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Sciagura a Pratica di Mare: il secondo pilota ferito gravemente

Un aereo militare «Aermacchi», modello Mb 326 da addestramento, è precipitato incendiandosi mentre era in fase di atterraggio all'aeroporto militare di Pratica di Mare vicino a Roma. Uno dei componenti dell'equipaggio, Luigi Lorenzetti, di 38 anni, ex comandante delle «Frecce tricolori», è morto carbonizzateli secondo pilota è ricoverato in ospedale con prognosi riservata. Aperta un'inchiesta.

da L’Unità, 10 giugno 1992, p. 10

ROMA. È precipitato incendiandosi in un campo di cocomeri, lungo una strada di campagna che dall’aeroporto di Pratica di Mare conduce a Torvajanica. A bordo del velivolo militare «Aermacchi MB 326» c’erano il tenente colonnello Luigi Lorenzetti, di 38 anni, nato a Caserta,  comandante responsabile dal 1989 al 1990 delle «Frecce tricolori», e il capitano Roberto Maria Monza, di 30 anni, originario di Varese. Il pilota Lorenzetti è morto carbonizzato. Monza, invece, è ricoverato in prognosi riservata all’ospedale San Camillo di Roma.

Uno sbaglio di manovra nella fase di atterraggio o una avaria al motore del jet biposto? All’Aeronautica militare non si sbilanciano. Spiegano: «Il biposto che si è incendiato ha una certa età. Ciò non vuol dire che è un rottame. Aveva bisogno però di una frequente manutenzione».  L’aereo era partito dal reparto di Pratica di Mare e stava effettuando un normale volo addestrativo. Ora, la dinamica dell’incidente è al vaglio della commissione tecnica d’inchiesta. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica, Leonardo Frisani. Il proprietario di una fattoria ha raccontato ai cronisti di aver sentito due botti e subito dopo di aver visto dalla finestra l’esplosione del serbatoio dell’aereo.

Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri il pilota dell’«MB 326» ha tentato di planare su un campo coltivato, limitrofo all’aeroporto. Nel primo impatto l’aereo ha urtato con la fusoliera il terreno ed alcuni pezzi della carlinga si sono distaccati, mentre contemporancamente si incendiava uno dei serbatoi anteriori. È stato in quel momento che il capitano Roberto Monza è riuscito a catapultarsi fuori dall’abitacolo azionando la carica esplosiva che serve per espellere il seggiolino nei casi di emergenza. L’ex comandante delle «Frecce tricolori», forse già ferito nel primo impatto, non è riuscito a fare altrettanto ed è rimasto legato al posto di pilotaggio. Sul luogo dell’incidente sono  immediatamente accorsi i vigili del fuoco, i carabinieri di Pomezia e la Guardia di finanza.

Dal 1987 ad oggi nel Lazio si sono verificati ben sette incidenti aerei in cui sono rimasti coinvolti velivoli e elicotteri militari o delle forze  dell’ordine. Il bilancio è di undici morti e sette feriti. In quattro incidenti sono rimasti coinvolti velivoli che facevano capo all’aeroporto di Pratica di Mare.

L’«MB 326» l’aereo più famoso di Ermanno Barzocchi, uno dei maggiori progettisti italiani, ed è anche il velivolo con cui la «Macchi» ha esordito nei jet; ha un’autonomia di volo di 2.100 chilometri ad una quota massima di 12.500 metri. La velocità massima è di oltre 870 chilometri orari.

I rottami dell’aereo precipitato vicino all’aeroporto di Pratica di Mare

Disastro aereo, muore ufficiale

da Corriere della sera, 10 giugno 1992, p. 15

ROMA — Sciagura, ieri mattina, all’aeroporto militare di Pratica di Mare, una trentina di chilometri a sud della capitale. Un «Macchi MB 326» da addestramento in fase di atterraggio è precipitato incendiandosi. Uno dei componenti l’equipaggio, il colonnello Luigi Lorenzetti, 38 anni, che aveva già fatto parte della pattuglia acrobatica delle «Frecce tricolori», è morto carbonizzato. Gravemente ferito il secondo pilota, il capitano Roberto Monza, 30 anni, originario di Varese, che è riuscito ad azionare il dispositivo di espulsione del seggiolino.

Ancora incerte le cause della sciagura. Stando a una prima ricostruzione, l’aereo, un modello più vecchio dell’«MB 339» attualmente in uso alla squadriglia tricolore, stava per atterrare quando il pilota ha tentato di planare su un campo di cocomeri accanto all’aeroporto. L’impatto è stato violento: nell’urto della fusoliera con il terreno si sono staccati pezzi della carlinga e si è incendiato uno dei serbatoi. Le fiamme hanno avvolto tutta la parte anteriore del velivolo.

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