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Pattuglia Acrobatica Nazionale - Nei cieli del mondo traccia le vie dell’orgoglio nazionale

di Lucia Accoto
da “My Lifestyle”, n° 3, autunno 2009, pp. 48 e segg.

Ci sono storie che si scrivono col cuore. Niente fogli e filo nero. Solo ali di ferro per pensieri fluttuanti. I racconti si snodano lenti sulla distesa azzurro-cielo perché è in alto che librano le parole migratorie scritte dalle Frecce Tricolori. Nei cieli per raccontare passione, valori, tradizione. E le storie scolpite da mani esperte, dalla pattuglia acrobatica nazionale dell’Aeronautica Militare Italiana, operano in ognuno di noi una magia. Le parole fumo del libro aperto stagliate contro l’azzurro sono la via d’accesso ad un altro mondo. Quello della storia delle Frecce Tricolori che ci proietta con orgoglio nel seno della terra madre.

La storia

È il 1961 quando l’Aeronautica Militare decide di creare un gruppo permanente per l’addestramento all’acrobazia aerea collettiva dei suoi piloti. Nascono così le Frecce Tricolori. Con i 10 aerei, di cui 9 in formazione e 1 solista, sono la pattuglia acrobatica più numerosa del mondo. Il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico con sede all’aeroporto di Rivolto svolge compiti di rappresentanza e, in caso di necessità, supporto aereo. La livrea dei suoi aeroplani è data dalla caratteristica banda tricolore che attraversa la fiancata dell’aereo su sfondo blu. L’addome dell’aeroplano è grigio chiaro mentre i numeri di formazione sono degli adesivi gialli. Il fumo tricolore viene generato per dispersione, ed è composto da olio di vaselina a cui vengono aggiunti pigmenti non inquinanti. La fuoriuscita del composto avviene attraverso un tubicino posto nello scarico posteriore dell’aeroplano. Dapprima e sino al 1963 i migliori piloti selezionati vola­vano a bordo di F-86, poi passarono sui cacciabombardieri Fiat G.91, modificati per le manifestazioni nei cieli del mondo, per pilotare infine gli Aermacchi MB-339A P.A.N. Le Frecce Tricolori nel corso degli anni hanno conseguito diversi ed importanti riconoscimenti tra cui quelli del Principe Faysal ibn al-Husayn di Giordania che ha consegnato il prestigioso premio The King Hussein Memorial Sword”, la spada simbolo del proprio paese assegnata alla migliore dimostrazione aerea.

L’intervista al Comandante P.A.N.: Maggiore Pilota Massimo Tammaro

Comandante Tammaro, con ali di ferro solcate il cielo dividendolo con i colori del valore. Le Frecce Tricolori spiccano il volo per regale acrobatiche esibizioni, ricami di precisione che agli spettatori lasciano forti emozioni e grande orgoglio. Voi vi librate con quale peso?
“Con il peso della consapevolezza che il nostro lavoro ha un ruolo ben più importante del semplice ricamare l’aria. Rappresentiamo infatti i valori umani, professionali e tecnologici non solo dell’Aeronautica Militare, ma dell’intero Paese. Il Tricolore che stendiamo alla fine di ogni nostra esibizione, accompagnato dalla voce del maestro Luciano Pavarotti, sottolinea proprio la capacità di essere testimoni di un sistema che funziona. Un sistema che si chiama Italia e di cui noi ne facciamo parte”.

Sempre suggestivo lo spettacolo che offrite e, come arcieri d’altri tempi, le Frecce Tricolori portano in alto i valori della Patria valorizzando, anche a distanza, la vicinanza con la gente. Pilotate anche questo segmento?
“Si, proprio per evitare di rimanere a distanza. Il contatto con la gente è la nostra migliore fonte d’ispirazione e di appagamento. Non a caso i centoventi Club Frecce Tricolori sparsi per il mondo sono nati nel momento in cui degli appassionati sono entrati in contatto con noi o sono venuti a visitare la nostra base che grazie anche alla Regione Friuli Venezia Giulia è sempre più una meta turistica importante”.

Quanto impegno, sacrificio e ore di volo ci sono dietro ad ogni passaggio acrobatico?
“I passaggi acrobatici, più propriamente le manovre che eseguiamo con dieci velivoli nei venticinque minuti di volo del nostro programma, richiedono ovviamente un forte e costante addestramento. Ogni giorno in inverno ogni pilota effettua due o tre voli, mentre nel periodo estivo, quello delle manifestazioni, ci esibiamo ogni week-end con due eventi preceduti da altri due giorni di prove. L’addestramento non è solo in volo, ma anche a terra grazie allo sport che ognuno di noi pratica e ad un altrettanto importante allenamento non fisico che ci consente di mantenere il Gruppo sempre coeso ed affiatato”.

Le Frecce Tricolori di quali tipi d’aereo dispongono?
“L’aereo della Pattuglia Acrobatica Nazionale è l’MB339, l’italianissimo ed agilissimo jet scelto fin dal 1982 per le sue eccezionali doti acrobatiche. Inoltre durante le manifestazioni, essendo noi un Gruppo dell’Aeronautica Militare, siamo accompagnati da un C130, un grosso aereo cargo, della 46^ Brigata di Pisa che trasporta tutto il materiale necessario per la nostra trasferta”.

Le Frecce Tricolori sono sinonimo di professionalità, abilità, precisione. È una scuola di vita, ma pochi vi accedono, quali altre qualità occorrono per farne parte?
“Principalmente direi l’umiltà. Una qualità difficile da trovare, ma indispensabile per svolgere il nostro lavoro e garantire sempre il raggiungimento dell’obiettivo. Spesso mi ritrovo a pensare che sono un ragazzo fortunato perché comando degli uomini dotati sì di notevoli doti professionali, ma anche e principalmente caratteriali. Per questo la selezione attitudinale che svolgiamo ogni anno per stabilire il o i due nuovi piloti va a verificare più che la professionalità, il carattere dell’individuo e il suo equilibrio”.

Le Frecce Tricolori colpiscono il cuore degli italiani, ma vi esibite anche all’estero, quindi centrate i cuori di tutti. Sempre in alto nella distesa di azzurro il valore della nostra terra è rappresentato dalle Frecce Tricolori. In volo unite valori, ideali e gente?
“Sicuramente si. Il nostro volo è studiato per lanciare un messaggio e far si che l’emozione, il desiderio di emulazione e le sensazioni che esso provoca alla gente aiutino a fissare questo messaggio nei cuori in modo indelebile. Con la manovra del “Cuore Tricolore” ad esempio vogliamo far capire alla gente, ed è per questo lo disegniamo nel cielo, che per poter far bene qualunque attività ci vuole un ingrediente importantissimo: la passione che noi rappresentiamo in aria con un gigantesco cuore. Ma nella manovra c’è anche il solista che con la sua rotazione sottolinea il cuore e dimostra che noi italiani, grazie all’estro ed alla fantasia che ci sono propri, possiamo aggiungere degli ingredienti in più. Infine il cuore viene avvolto in un manto tricolore, uno spettacolare incrocio di nove aerei che chiudono la manovra indicando inequivocabilmente che quello è un messaggio tutto italiano”.

Ognuno di noi plana desiderando un tempo senza fine sul manto azzurro seguendo le ali di ferro finchè non scompaiono oltre all’orizzonte. A quel punto soddisfatti di loro, di noi e del nostro Paese, abbassiamo lo sguardo grati delle piume di orgoglio che si elevano al cielo.

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