Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio 2025

Le «Frecce Tricolori» in Granbretagna

da Il Piccolo, anno 87, n° 6624, 11 maggio 1968, p. 13

Londra, 10

È giunta nel pomeriggio a Londra, proveniente da Rivolto (Udine) la pattuglia acrobatica italiana dell’Aeronautica «Frecce tricolori» che parteciperà domani e domenica, a Biggin Hill, ad un raduno aereo al quale prendono parte le pattuglie acrobatiche rappresentative delle aviazioni militari dell’Europa occidentale. Al raduno, organizzato dal «Royal Air Club» britannico, la pattuglia acrobatica «Frecce tricolori» si presenta con dieci velivoli «G. 91 Pan», più due riserve. La formazione italiana, dopo aver sorvolato le Alpi, ha fatto uno scalo a Digione.

da Corriere della sera, 11 maggio 1968, p. 3

Udine 10 maggio, notte.
La pattuglia nazionale aerea delle « frecce tricolori » dl Rivolto è partita stamane per Londra, dove sabato e domenica prenderà parte alla più importante manifestazione aerea militare di alta acrobazia. La pattuglia gareggerà con altre formazioni militari di tutto, il mondo.

da Renato Rocchi, La meravigliosa avventura – La storia del volo acrobatico, vol 3°, 1990, pp. 106 – 107

■ 11 e 12 maggio – air base Biggin Hill G.B.
• “Air Fair Biggin Hill ’68”
• organizzazione: Royal Air Club britannico
• nota: Biggin Hill era, ed è tuttora, il tempio del volo sportivo, ma sportivo come inteso e concepito da loro, figli di Albione, che hanno conosciuto e sofferto la “Battaglia d’Inghilterra”, dove non esistono quote da rispettare; soltanto una raccomandazione: ” … vola a debita distanza dalla gente… puoi anche tagliare il prato (inglese) con l’elica, se ti va,… ma non volare più in basso: ti puoi fare male!… ”

Sabato 11, per avverse condizioni meteorologiche, le “Frecce Tricolori” presentavano il pro-gramma “Basso di 9+2 G.91”

Domenica 12, il tempo era splendido. Al mattino, nell’attesa del “briefing” si fece un giro – così, per curiosare, negli hangars semiaperti, non distanti dal nostro rischieramento, – Riccardo Peracchi era con noi -, quando, con sorpresa ed anche emozione, ci si trovò davanti ad un CR 42 tirato nuovo, con i colori della Regia Aeronautica, e, sulla carlinga, portava il distintivo della Squadriglia: “ocio che te copo”. Un Reparto di tutto rispetto. Da portarselo in Italia! «E poi – arrivò una voce – una volta a casa stai certo che i nostri “amati” lo dimenticherebbero nell’angolo di un hangar, o passerebbero a cannibalizzarlo!»

Sì, è vero, quel CR 42, stava meglio a Biggin Hill, bello e pronto per essere trasferito in uno dei tanti musei della R.A.F.

• programma: nel pomeriggio il “clou” dell “‘air-show”:
per i colori italiani erano presenti:
: l’MB 326 – pilota Cap. Riccardo Peracchi
: il P 166 – pilota Magg. Egidio Nappi
: le “Frecce Tricolori” che esibivano l “‘Alto di 9+2 G.91”
la disposizione dei piloti nella formazione:

Franzoi
Purpura – Linguini
Jansa – Montanari
Anticoli
Zardo – Schievano
Bonollo
Franzoi (solo) – Zanazzo (solo)

per il Belgio
: i “Diables Rouges” che evoluivano con 4+ I Fouga Magister
la disposizione dei piloti nella formazione:

Van Essche
Fagnoul – Devos
Janssens
Lelotte (solo)

per la Francia
: la “Patrouille de France” in formazione di 7+2 Fouga Magister
la disposizione dei piloti nella formazione:

Del Sol
Pechberty – Lacaberats
Marion – Lucet
Wautelet
Simon
Definod (solo) – Cluzel (solo)

due ore di carosello infernale, e, nel finale, per l ‘Inghilterra
: le “Red Arrows” con 7+2 GNAT
la disposizione dei piloti nella formazione:

Hanna
Smith – Berr
Hoare – Booth – Evans
Kingsrey
Dick (solo) – Duckett (solo)

Biggin Hill (GB), 11 maggio 1968. Un attimo di svago per i nostri piloti immortalato davanti ad un FIAT CR.42 catturato dagli inglesi durante la Battaglia d’Inghilterra. In cabina il Cap. Schievano; in piedi da sinistra: il M.llo Anticoli, il Cap. Zanazzo, il Ten. Pettarin, il Cap. Barberis e il Cap. Ferrazzut-ti; accosciati: Serg. Magg. Montanari, Cap. Franzoi, Magg. Cumin e M.llo Bonollo. Disteso il Cap. Valentino Jansa. (Foto Alessandro Pettarin – da Bassi, op. cit.)

da Roberto Bassi, Il destino in una stella, 2019, pp. 108 – 109

Due giorni più tardi, il 10 maggio, con i gradi da Capitano appena attaccati alla tuta, Valentino e i suoi colleghi decollano alla volta della base francese di Digione. La prevista sosta tecnica sull’aeroporto francese fa dirottare là due dei C-119 e continuare l’altro fino alla destinazione finale, l’aeroporto inglese di Biggin Hill. Questo per poter fornire la necessaria assistenza ai velivoli prima della seconda tratta.

L’ 11 maggio i dodici G.91 staccano le ruote da Digione e, dopo un’ora e 20′ di volo, toccano la pista dello storico aeroporto di Biggin Hill. Le particolari condizioni meteo, tipiche del cielo inglese, costringono le Frecce, che volano con la stessa formazione utilizzata a Vergiate, ad operare alcuni tagli nel loro programma. Gli stessi piloti si esibiscono anche il giorno seguente.

Alle due stupende giornate di manifestazione partecipano anche le inglesi Red Arrows con i loro Folland Gnat, i francesi della Patrouille de France e i belgi Diables Rouges che volano entrambe con l’addestratore Fouga Magister CM-170. Questo il simpatico ricordo di Luigi Linguini:

“Sono circa le 16,30 e ci stiamo preparando per andare in volo ma veniamo interrotti da un fortissimo frastuono di clacson; guardando bene vediamo arrivare, lungo il raccordo, una lunga fila di automobili… sono nove MG. nuove di zecca, rosse fiammanti, che sfilano di fronte al muso dei nostri velivoli. Alla guida, con sorrisi smaglianti e con ampi gesti di saluto, ci sono i piloti delle Red Arrows. Al termine della manifestazione ci siamo ritrovati alla cena e durante la premiazione mentre il nostro leader Danilo Franzoi ritirava la coppa e la targa ricordo, un paio dei nostri, usciti dalla sala, si sono avvicinati al magnifico schieramento delle, perfettamente allineate, macchine rosse. Pensano e mettono in atto una simpatica “vendetta” e appiccicano su ogni auto un adesivo delle Frecce. È stato un piccolo e innocente scherzo che poteva essere accettato con allegria ma però alcuni piloti inglesi non salirono su quelle auto con il nostro stemma e rientrarono in albergo in taxi”.

Il 13 maggio 1968, Valentino e i suoi colleghi rientrano a Rivolto dove non trovano più il Serg. Santilli che, per motivi operativi, è stato ritrasferito al 2° Stormo di Treviso.

da Giuseppe Cordioli, Capriole tra le nuvole, Mondadori, 2010, p. 114

La regina d’Inghilterra è una grande fan delle Frecce Tricolori e per ricambiare l’omaggio ricevuto con un’esibizione fatta solo per lei, volle far volare con la pattuglia acrobatica inglese Red Arrows il capoformazione Massimino Montanari.

«Eravamo in Inghilterra nel 1968 per un’esibizione molto speciale: era stata Elisabetta ll in persona a volere la nostra presenza, – racconta Montanari. – Al termine fummo ricevuti a palazzo reale, e ricordo che la regina mi fece i complimenti e mi disse: “La nostra pattuglia non è da meno dela vostra, ma deve inchinarsi davanti a quello che avete fatto vedere”. C’era anche la principessa Ala e in quell’occasione diventammo amici: ogni volta che ci vedevamo lei mi faceva notare quanto on vedessi di buon occhio i suoi compatrioti.

Vicino ai reali c’era anche uno dei piloti più esperti del Regno Unito, ma con il mio inglese facevamo fatica a comprenderci; fatto sta che su espressa richiesta della regina mi fecero volare con loro: Alle origini della PAN lo pensavo di sedermi dietro “a sacco”, come si dice in gergo. invece quando fui a bordo mi dissero di far vedere loro come facevo il cardioide. Avendo fatto l’istruttore non ho avuto tanti problemi anche se ero dietro e avevo un’altra visione.

Decolliamo e cinque minuti dopo ci spostiamo per tare un po di riscaldamento, per apprendere i loro metodi, e mi lasciano i comandi. Il velivolo era più leggero, Con la stessa potenza dei nostri Fiat G-91. Loro non facevano prospettiva, loro “mordevano” e basta: non si curavano dell’estetica dello spettacolo, ma pensavano solo alla formazione. Dopo un po’ i gregari si erano assestati: avevano fatto in fretta a capirmi. Si attaccarono e mi sbalordirono. Effettuammo alcuni passaggi a bassa quota, poi feci salire l’aereo e mi seguirono tutti. Quando sono stato in volo rovescio sulla pista ho chiesto: “Dove volete passare?”. Gli ho dato tre riferimenti. Al centro pista siamo passati senza neanche un metro di errore. Tuttavia noi, ríspetto a loro, avevamo una marcia in più. Ricordo Squarcina, che quando era al comando era una “trottola”, mentre gli inglesi erano inchiodati sul sedile. I parametri nostri sono rimasti i medesimi anche adesso: bordo d’attacco dell’ala, un bullone del tank e la testa del pilota. Noi fin dall’inizio sappiano fare la prospettiva, e teniamo conto del pubblico».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.