Ultimo aggiornamento: 24 Maggio 2019
da panfanstricolore.com [ fonte ]
“Un pilota non muore mai, trova solo un altro modo di volare Capitano Fabio Brovedani”.
Fabio Brovedani, per un decennio pilota della Pattuglia Acrobatica Italiana, recentemente scomparso all’età di 70 anni.
Fabio Brovedani proviene dai corsi di perfezionamento dell’Aeronautica Militare Italiana, e ‘stato addestrato negli Stati Uniti, presso la base di Laredo (TX).
Svolge tutta la sua attivita ‘operativa presso il 23 ° Gruppo Caccia del 5 ° Stormo, prima su velivolo F86K e acceso su velivolo F104.
Assegnato al 313 ° Gruppo Addestramento Acrobatico, vola come Gregario Sinistro e Capo della Seconda Sezione (Primo Fanalino).
Congedatosi si abilita su vari velivoli impiegati in aviazione commerciale tra cui Bombardier Challenger 601, Cessna CITATION III, Bombardier CRJ ed ATR 42/72.
E ‘il Supervisore all’Addestramento Acrobatico del Team, si e’ unito al gruppo nel 2000.
GIOVANNI R. CI RACCONTA:
Tornando a casa questa sera mi ritornavano in mente tutti gli amici che ho incontrato, le cose che ci siamo detti, i saluti, gli arrivederci.
Poi, più forte di tutto sono emersi i cinque minuti passati con Fabio Brovedani.
Mi sono avvicinato a lui, seduto su una piccola sedia, viso magrissimo dovuto grandi occhi azzurri, l’ossigeno che dalle narici lo aiutava a respirare. Con la mia solita faccia tosta gli ho detto: “Fabio, tu più che volare rasavi l’erba!” Lui ha fatto un gran sorriso e si è illuminato.
Mi ha detto: “Noi volavamo così, spingevamo al massimo”, così ha detto: “Fabio, ma voi il pubblico sotto lo vedevate, lo sentivate?” Lui mi ha risposto: Noi facciamo il nostro programma sempre uguale, sia che fossimo da soli a Rivolto o con il pubblico in corso, però, quando ci dicono che sotto siamo 300.000 persone non era la stessa cosa, bisognava dare tutto. Gli manca il respiro di raccontarmi questo, Non ho insistito:
Il Com.te Brovedani sorrideva sempre! Mi ha sempre colpito questo modo di essere e di apparire nelle foto così fuori dal contesto PAN in quelle rare volte che l’ho incontrato.
Ora lo ricordo Giovanni! ero accanto a te, Gesù aveva la gioia negli occhi quel giorno; risponderti a tutti i costi ma, fatica e tanto, vieni nulla, ci hai scherzato e ti sei avvicinato e vi siete guardati negli occhi, con un misto di comprensione e dispiacere.
GIOVANNI R. Vi lascio questa foto di Fabio dove vola a pochi metri da terra.
Addio a Brovedani, ex delle Frecce Tricolori
da ilgazzettino.it, 3 novembre 2018 [ fonte ]
TREVIGNANO Addio all’asso dei cieli. Si è spento Fabio Brovedani, ex pilota delle Frecce Tricolori. Aveva 69 anni. Combatteva da tempo contro una grave malattia ai polmoni che gli causava difficoltà respiratorie. Nell’ultimo periodo la situazione è precipitata. Brovedani è stato ricoverato nell’hospice Casa dei Gelsi dell’Advar di Treviso , associazione che segue persone colpite da tumore. E qui ieri notte il suo cuore ha smesso di battere. Brovedani ha passato la vita in cielo. Fino al 1988 ha fatto parte della formazione delle Frecce… (articolo incompleto)
Saluto al Ten. Col. Fabio Brovedani
alle Frecce Tricolori dal 26/11/1978 al 03/07/1988 - Pilota gregario sinistro e 1° fanalino
da “Circolo della PAN” – Notiziario riservato ai Soci del Circolo della Pattuglia Acrobatica Nazionale anno 21 – n° 37 – 1/02/2019 – pagg. 35 e segg
Un flash back.
Era venerdì mattina. Di questo sono sicuro.
Stavo viaggiando a bordo di un pulmino sulle strade tedesche in una giornata da incorniciare. Cielo blu intenso, sole splendente e aria cristallina.
Tutto d’un tratto la striscia scura d’asfalto davanti a noi venne attraversata da una serie di ombre scure, veloci come faine.
Adrenalina, sbigottimento, allarme.
Alzai gli occhi al cielo sporgendomi avanti verso il cruscotto ed eccole là: 11 scie bianche parallele che graffiavano il cielo verso nord. Ordinate e veloci. Improvvise e inaspettate.
E come spesso accade, ecco che la mente corre veloce attraversando i gangli del cervello fino al ricordo, ancora vivido e chiaro, di quando la visuale e la prospettiva erano molto diverse.
Ed ecco che il ricordo riaffiora.
Eccomi lì, con a lato gli 11 macchini Blue elettrico striati di tricolore italiano, che volano in formazione, con quel loro lento e calmo ondeggiare di chi è vicino alla massima quota di tangenza.
E tu li in mezzo Fabio, a bastone del leader, come ti spetta, come ti sei guadagnato. Come sempre.
Hai un modo tutto tuo di stare in formazione durante i trasferimenti. Un po’ lasco e sornione. Ma pronto e rapido nel riacciuffare la coda dell’1, anticipando quel “venite sotto” che precorre l’infilarsi dentro una nube traslucida e brillante di ghiaccio sopraffuso.
Noi gregari stiamo tranquilli con te, lì a fianco. Sappiamo che come una chioccia premurosa e attenta, ti prenderai cura di noi in ogni momento. Ti vogliamo bene Fabio.
E anche ora hai voluto rimarcare il tuo stile caro Fabio, andandotene a modo tuo.
Non hai voluto cerimonie, celebrazioni, liturgie religiose.
Se proprio volevamo salutarti dovevamo farlo alla tua maniera, tra una chiacchiera e l’altra, un ricordo, una reminiscenza, una risata aperta e sincera.
E infatti siamo li, nella sala consigliare di Trevignano di Treviso. Saremo 100 o forse più, riuniti per porgerti l’ultimo saluto. Per lasciarti andare, appunto.
Dove sei Fabio?
Ti cerco con gli occhi mentre, urtando altre spalle e schiene, cerco la tua faccia sorridente.
C’è un gran parlottare, labbra che si stendono in sorrisi pieni di ricordi lontani. Frasi di circostanza si uniscono e vengono superate da grandi abbracci di persone, amici, che non si vedevano da tempo.
Dove sei Fabio?
Qualcuno prende un microfono attirando l’attenzione di tutti. Un attimo dopo si sente solo la voce gracchiante di qualcun altro che cerca di dare un po’ di ordine alle cose, al brusio che attraversa le stanze messe a disposizione dal Comune.
200 orecchie o forse più, ascoltano mute.
Dove sei Fabio?
Ed ecco un ricordo, attraverso la voce rotta dall’emozione di chi, oltre 30 anni prima, aveva condiviso una porzione blu di cielo con te. E poi di chi ti aveva sentito pochi giorni prima e testimoniava a tutti noi che tu, stanco della malattia che da anni ti attanagliava ferocemente, tormentandoti senza soluzione di continuità, avevi deciso che era ora di lasciare che le cose prendessero una direzione diversa. Più triste e desolata, ma ormai irrinunciabile e vincitrice per stanchezza.
Dove sei Fabio? Tutti noi ti stiamo cercando.
Mi era sembrato di sentirti in un “ma te pare…” o un “che bello…ih ih..” coi quali ogni tanto interrompevi i tuoi pensieri, sempre gioiosi e positivi, mai scontati o banali.
Guardo Ambra, che ti ha accompagnato con umana dolcezza e pazienza tutti questi anni. Osservo non senza stupirmi, di come sei presente nell’espressione e nel sorriso delle tue figlie Veronica e Laura.
Ora l’incontro sta volgendo al termine.
Me ne rendo conto dalla consapevolezza che forse tutti, ora, ci rendiamo conto e siamo consapevoli del fatto che anche stavolta hai avuto ragione a volerci qui, nella assoluta novità di un saluto originale ed autentico.
Ora ti abbiamo trovato.
Eccoti lì. Nelle fronti alte e nelle stempiature grigie di molti di noi. Nelle pieghe e nelle macchie opache della pelle delle mani di chi ha lavorato costruendo sempre qualcosa. Nelle rughe che attraversano la fronte di coloro che hanno vissuto una vita intensa e mai banale.
Nelle grinze attorno agli occhi, per definizione azzurri, di chi ha sempre cercato di vedere oltre l’orizzonte umano, con la semplice e meravigliosa ingenuità e curiosità di chi è bambino nell’anima.
Nelle increspature attorno agli angoli delle labbra, frutto dei sorrisi e delle risate a piena bocca o dei saluti tristi e bagnati per l’amico che ci ha lasciato facendo il nostro mestiere.
Nelle ondulazioni delle teste di chi ha sempre sognato, fin dalla prima volta che, alzando un po’ diagonalmente il volto, ha guardato verso l’alto.
Ecco. Qualcuno, al microfono sintetizza il pensiero unanime di tutti i presenti.
Caro Fabio, puoi anche andare in cielo ora, ma non ti puoi nascondere.
Noi rimaniamo qui, invecchieremo un po’, avremo qualche ruga e capello grigio in più.
Tu invece rimarrai come sei ora sulla foto che campeggia sulla grande scrivania di questa sala piena stracolma di persone, di conoscenti, di amici.
Ti troveremo sempre.
Eccoti lì, nel “Paradiso dei Piloti”*, qualche nuvola più in sù, forse quella più in alto e a sinistra, o forse dietro quella in fondo a destra.
Sei ancora lì, con noi. Dentro di noi. Per sempre.
…. anonimo in ala!
Apprendo molto in ritardo della scomparsa di Fabio, eravamo dei veri grandi amici ai tempi in cui andavamo in cerca di “mule” prima che se ne andasse da Trieste e mi addolora molto.
Era un gran bravo ragazzo e si è visto poi nella sua vita; vorrei contattare sua moglie per esprimerle le mie sincere condoglianze.
Fausto Pregellio