ma come Roma può essere anche non magari una città nel particolare ma un paesaggio. Ecco, magari colpisce molto un paesaggio per determinate luci e che magari non si ha la possibilità da persona normale andando in macchina vedere lo stesso paesaggio come possono essere le Dolomiti oppure mi ricordo quando abbiamo sorvolato vicino al vulcano l’Etna, il Vesuvio, insomma ci sono delle peculiarità, punti di vista oserei dire veramente unici che magari abbiamo la fortuna di vedere che non tutti purtroppo riescono a vedere.

Comandante, a me non capiterà mai purtroppo ma mi riesce ad escrivere brevemente a parole che cosa si prova a volare in coro con le frecce tricolori?

Guardi, inizialmente è molto tecnica la cosa, quindi magari rompe un po’ la magia, no? Magari il telespettatore si aspetta una risposta un po’ così, come dire… Romantica. Purtroppo è la realtà di fatto che quando uno è immerso nel volo delle frecce è talmente concentrato che non ha molto tempo a lasciarsi trasportare dalle emozioni. Perché è molto tecnico, quindi è proprio una performance di 30 minuti. È anche vero però che come dicevo prima sia hanno quei momenti soprattutto durante l’ingresso o durante la parte finale o magari durante le manifestazioni quando decolliamo e atterriamo nello stesso aeroporto in cui riusciamo a vedere tutte le persone che con le bandierine ci sventolano e ci salutano ecco l’emozione è proprio lì quindi di essere stati parte di un grande spettacolo con tantissima gente che con i propri applausi ci ha trasmesso il suo calore.

Viva le Frecce Tricolori e grazie davvero di cuore al Comandante, al Maggiore Mirko Caffelli e a presto mi raccomando!

Grazie mille a voi e alla prossima!

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