Ultimo aggiornamento: 17 Dicembre 2021

Ciampi: "Mantenere vivi i valori e la storia della Resistenza"

Il Presidente della Repubblica auspica che nelle scuole si arrivi a studiare anche la guerra di Liberazione

da repubblica.it, 30 ottobre 2003 [ fonte ]

GALATINA (LECCE) – “La guerra di Liberazione è una storia poco raccontata, poco conosciuta dall’opinione pubblica, che è nostro dovere diffondere, far conoscere, insegnare alle giovani generazioni”. Carlo Azeglio Ciampi da Galatina, in provincia di Lecce, coglie l’occasione per parlare ancora una volta della Resistenza. L’occasione è la cerimonia dell’intitolazione del 61° Stormo dell’Aeronautica militare alla memoria di Carlo Negri, medaglia d’oro al valor militare, sottotenente pilota, fucilato il 21 settembre 1943 dai tedeschi, dopo l’armistizio.

Il Presidente della Repubblica torna con la memoria a quegli anni. “Sono stato qui – ha detto Ciampi – nel maggio del ’44, dopo aver attraversato le linee. Dovevo andare in Sardegna. Approfittai di un vecchio aereo silurante che da Galatina andava a Catania, poi a Palermo, e quindi a Cagliari”. “Il tragitto si interruppe a Bocca di Falco – rammenta Ciampi – perché l’aereo fracassò mezz’ala durante l’atterraggio. Ne attesi un altro che arrivò dopo qualche giorno. Ricordo che non poteva superare quota 500 perché arrivò con i motori sfiancati, e perciò volava a pelo d’acqua”.

Ricordi che emergono dalla memoria. Ricordi che fanno dire al Capo dello Stato che bisogna insegnare alle nuove generazioni la Resistenza. “Occorre tramandare questa storia ai giovani – ha detto Ciampi – che tra l’altro la seguono con interesse e ci si appassionano. La missione affidata a Carlo Negri era quella di supportare i nostri soldati nei Balcani. Era la missione che tutta l’aeronautica, tutte le forze armate d’Italia, tutti gli italiani avrebbero voluto compiere in quel momento: aiutare i nostri reparti rimasti isolati, nei Balcani e nelle isole dell’Egeo, che stavano per essere aggrediti, ingannati, fucilati o deportati. Aiutare a evitare la disgregazione dei nostri reparti, combattere con le armi in pugno, dimostrare che eravamo ancora in grado di difendere la nostra Patria”.

“Io – ha aggiunto il capo dello Stato – cerco di fare quello che posso per mantere vivi questi momenti. Mi auguro che anche nelle scuole, quando si studia la storia contemporanea, si arrivi fino ai tempi nostri abbracciando anche il periodo certamente non facile, anche da capire, che va dalla I guerra mondiale, attraverso la dittatura, alla II guerra mondiale, fino alla Resistenza”. Quest’ultima, per Ciampi, deve essere intesa in senso “ampio, non solamente come lotta armata che è stata certamente la punta più importante, ma anche come reazione sostanziale della maggioranza degli italiani, che in vario modo vi parteciparono”.

Foto (tranne la 2) da archivio.quirinale.it

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