Ultimo aggiornamento: 11 Luglio 2024

Annuncio a Milano del vicepresidente della commissione Difesa Caccia

Messa in Duomo per i morti di Ramstein - Il vice di Zanone: non so se l'Italia risarcirà i familiari

di Francesco Cevasco
da La Stampa, 29 settembre 1988, p. 9

MILANO — Per far sapere che le Frecce tricolori torneranno alle loro acrobazie (per adesso possono volare soltanto in linea retta) il vice-presidente della commisstione Difesa della Camera Pietro Paolo Caccia (dc) ha scelto il trigesimo anniversario della strage di Ramstein (67 morti, 62 feriti ancora In oapedale di cui 10 gravissimi), conseguenza di un Incidente provocato dalla pattuglua italiana in cui hanno perso la vita anche tre piloti. Caccia ha anche annunciato che le norme di sicurezza a terra e le regole cui dovranno attenenti gli organizzatori dl esibizioni aeronautiche saranno più severe.

Lo ha fatto a Milano, nella «Sala delle vittorie», al comando della prima regione aerea due ore dopo aver partecipato, in Duomo, alla cerimonia religiosa in suffragio delle vittime. In chiesa e in caserma c’erano anche glu undici tra piloti e lo staff tecnlco delle Frecce tricolori. Caccia ha voluto incontrarli «a porte chiuse» per «dare loro una testimonianza delle istituzioni – sono state le sue parole -; perché c’è la necessita di tenere alto il morale, per capire il loro stato d’animo». Conclusioni? «Gli uomini della pattuglia sono pronti a riprendersi le responsabilità e il ruolo che compete loro». E la commissione Difesa come la pensa? «Tra un mese e mezzo saremo in grado dl proporre una soluzione al Parlamento che dovrà decidere. Intanto, oggi, nel colloquio con le Frecce tricolori, abbiamo voluto anche alleggerire il peso di certe ingiuste e strumentali accuse».

Se per le conclusioni ufficali della commissione Difesa c’e da spettare un po’ (devono essero ancora completate le Inchieste tedesca, americana e mista) per quelle personali dl Caccia non ci sono dubbi: «Ho ricevuto con piacere lo stemma delle Frecce tricolori, sono contento perché oggi mi sento di far parte di questo gruppo». E con queste parole ai conclude una strana mattinata. Eccola dall’inizio.

Alle 11 in Duomo comincia la Messa in suffragio delle vittime di Ramstein. È il momento dei vice: al posto dei ministro della Difesa Valerlo Zanone (trattenuto a Roma dalle votazioni sul voto segreto) c’è il  sottosegretario Delio Meoli; al posto del cardinale Carlo Maria Martini (in viaggio in Germania) c’e il vescovo castrense Gaetano Bonicelli; al posto del presidente della commissione Difesa Lelio Logorio, il vice
Caccia; al posto del console americano II suo rappresentante Alan Barr. L’unico numero uno presente é il console tedesco Manfred Steinkuhler. Non ci sono i parenti dei tre piloti delle Frecce tricolori morti in Germania. Il vescovo, nella sua omelia, cita una sola volta le vittime civili di Ramstein: «Per le vittime di Ramstein e per i nostri caduti, preghiamo».

La Messa finisce e Meoli, il rappresentante del governo, va a stringere la mano agli uomini delle Frecce tricolori. «Ho detto loro – spiega – che hanno la solidarietà del governo». C’erano anche rappresentanti diplomatici tedesco e americano. «Un segno positivo di generosa solidarietà». Ieri le autorità tedesche hanno annunciato che sono cominciati i risarcimenti ai parenti delle vittime: l’Italia contribuirà? «Non lo so». Anche Caccia elude la questione: «È una risposta tipica del governo, non nostra».

Meoll torna a Roma. gli alti gradi dell’aviazione, le Frecce incolori e il vicepresidente Caccia si trasferiscono al comando dell’aeronautica. I rappresentanti della commissione Difesa (ci sono anche li socialdemocratico Scovaricchi e il socialista Albertini) hanno un colloquio di un’ora con le Frecce Incolori. Si decide che i piloti non parlino con nessun altro. Solo il capitano Maurizio Guzzetti (gregario sinistro della formazione) rompe la consegna per pochi minuti. È passato un mese, ve la sentite di ricominciare? «Abbiamo sempre avuto la volontà di ricominciare. Vogliamo che tutto torni come prima. Per ora non possiamo perché mancano il capoformazione e il solista. Ma risolveremo questo problema».

Siete andati a trovare i feriti, i parenti delle vittime? «No…». Non riesce a finire. Guzzetti, gentilmente lo portano via. Non c’e tempo nemmeno di chiedergli se l’ultima ipotesi sulla causa dell’incidente (un forte e improvviso vento contrario che ha rallentato il volo del solista) ha qualche attendibilità. Al piano terra del comando dell’aeronautica si beve spumante (sull’etichetta ci nsono disegnati aerei in volo e c’è scritto «Cartizze, 51° Stormo») e si mangia aragosta.

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