Ultimo aggiornamento: 2 Dicembre 2021
Quando D'Annunzio sorvolava Trieste. E volantinava
Da oggi a Palazzo Gopcevic omaggio al poeta soldato e in autunno al museo Revoltella le opere di Guido Marussig
da Il Piccolo, anno 122, n° 87, 12 aprile 2001, p. 32
TRIESTE A cent’anni dallla conquista del cielo, gra-zie all’impresa dei fratelli Wright, Trieste apre le celebrazioni in Italia con una grande mostra dedicata «D’Annunzio e Trieste nel centenario del primo volo», che si inaugura oggi, alle 15, all’esterno di Palazzo Gopcevic (con sorvolo da parte delle Frecce Tricolori). La mostra, promossa dal Comune in collaborazione con la Fondazione Il Vittoriale, a cura di Annamaria Andreoli, celebra l’anniversario attraverso un pioniere straordinario quale Gabriele D’Annunzio (1863-1938), pietra miliare della letteratura italiana.
Le sezioni espositive della mostra, visitabile fino al 19 ottobre ai Musei del Canal Grande (orari: tutti i giorni dalle 9 alle 19; info 040/6758114), scandiscono varie fasi dell’epopea dannunziana, a cominciare dalla prima tappa, dedicata a «D’Annunzio e il volo agli albori», con la documentazione letteraria, pittorica e fotografica del ruolo svolto dal poeta nel pionierismo aviatorio, che ebbe l’Italia sempre in primo piano. Si prosegue con la presenza del Vate a Trieste, testimoniata dalle opere dedicate alla città, dove soggiornò più volte (spesso per assistere alle «prime» delle sue opere teatrali; nel 1902 al »Verdi», protagonista Eleonora Duse) e ebbe molti estimatori, amici e corrispondenti (molte le lettere autografie), come Silvio Benco, Giulio Caprin, Attilio Hortis, Guido Marussig, il pittore triestino di cui viene proposto il carteg-gio inedito con D’Annunzio.
Seguono immagini e documenti sul primo volo su Trieste, nell’agosto 1915 sul «Farman» pilotato da Giuseppe Miraglia, poi quelli su Pola, Grado, Cattaro e fino a Vienna. Tutte «azioni» puntualmente fotografate: basti pensare che uno degli aerei della squadriglia che sorvolò Vienna aveva il compito di filmare tutto il raid. Ci sono anche copie dei volantini lanciati dal poeta-soldato su Trieste («Coraggio fratelli! Coraggio e costanza! Per liberarvi più presto combattiamo senza respiro»). Un’altra sezione è dedica-ta agli aerei della Grande Guerra, con modelli d’epoca e velivoli originali Ansaldo e Caproni, e plastici dei primi aeroporti friulani e giuliani (Campi di volo di San Pelagio, Aviano e della Comina).
L’impresa di Fiume non è testimoniata soltanto da straordinarie inquadrature fotografiche, ma anche dalla luccicante FIAT4 color amaranto con cui il poeta, partendo da Ronchi, raggiunse Fiume nel settembre 1919 e che troneggia, ammiratissima, al pianoterra di Palazzo Gopcevic. A Fiume D’Annunzio ricevette la visita di personaggi come Arturo Toscanini (che tenne un concerto il 21 novembre 1920) e come Guglielmo Marconi (ma il Vate per spedire un telegramma, preferiva i piccioni viaggiatori, nominandoli «colombigrammi»)… Di particolare inte-resse il libro con le firme dei volontari della Leone Venezia Giulia e il gagliardetto con i simboli di Trieste e dell’Istria con il motto autografo «Per l’Alabarda, eia eia eia alalà!».
«E una mostra che sognavo da tempo, anche perchè a Trieste tutti tendono a ricordare il passato austroungarico o a subire il fascino delle culture balcaniche, dimenticando che il nostro Novecento è stato italiano. E Gabriele D’Annunzio è una delle sue figure più rappresentative», ha detto l’assessore Roberto Menia; preannunciando anche una mostra, in autunno al Museo Revoltella, dedicata al pittore Guido Marussig, affiancato dall’aeropittura del futurista Tullio Crali, e il prossimo collocamento sulle Rive della prua della nave «Elettra» di Marconi.
Intorno al «progetto D’Annunzio» (che sarà annunciato anche da un «manifesto di luce», ideato da Marianna Accerboni, sulla facciata laterale dell’Archivio municipale) si librano anche altre iniziative. Domani mattina alle 9, al Molo Audace prenderà il via una manifestazione di aeromodellismo, che si protrarrà fino alle 18 circa, quando al Civico Aquario Marino (Molo Pescheria 2) si inaugurerà la mostra «Archaeopteryx – Animali alla conquista dell’aria», a cura dei Civici Musei Scientifici di Trieste, che sarà aperta al pubblico da martedì. All’Aquario si potranno ammirare ricostruzioni di dinosauri alati e piumati, vari tipi di uccelli e pipistrelli, uccelli del Paradiso, rapaci delle Alpi. Ma anche uccelli marini e i curiosi pesci e calamari volanti e due specie di «meganeure», libellule.preistoriche di oltre 70 centimetri di apertura alare. Un terrario ospiterà infine un esemplare vivente di drago volante, rettile arboricolo delle giungle asiatiche.
D’Annunzio passa in rassegna i suoi volontari – Palazzo Gopcevic dove si è inaugurata la rassegna – Le Frecce tricolori sopra la città in concomitanza con l’apertura della mostra
Il Vate e il volo, una mostra su tre piani
Due applauditi passaggi delle Frecce tricolori sul canale del Ponterosso
A palazzo Gopcevic inaugurata la rassegna su Gabriele D'Annunzio alla presenza del sottosegretario Berselli
L'assessore Menia: «E' un'iniziativa patriottica, era doveroso ricordare quella grande stagione dell'irre-dentismo italiano in tutte le terre adriatiche»
di Silvio Maranzana
da Il Piccolo, anno 122, n° 88, 13 aprile 2001, p. 20
Un doppio passaggio delle Frecce tricolori sul canale del Ponterosso. Ha avuto la cornice che il Vate stesso avrebbe voluto l’inaugurazione a palazzo Gopcevic della mostra dedicata a Gabriele D’Annunzio e al volo, evento clou delle manifestazioni culturali cittadine del 2003. Una rassegna articolata su tre piani di un palazzo che pare prestarsi a questo scopo in modo particolarmente consono, allestita con cimeli provenienti dal Vittoriale degli italiani di Gardone, ma anche con due sale curate dai musei di Trieste, visitata ieri in anteprima da autorità e invitati.
Scritti, quadri e foto del pionierismo aviatorio, i plastici d’epoca dei campi di volo di San Pelagio, Aviano e della Comina, modelli di aerei d’epoca, velivoli originali Ansaldo e Caproni, si accostano ai volantini e agli strumenti di bordo del volo di D’Annunzio su Trieste nell’agosto 1915, ma anche a flash sugli altri voli, a Pola, Grado, Cattaro e Vienna, ai contatti con illustri personaggi cittadini. come Silvio Benco, Giulio Caprin, Attilio Hortis, al carteggio con il pittore Guido Marussig, e poi alla luccicante Fiat4 amaranto e alle foto dell’impresa di Fiume.
La figura di D’Annunzio letterato passa qui in estremo subordine e non è certo a questo campo che va riferito il pregio della mostra. L’approfondimento di un passo cruciale nell’evoluzione tecnica dell’avventura umana (appunto l’invenzione dell’aereo), e al contempo di un periodo determinante nella storia di Trieste anche con la sacrosanta aspirazione della città all’Italia, ottengono qui giusto e atteso approfondimento ammesso che non vengano utilizzati, come in qualche parte dei discorsi inaugurali, per anacronistiche esaltazioni.
«E’ una mostra che ha grande significato patriottico – ha detto guardando all’evento da questo punto di vista l’assessore alla cultura Roberto Menia – era dovere del Centrodestra ricordare quel modo di pensare e di sentire. Anche perché D’Annunzio era amico di Oberdan che a Trieste pare sia oggi un reato celebrare. Bisogna ricordare la grande stagione tutta italiana delle terre adriatiche quando all’arena di Pola si raccoglievano i fiori per Garibaldi e la Dalmazia era considerata orlo di toga italiana. Abbiamo fatto qualcosa di più nobile e di più bello rispetto alla giunta precedente – ha concluso Menia polemico – che in questo palazzo aveva piazzato il garage per gli assessori.»
«Menia sta finalmente restituendo Trieste alla propria storia», ha sottolineato Alessandra Guerra in veste di assessore regionale alla cultura. E se il presidente della provincia Fabio Scoccimarro si è limitato a un saluto e la presidente del Vittoriale, Annamaria Andreoli, a un’esposizione tecnica, il sottosegretario alla difesa Filippo Berselli (An) ha parlato per venti minuti di Italo Balbo, trasvolatore e ministro di Mussolini, che con la mostra triestina non c’entra per nulla. Ha analizzato le due trasvolate atlantiche di Balbo ricordando infine come fu abbattuto a Tobruck «colpito per errore da fuoco amico». Era proprio fuoco italiano, ma secondo alcune versioni aperto per ordine di Mussolini perché Balbo stava probabilmente meditando una congiura assieme a Grandi e De Bono. «Era un autentico rivoluzionario – disse di lui il Duce nel 1945 – il solo che sarebbe stato capace di uccidermi.»