Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre 2024

dalla brochure 2024 delle Frecce Tricolori

Andrea Boiardi (Pony 2)

“Ricordo spesso con nostalgia l’avventura della Columbus 1992. Un impegno enorme che ha prodotto una grande soddisfazione. Molte le tappe e gli eventi degni di nota, inclusa una piacevole cena con la comunità italiana a Battle Creek, dopo la MAF, seguita da un concerto degli America. Anche tornare a Sheppard, dove avevo frequentato l’ENJJPT dal ‘85 al ‘86, e volare di fronte ai giovani piloti in addestramento, fu una grande emozione.
In bocca al lupo a tutti i Pony 2024.”

Giuseppe Andrea Coggiola (Pony 4)

“In formazione, la posizione di secondo gregario sinistro permette di godere della vista di tutti gli altri velivoli, e nelle lunghe ore dei trasferimenti da Rivolto al Nord America lo spettacolo di sfondo è stato incredibilmente bello, mutevole, selvaggio… L’Atlantico macchiato dagli iceberg, la terra nera dei vulcani islandesi, la Groenlandia tutta sassi neve e ghiaccio, le infinite foreste del Nord America fino all’arida terra del Texas. Ore e ore di volo rese possibili dall’abnegazione dei tecnici della PAN che hanno lavorato instancabilmente garantendoci l’efficienza di tutti i velivoli per ogni manifestazione aerea.”

Antonino Vivona (Pony 6)

“Columbus 1992 è stata l’avventura più entusiasmante ed impegnativa della mia esperienza in Aeronautica Militare.
Grazie alla professionalità di tutti gli Ufficiali e Sottufficiali delle Frecce Tricolori e all’Aeronautica Militare Italiana, siamo riusciti a portare con orgoglio il Tricolore e le abilità dei Piloti Militari italiani negli USA. Ovunque siamo stati, l’entusiasmo e l’apprezzamento per le “Frecce” è stato incredibile. Ora che le Frecce sono in procinto di ripetere questa meravigliosa avventura, auguro loro di poter vivere le stesse splendide ed intense emozioni.”

Umberto Rossi (Pony 7)

“Il trasferimento da Hamilton a Timmins è stato uno dei voli più esaltanti che abbia mai fatto fino a oggi.
350NM di volo a bassa quota, in 12 velivoli, sul territorio dell’Ontario, sorvolando laghi, foreste, isole e parchi di immensa bellezza. È stato straordinario ammirare l’immensità e la maestosità di questa natura, incontaminata e rigogliosa. Finalmente a Timmins siamo riusciti a volare un programma alto completo, in quanto ad Hamilton abbiamo effettuato solo il programma basso con rotazioni, sia in prova, sia durante le due manifestazioni.”

Flavio Danielis (Pony 8)

“Sono Pony 8, ultimo entrato nella formazione del 1992. L’addestramento era avvenuto con un’abbondante dose di correzioni e richiami: stretto, largo, lento, piede, brusco, in ritardo ecc., ma alla fine potevo iniziare le manifestazioni con una buona confidenza. Il tour in USA cadeva a metà stagione quindi, sia per il caldo che per le basi a quota elevata, i motori spingevano meno. Se a ciò aggiungiamo anche che, per migliorare la spettacolarità, forse il leader ‘tirava un filino di più’ l’alona finale col carrello, per me che ero l’ultimo a destra, la cronica mancanza di motore, nel passaggio più fotografato era un incubo.”

Pierluigi Fiore (Pony 9)

“Ricordo bene quando ero project officer nei voli di trasferimento della missione Columbus del ’92: impossibile dimenticare le difficoltà operative di un tour di quel calibro, spostare una pattuglia così numerosa da una sponda all’altra dell’oceano presentava criticità a volte davvero scoraggianti. Poi però arrivi dall’altra parte, cominci ad esibirti davanti agli americani e soprattutto per i connazionali che vivono lì: le loro lacrime, i loro abbracci, il loro orgoglio, sono emozioni che ti ripagano di qualsiasi sforzo, uno dei più bei ricordi che porterò mai con me.”

di Alberto Moretti
da casagioveantica.it [ fonte ]

Nel 1992 il Capo di Stato Maggiore aderì all’invito arrivato da più parti di celebrare i 500 anni della scoperta dell’America da parte di C. Colombo inviando in Nordamerica la PAN – Frecce Tricolori.

La cronaca di allora ha raccontato ampiamente le tappe di quella meravigliosa avventura. Prima di ritornarci con alcuni elementi inediti mi voglio soffermare sui fatti non conosciuti ai più ma noti solo a pochi, e che accaddero prima di partire. Quando e come si giunse alla decisione di approvare la COLUMBUS 92. L’impresa, forse la parte più difficile, cominciò proprio nel Palazzo AM molti mesi prima della data di partenza da Rivolto.

Il Capo di SMA, Gen Nardini, che tuttora ammiro per il coraggio che dimostrò, prima di giungere alla decisione indisse varie riunioni con tutti i Capi dei Reparti ed il sottoscritto, all’epoca Comandante della PAN. In quelle riunioni venivano esaminati tutti gli aspetti della complessa missione e, come prevedibile, legittimi e comprensibili dubbi e perplessità attanagliavano tutti i presenti.

Erano trascorsi solo 3 anni dalla tragedia di Ramstein e il timore di imbarcarsi in una operazione “percepita” dai più ad alto rischio creava molta diffidenza in tutti i presenti. Io, piccolo vaso di coccio in mezzo a tanti vasi di ferro, cercavo di dissipare tutti i dubbi e le incertezze rispondendo in maniera “esaustiva” (termine che ho imparato alcuni anni dopo allo SMA) alle tantissime domande  che mi venivano rivolte, tranquillizzando tutti sulle capacità del Reparto di affrontare la delicata e complessa missione. Il responsabile della SV era il più tenace avversario, paragonabile a Cassandra, di quelli per intenderci che mettono le mani avanti per dire nel caso si verificasse qualche intoppo “l’avevo detto io….”. Continuava a farmi la stessa domanda sull’alternato nelle tratte oceaniche ben sapendo che non avrei potuto dare una risposta…. “esaustiva”.

Alla fine la decisione fu presa e come noto siamo andati e siamo tornati, senza alcun intoppo degno di nota e un solo evento di pericolo dovuto ad un flame out al mio velivolo in decollo da Chicago per ingestione di acqua. La pianificazione fu scrupolosamente mantenuta volando in formazione sempre completa tutte le manifestazioni programmate. Alla faccia delle varie Cassandre cui, mi risulta, nessuno chiese poi il conto.

In quella missione furono registrati alcuni record che, penso, ancora resistono e sia difficile migliorare.

Il primo è il numero di ore giornaliere volate da un reparto caccia dell’AM. Il giorno della partenza da Rivolto la pianificazione prevedeva due tappe di circa 2 ore e 45 minuti con sosta notturna a Lossiemouth in Scozia.

Giunti a destinazione nel tardo pomeriggio, dopo una rapida valutazione delle pessime previsioni meteo del giorno successivo, decisi che era meglio anticipare la tappa per Keflavik in Islanda. Così facemmo, e alla fine i 12 MB 339 PAN volarono per circa 100 ore in un solo giorno.

Il secondo record è quello di distanza. Al rientro della missione, da Goose bay, ultima tappa nel Canada abitato, decisi di volare direttamente a Sondestrom (Groenlandia) evitando lo scalo intermedio di Frobisher Bay (Labrador) per una serie di motivi. La tappa volata fu di 870 NM e penso sia tuttora la tappa più lunga volata dalla PAN.

Nella tournee del 92 furono introdotte anche novità sul programma che ancora vengono riproposte. Gli air show in Nordamerica, a differenza di quelli nazionali, venivano già realizzati con servizi di amplificazione di ottimo livello di fedeltà acustica, con equipaggiamenti ed attrezzatore a beneficio dei team e piloti che volevano mettere sottofondi musicali alle loro esibizioni. Così, d’accordo con il Team SMA guidato dal compianto T. Col. Fortuna, durante l’esibizione venivano trasmessi diversi brani musicali italiani. Ricordo la commozione di nostri connazionali alle note di “te vogl’ bene assai”  di Dalla e al pezzo finale della Turandot – Vincerò” cantata da Pavarotti durante l’ultimo passaggio alla minima velocità con i fumi colorati.

Al nostro rientro a Rivolto ad attenderci il Capo di SMA e una folta delegazione di politici e Autorità. Ero felice per i risultati raggiunti e per non aver tradito la fiducia in quanti avevano creduto negli uomini delle Frecce Tricolori. L’emozione più grande fu quando ricevetti i ringraziamenti del Gen Nardini che sciolse tutta la tensione accumulata nei due mesi precedenti confessando di sentirsi solo ora tranquillo, dopo il nostro atterraggio. Ci disse “mi sento come un padre quando mette a letto i figli che rientrano il sabato sera dalla discoteca”.

Questa foto può essere definita “unica e irripetibile”.

Fu scattata in occasione di un volo memorabile su Manhattan e sulla statua della Libertà. In 12 MB339PAN occupammo la baia e lo spazio aereo di New Yourk per circa 15 minuti e realizzammo una serie di foto indimenticabili. Tutte quelle nelle quali si vede il Team sfrecciare a fianco, sopra e vicino alla Statua della libertà traggono origine da quell’unico volo fatto nel 92.

Questa che propongo ritrae la pattuglia su Manhattan con le due Torri Gemelle dietro che, come è noto, dopo la tragedia del 2001 non esistono più. Per questo “unica e irripetibile” mi sembra il titolo più appropriato.

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