(Ultimo aggiornamento: 2 Maggio 2019)

Giunto a conclusione della sua esperienza in tuta blu, il maggiore Stefano Centioni, attuale “Pony 8” della PAN, ci racconta l’emozione di aver vissuto l’avventura della Pattuglia Acrobatica e il suo stato d’animo a ridosso dell’ultimo volo con le “Frecce Tricolori”.

a cura di Lodovica Palazzoli
da “Airplanes”, anno 7°, numero 14, settembre 2013, p. 13
[ l’intervista del 2009 ]

È stata più forte l’emozione che ha provato nel sapere di essere entrato nella PAN o quella che prova ora, giunto al termine di questa esperienza?
Il giorno che l’allora comandante della Pattuglia Massimo Tammaro mi ha chiamato dicendomi che sarei stato il prossimo pilota delle “Frecce Tricolori” è stato uno dei più belli della mia vita. Ricordo ancora il batticuore e l’emozione nel momento in cui ho condiviso quella splendida notizia con le persone a me più care. Ora che questa esperienza sta volgendo al termine, sono emozionato, felice e molto stimolato nel poter tornare a vestire la tuta verde del pilota dei reparti operativi, la spina dorsale dell’Aeronautica Militare.

Trova diversità di spirito di gruppo tra la vita in PAN e quella in altri Reparti?
In realtà no. Sebbene ci siano indubbie diversità di approccio al lavoro, queste sono dettate semplicemente dalla differente tipologia di attività svolta. Nei reparti di volo dell’A.M. lo spirito di gruppo è fondamentale insieme alla passione, al senso di appartenenza e a quello del dovere, che permette, anche nei momenti più difficili, di raggiungere la missione e portare a casa il risultato in tutta sicurezza.

Cosa le rimane più impresso di questa esperienza?
Senza dubbio l’affetto della gente e l’orgoglio di rappresentare il mio Paese nel Mondo. Durante l’inverno ci alleniamo tutti i giorni con un addestramento assiduo, continuo e molto impegnativo, al fine di presentare lo spettacolo più sicuro e preciso possibile. Tuttavia, facendo parte della Pattuglia Acrobatica Nazionale, ho saputo apprezzare l’unica cosa alla quale non ci si può addestrare e che mi rimarrà sempre impressa: l’emozione che si prova nel vedere il pubblico, gli appassionati e, soprattutto, la mia famiglia davanti all’aereo il giorno dell’esibizione, pronti a darti il loro supporto già solo con uno sguardo o un applauso.

Come immagina il suo ritorno al Reparto?
Per carattere sono una persona che ha bisogno di continui stimoli e tornare in un reparto operativo, soprattutto con le nuove tecnologie adottate negli ultimi anni, è una sfida che sono pronto e ben lieto di affrontare. I reparti operativi dell’Aeronautica Militare sono composti da personale altamente qualificato e professionale, perciò tornare a farne parte è una grande opportunità che, con l’aiuto dei colleghi, cercherò di far fruttare al meglio per me e per la Forza Armata.

Quali valori “incontrati” al 313° vorrebbe esportare in altri Gruppi?
I valori che fanno parte del 313° Gruppo sono gli stessi che alimentano i piloti degli altri Gruppi dell’Arma Azzurra: parlo di grande senso di appartenenza, spirito di sacrificio, passione per il volo e assoluta dedizione.

Avendo vissuto in prima persona l’affetto di tanti appassionati e degli appartenenti ai Club “Frecce Tricolori” c’è un saluto speciale che vorrebbe rivolgere loro?
Mi fa piacere ringraziare prima di tutto chi ha creduto in me qualche anno fa scegliendomi per entrare a far parte delle “Frecce Tricolori”: mi ritengo molto fortunato, perché questa esperienza mi ha permesso sia di conoscere molti appassionati, appartenenti ai Club “Frecce Tricolori” o semplici estimatori del volo, ma soprattutto di allacciare legami sinceri e solidi che sono e saranno parte integrante della mia vita anche dopo la Pattuglia. L’orologio delle “Frecce” va avanti da più di 50 anni e io come i piloti che mi hanno preceduto sono uno dei tanti ingranaggi che, dopo un determinato periodo, deve essere cambiato per far sì che quell’orologio tenga sempre il tempo in maniera perfetta. Sono circondato da persone che mi vogliono bene e che mi sostengono, per cui il mio abbraccio sincero e il mio saluto più vivo va a tutti loro.

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