Ultimo aggiornamento: 10 Marzo 2018
tratto da “Frecce Tricolori – Disegni nel cielo” di Gianfranco Da Forno,
Ed. Aeronautiche Italiane
“Grignando sulla preda mi scaglio”: lo stemma del reparto, un grignante diavolo rosso, venne scelto quale simbolo di aggressività e sprezzo del pericolo. L’addestramento della pattuglia ebbe inizio il 22-2-57 a Rivolto, partendo da Aviano, e già il 10 marzo una formazione di quattro velivoli si esibiva a Vicenza in onore dell’ambasciatore USA in Italia.
Comandanti dell’Aerobrigata all’epoca furono, dal 20.10.56 al 25.10.57, il col. Luigi Bressanelli e, dal 26.10.57 al 1.6.59, il col. Germano La Ferla. I “Diavoli Rossi” effettuarono 17 manifestazioni in Italia e una all’estero (Ypenburg in Olanda) nel 1957. Nel 1958 furono fatte 32 manifestazioni, di cui tre all’estero e, nel 1959, i “Diavoli Rossi” furono protagonisti di una tournèe negli Stati Uniti, volando in cinque manifestazioni.
I piloti effettuarono anche tre voli al giorno, per addestramento, la cui durata massima era di 35 minuti.
Velivolo
REPUBLIC F-84F THUNDERSTREAK
Apertura alare m.10,21
Lunghezza m. 13,21
Altezza m. 4,38
Motore Wright J65-W7 da 3540 kg. di spinta
Peso massimo al decollo 11350 kg.
Velocità massima 1040 km./h
Autonomia 1600 km
Tangenza operativa 13750 m.
Formazione
Formazione (dal 1958 – fonte)
Capitano Mario Squarcina (Capo formazione)
Tenente Vittorio Cumin (1° Gregario Sinistro)
Tenente Davide Albertazzi (1° Gregario Destro)
Tenente Ceriani (2° Gregario Destro)
Serg. Magg. Ennio Anticoli (1° Gregario Destro)
Tenente Luciano Guida (2° Gregario Destro)
Capitano Gianbattista Ceoletta (Solista)
I Diavoli Rossi - Episodi
di Mario Squarcina
da “Circolo della PAN” – Notiziario riservato ai Soci del Circolo della Pattuglia Acrobatica Nazionale, anno 9, n° 15 – 18/06/2008 – pag. 5-6
Premessa. “L’attività di una formazione acrobatica rappresentativa di un qualsiasi Paese è decisamente stressante. Al contrario però di quanto si possa immaginare, ogni pilota preferisce di gran lunga la fatica psico-fisica connessa con l’esercizio del volo, al ruolo di “public relation man” quale in effetti egli è a diretto contatto con folle anonime e con persone di ogni tipo, ceto ed età. La soddisfazione e la commozione di fronte al riconoscimento della validità delle proprie prestazioni, le continue manifestazioni di simpatia da parte di Capi di Stato, Autorità civili, politiche e militari, operai emigrati, oriundi, bambini, studenti, piloti di oggi e di ieri, vengono pagate dallo stress subito in occasione delle numerose ed inevitabili riunioni più o meno conviviali, delle cerimonie d’ogni genere, delle interviste, che, nella maggior parte, seguono la tensione di un volo di esibizione.”
Della tournée negli USA, espressamente invitati da quel Governo quali campioni della NATO per il volo acrobatico in formazione, per contribuire al successo del 1° Congresso Mondiale del Volo e dello Spazio di Las Vegas, poi trattenuti per partecipare alle manifestazioni tenutesi nei vari Stati per le celebrazioni dell’ARMED FORCES DAY, il ricordo è tuttora vivo ed entusiasta. Sta di fatto però che “ I Diavoli Rossi “ persero ognuno dai 7 agli 8 Kg. di peso corporeo. Più che la non facile assuefazione al tipo di alimentazione, l’attività di volo veniva immancabilmente seguita da ricevimenti protrantisi fino a tarda sera, nei vari locali di Las Vegas, negli studi NBC, nei teatri di Broadway o al Waldorf Astoria di New York e ovunque fosse.
L’attività dei “ I Diavoli Rossi “ ha registrato numerosi episodi di una certa singolarità.
Ricordo che sul palcoscenico del massimo teatro di Siviglia, dovetti ringraziare Autorità, organizzatori e pubblico per le entusiastiche accoglienze da loro ricevute. Ebbi la malaugurata idea di esprimermi in uno spagnolo maccheronico. Il leader degli “SKYBLAZER” americani ringraziò in inglese ed io, a nome dei miei compagni, dissi che mi sentivo “muy embarazado” per la simpatia manifestataci e cose del genere. Ne seguì un boato, una risata esplosiva ed omerica, che non lasciò intendere il seguito della mia “brillante” esposizione. Mi resi conto che nello stesso tempo gli occhi di tutti erano ostinatamente puntati sul mio addome. Accertatomi della corretta chiusura dei pantaloni, chiesi ad un collega spagnolo che stava al mio fianco la ragione di tanta, perdurante ilarità. Con l’espressione “muy embarazado” mi ero semplicemente dichiarato in istato di avanzata gravidanza!
Al “SANDs” di Las Vegas una attempata ed ingioiellata signora, regolarmente accompagnata dal marito, si avvicinò al Capitano CEOLETTA, spericolato e bravissimo “solo man” (in italiano “solista” della formazione, oltre che “fanalino” della stessa) per dirgli che era troppo bello per vivere solo, con il costante pericolo di morire e gli offrì di cambiare vita con lei.
A proposito di stranezze, il prestigioso CEOLETTA mi chiedeva spesso quando dovesse intervenire come solista durante lo sviluppo del programma della esibizione e in allenamento gli accadde talvolta di scambiare la sinistra con la destra. L’allora mio gregario CUMIN soffre di vertigini, naturalmente non in volo!
Chiusa la parentesi, ricordo l’esibizione su Le Bierset (Liegi) allorché i fumogeni acidi degli F. 84-F provocarono danni irreparabili alle calze delle donne tra il pubblico più vicino alla pista di volo dove si incrociavano “I Diavoli Rossi” nella manovra della “bomba”. La spericolatezza dei piloti e lo sfruttamento al limite delle caratteristiche tecniche del velivolo impiegato, consigliarono i responsabili delle Pattuglie Acrobatiche dell’USAF (Skyblazers) e della RAF (Black Arrows) a ritirare la loro iscrizione alla competizione NATO in programma per la settimana successiva in Olanda. Parte dei loro piloti fu impiegata nella Commissione giudicatrice della gara vinta poi da “I Diavoli Rossi”. Il giorno successivo alla competizione vera e propria, varie pattuglie presero parte alla grande manifestazione aerea “ILSY 58” a Soesterberg, nella quale venne deciso di inserire quella che doveva ritenersi la finale della gara, già vinta dagli italiani, tra questi e la formazione olandese. Provenendo da EINDHOVEN, “I Diavoli Rossi” chiesero inutilmente le condizioni meteorologiche sull’Aeroporto dell’Air Show. Approfittando allora di uno squarcio di sereno, si avvicinarono a Soesterberg a volo pressoché radente. La nuvolaglia sulla base interessava lo spazio aereo verticale da 350 a 1800 metri. In simili condizioni nessuna pattuglia al mondo ha mai tentato un programma “normale”, comprensivo cioè di manovre il cui diametro sul piano verticale necessita di uno sviluppo di 2.000 metri circa. Fu eseguita anche la “bomba” con relativo incrocio sulla pista. Ebbene, come ebbero a risaltare i quotidiani dell’epoca, il Principe BERNARDO d’Olanda rimase talmente impressionato e turbato, da sbottare in questa frase : “mettere agli arresti tutti i diavoli rossi”, rivolta al Generale Sergio LALATTA, allora Comandante la 1^ Regione Aerea. Più tardi, alla consegna ufficiale della coppa e delle medaglie del 1° premio ai Diavoli Rossi, il Principe espresse loro tutta la sua ammirazione per un saggio di bravura assolutamente “insospettabile” in una equipe acrobatica composta di “esseri umani” e non di “robots”. Il lieto fine del “pazzesco carosello” forse lo ripagò della sua comprensibile preoccupazione in ciò che egli stimava un continuo evento di pericolo, ignaro dell’addestramento de “I Diavoli Rossi”.
Questo ad un anno di distanza dalla gratitudine espressa alla stessa formazione ed in particolare al Ten. DUGNANI per la squisita sensibilità, il tatto ed il riguardo dimostrati dal pilota che sorvolò la tribuna reale nell’esecuzione della “bomba” senza far uso dei fumogeni. La verità è che ad Ypenburg (L’Aja) l’impianto specifico del velivolo in argomento non funzionò per avaria!
L’eccezionale bravura dei miei gregari ha quasi sempre annullato l’handicap della mia preoccupazione di leader per la sicurezza dei piloti e del pubblico. Negli USA firmai serenamente una serie di solenni impegnative in tema di “risarcimento danni alla proprietà americana” causati da un eventuale incidente aereo, protagonisti “I Diavoli Rossi”.
Confesso inoltre che il fatto di essere ritenuto in possesso di tante risorse mi faceva sorridere non poco.
A detta dei tecnici sembra che i nostri interventi offrissero ciò che il pubblico esige, ossia spettacolo e brivido. Ricordo le esplosioni di giubilo degli specialisti USA addetti alla manutenzione dei nostri velivoli al rientro de “I Diavoli Rossi” nelle aree di parcheggio.
Il M.llo Livio ZAMBELLI, meravigliosa espressione umana e degno rappresentante degli ingegnosi specialisti italiani, ci raccontava poi dello incredibile atteggiamento fatto di muto immobilismo dei colleghi americani durante i voli di addestramento e di esibizione. Questi tecnici manifestavano in modo irrefrenabile la loro liberazione dello stato di acuta tensione sofferta fino a quel momento. Incredibile da parte loro era anche l’ostentazione dell’etichetta “I Diavoli Rossi” sui berretti e tute di lavoro, sulle auto civili e militari, sugli scooters, ecc..
A proposito di panico, non dimenticherò mai l’enorme sensazione che produsse una mia trovata su altissime Autorità Militari italiane e straniere convenute a Maniago per assistere ad una manovra a fuoco reale su quel poligono di tiro. A conclusione della superlativa dimostrazione offerta dai piloti italiani, si esibirono “I Diavoli Rossi”. All’uscita da un “looping” in direzione degli spettatori, dalle 48 mitragliatrici dei velivoli partì, senza preavviso alcuno, una lunga raffica, naturalmente a salve. Non fu una bravata, bensì una risposta a quanti già allora dubitavano della efficienza bellica dei velivoli acrobatici e più concretamente della convenienza di tale impiego da taluni definito “clownesco” dei piloti militari, uomini che con le loro macchine sarebbero stati distolti dal compito loro assegnato dal Paese, che è come dire contribuente.