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Il 1 marzo 1961 a Rivolto atterrarono sei aerei con la livrea del Cavallino rampante.
La prima esibizione, Ramstein, il Sorvolo Tricolore di maggio: quante emozioni

di Antonio Simeoli
da Il Messaggero Veneto, 28 febbraio 2021, p. 43

Un looping di omaggio sopra l’aeroporto di Campoformido, culla dell’acrobazia aerea italiana, poi una serie di figure nei cieli sopra Rivolto e l’atterraggio nella loro nuova casa davanti al maggiore pilota Mario Squarcina, già leader e comandante della Pattuglia dei “Diavoli Rossi”, che sarebbe diventato il primo comandante delle neonate Frecce Tricolori.

Da quel volo inaugurale dei sei aerei F-86E “Sabre” con la livrea del cavallino rampante, l’emblema di Francesco Baracca, domani saranno passati sessant’anni.

Era il 1 marzo 1961, infatti, quando col volo dalla Quarta Aerobase di Grosseto si cominciò a scrivere la storia di quella che diventò in pochi anni uno dei simboli dell’Italia e anche del Friuli. Una storia di grande tecnologia, di ingegno e, sì, anche di pace. Una magica storia di pace che pur ha per protagonisti dei velivoli dell’Aeronautica che di nome fa militare.

No, non è una contraddizione, è esattamente il contrario come dimostrato nei 48 paesi in cui, in sessant’anni di storia, i piloti e i velivoli della PAN hanno portato le loro inimitabili e irraggiungibili evoluzioni. Perché ci hanno provato anche a imitarle le “nostre” Frecce” in giro per il mondo, ma con avvilenti risultati.

Centinaia di migliaia di persone col naso all’insù a gustarsi evoluzioni, omaggi, commemorazioni dei nove velivoli più il solista tutte caratterizzate prima o poi dalla comparsa del fumo tricolore.

Ecco, dunque, a Rivolto l’Unità Speciale Acrobazia che, dal 1° luglio 1961, si sarebbe chiamata 313° Gruppo Addestramento Acrobatico.

Risale al 1 maggio 1961 a Trento la prima partecipazione dei sei velivoli a una manifestazione aerea, tre anni dopo, nel 1964, l’ingresso nella storia delle Frecce d’un altro velivolo che presto entrerà nella leggenda il Fiat G-91Pan messo in pensione solo nel 1982 e sostituito dagli Aermacchi MB-339, altro velivolo subsonico della tecnologia aeronautica italiana e capace di difendersi dal passare del tempo essendo ancora “in servizio” dopo quasi quarant’anni.

Una storia di gloria, di raduni dalle folle oceaniche dall’America, alla Russia fino all’Oriente, o alle feste del volo di Rivolto o sulle spiagge friulane, ma anche d’una tragedia che ha segnato questi anni e ha fatto da cesura sull’epopea della Pan.

Base Nato di Ramstein, Germania, 28 agosto 1988. Durante l’esibizione più attesa, sopra a 300 mila persone, tre aerei delle Frecce si scontrarono durante la manovra del Cardioide.
Persero la vita il solista, tenente colonnello Ivo Nutarelli, il capo formazione, tenente colonnello Mario Naldini e il capitano Giorgio Alessio. L’aereo del solista si schiantò sulla folla causando 67 morti e 346 feriti.

Tralasciando polemiche e misteri per un possibile legame tra l’incidente e la tragedia di Ustica, da quel giorno le regole per le manifestazioni aeree cambiarono. Non è cambiato minimamente, anzi si è rafforzato, il legame tra le Frecce e la gente, il Paese. L’ultimo esempio di questo legame indissolubile si è avuto lo scorso maggio con il “Sorvolo tricolore” in tutte le città italiane per confortare e dare speranza a una nazione spaesata, impaurita, bloccata dal primo lockdown.

«Il fattore umano all’interno della PAN – dice il tenente colonnello Gaetano Farina, Comandante delle Frecce Tricolori – è fondamentale. Non parliamo di singoli, ma di squadra, non solo i piloti, ma anche tutti quelli che lavorano a terra. Andiamo a cercare chi è capace di lavorare in team, ma anche chi è in grado di mettersi in gioco ed accettare le critiche».

Una squadra di un centinaio di persone, capace di smontare e rimontare un aereo in poche ore. In attesa – attesa non impazienza perché l’attaccamento con il navigatissimo velivolo a Rivolto è quasi viscerale – che quando i chiari di luna nel bilancio magari saranno alle spalle, finisca l’era dell’MB339 e ne inizi un’altra.

Per festeggiare i sessant’anni delle Frecce domani alle 22.10 su RaiStoria (canale 54 del Digitale terrestre) a cura del Tg3 regionale andrà anche in onda il documentario “Sessantanni in volo, la Pattuglia acrobatica nazionale». E allora buon compleanno Frecce Tricolori. Orgoglio dell’Italia e del Friuli.

L’aereo F-86 “Sabre”, primo velivolo in dotazione alla PAN; la celebre figura della “scintilla” e il sorvolo dell’Altare della Patria in occasione della Festa della Repubblica

Frecce Tricolori: 1° marzo 2021 la Pattuglia Acrobatica Nazionale compie 60 anni

1° marzo 1961: da sessant’anni simbolo del “made in Italy” nel mondo

da aeronautica.difesa.it, 1 marzo 2021 [ fonte ]

Era il 1° marzo 1961 quando giunsero sulla base aerea di Rivolto (Udine) i primi sei velivoli F-86E “Sabrecon la livrea della pattuglia del  “Cavallino Rampante”. I sei “Sabre” provenivano da Grosseto, oggi una delle basi deputate alla difesa dei cieli italiani e sede dell’allora 4ª Aerobrigata, oggi  4° Stormo. Ad attenderli al suolo, il loro primo Comandante: il maggiore Mario Squarcina. Si insediava così la prima di cellula dell'”Unità Speciale Acrobatica”, nucleo originario delle nascenti Frecce Tricolori.

Sono trascorsi 60 anni da quel giorno ed oggi come allora le Frecce Tricolori hanno l’orgoglio di rappresentare i valori, la tecnologia, la competenze e la capacità di fare squadra dell’intera Aeronautica Militare. 60 anni in cui la Pattuglia Acrobatica Nazionale ha portato le sue esibizioni in 48 paesi del mondo – dall’America alla Russia, dal Nord Europa al Medio Oriente e al Nord Africa – stendendo il Tricolore sui luoghi più belli ed in occasione degli eventi più significativi della storia del nostro Paese. Un simbolo di italianità e senso di appartenenza, ma anche dei valori e della professionalità di tutte le Forze Armate, nonché l’espressione delle capacità dell’industria nazionale e di tutto il Sistema Paese.

Un anniversario che cade in un momento particolarmente difficile, in cui si rinnova e rafforza l’importanza di restare uniti e fare squadra. Proprio con questo intento, a fine maggio del 2020, la Pattuglia Acrobatica Nazionale ha compiuto uno storico sorvolo di tutti i capoluoghi di regione italiani, iniziativa che ha preso il nome dal forte valore simbolico di “Abbraccio Tricolore”, culminata con il sorvolo della città di Roma nel giorno del 2 giugno – Festa della Repubblica.

Le Frecce Tricolori sono conosciute, apprezzate e portano in tutto il mondo il nostro Tricolore“, dice il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Alberto Rosso. “Esse sintetizzano tutto quello che è tecnologia, passione, capacità, competenza e professionalità che l’Italia è in grado di esportare e portare nel mondo“.

Una storia, quella delle Frecce Tricolori, fatta di passione e competenza, che gli uomini e le donne che ne hanno fatto parte in questi sessanta anni hanno contribuito a rendere celebre. “Il fattore umano all’interno della Pattuglia Acrobatica Nazionale – dice il Tenente Colonnello Gaetano Farina, Comandante delle Frecce Tricolori è fondamentale. Non parliamo di singoli ma di squadra, non solo i piloti ma anche tutti quelli che lavorano a terra. Andiamo a cercare chi è capace di lavorare in team, ma anche chi è in grado di mettersi in gioco ed accettare le critiche“.

Il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico, questa la denominazione ufficiale delle Frecce Tricolori, è un reparto di volo dell’Aeronautica Militare composto da circa cento militari tra Ufficiali, Sottufficiali e Graduati. La formazione di 10 velivoli, 9 più quello del solista, è composta da piloti provenienti dai reparti operativi di volo dell’Aeronautica Militare che, a seguito di selezione, entrano a far parte della Pattuglia Acrobatica Nazionale; qui trascorrono una parentesi della loro carriera operativa per poi far rientro ai Reparti al termine dell’esperienza. Il restante personale che appartiene alle Frecce Tricolori, sono principalmente specialisti addetti alla manutenzione del velivolo Aermacchi MB339A-PAN.

In occasione della ricorrenza del 1° marzo, la RAI Friuli Venezia Giulia ha realizzato un documentario sulla storia delle Frecce Tricolori dal titolo “Sessant’anni in volo: la Pattuglia Acrobatica Nazionale” che andrà in onda stasera alle ore 22:10 su RAI STORIA (canale 54 del digitale terrestre).

La storia delle Frecce Tricolori - 1° marzo 1961

Sul finire degli anni ’20 sull’aeroporto di Campoformido (UD), situato pochi chilometri ad est della base di Rivolto, i primi pionieri del volo acrobatico dimostrarono come l’acrobazia aerea costituisse l’essenza stessa della caccia militare ed il suo esercizio fosse in grado di migliorare le prestazioni nel combattimento aereo. Da lì prese vita una tradizione di acrobazia aerea collettiva che culminò con le formazioni acrobatiche collettive degli anni ’50 individuate a turnazione annuale presso i Reparti Operativi dell’Aeronautica Militare: Lancieri Neri, Diavoli Rossi, Tigri Bianche, Getti Tonanti e Cavallino Rampante.

Proprio da quest’ultima, pattuglia di riserva nel 1960 e successiva titolare nel 1961, venne individuato il nucleo di piloti che andarono a costituire un gruppo che stabilmente si occupasse di acrobazia aerea collettiva e che rappresentasse in tutti gli eventi in patria ed all’estero, l’Aeronautica Militare e tutta l’Italia.

Il 1° marzo 1961 giunsero a Rivolto, provenienti dalla 4^ Aerobrigata di Grosseto i primi 6 velivoli F-86E “Sabre” con la livrea della pattuglia del  “Cavallino Rampante” che recava l’emblema dell’Asso Francesco Baracca (simbolo ceduto dalla contessa Paolina, madre di Baracca direttamente a Enzo Ferrari per la casa automobilistica di Maranello).

Nasceva così sull’aeroporto di Rivolto, dove ancor oggi ha sede, l’Unità Speciale Acrobazia che a decorrere dal 1° luglio 1961 avrebbe assunto la denominazione ufficiale di 313° Gruppo Addestramento Acrobatico.

Giunti nei cieli del Friuli Venezia Giulia, i sei velivoli “Sabre” si diressero verso l’aeroporto di Campoformido sul quale eseguirono un looping in onore della culla dell’acrobazia aerea collettiva italiana. Successivamente eseguirono alcune manovre acrobatiche sull’aeroporto di Rivolto per poi atterrarvi. Al suolo, ad attenderli, il Maggiore Pilota Mario Squarcina, già Leader e Comandante della Pattuglia dei “Diavoli Rossi”, che sarebbe passato alla storia, da quel giorno, come il 1° Comandante e “padre fondatore” delle  Frecce Tricolori.

Il velivolo F-86E “Sabre” volò la prima manifestazione in assoluto il 1° maggio 1961 a Trento Gardolo. Nel primo anno di vita le Frecce Tricolori volarono con le insegne del “Cavallino Rampante” assumendo nel 1962 una nuova livrea e lo stemma che ben conosciamo.

Dalla stagione 1964 le Frecce Tricolori iniziarono a impiegare il velivolo italiano FIAT G-91PAN che lasciarono solo nel 1982 quando avvenne la transizione al velivolo MB-339PAN a oggi in dotazione.

Sorvoli e manifestazioni con i quali si concretizza, in volo, il compito rappresentativo assegnato alle Frecce Tricoli sono eventi dal grande seguito che dà sempre accompagnano importanti momenti della storia del nostro Paese.

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