Ultimo aggiornamento: 28 Marzo 2022
È iniziato il countdown per le celebrazioni del 60esimo anniversario della Pattuglia Acrobatica Nazionale. La Rivista Aeronautica ha colto l'occasione per intervistare il Comandante delle "Frecce Tricolori", Ten. Col. Gaetano Farina, che ci ha svelato sensazioni, emozioni e stati d'animo per questo evento e per molto altro...
di Luca Ricci
da Rivista Aeronautica, n° 4, luglio – agosto 2021, pp. 10 e segg.
Dopo un anno veramente difficile a causa della crisi pandemica siamo finalmente arrivati alle celebrazioni per il 60esimo anniversario delle «Frecce Tricolori”. Cosa significa per Lei essere il Comandante, “Pony 0”, in questo epocale traguardo? Pensa che queste celebrazioni avranno un sapore diverso rispetto alle altre el passato?
Essere il Comandante delle “Frecce Tricolori” é sempre stato per me motivo di grande onore e profondo orgoglio: passare dall’essere un pilota della Pattuglia a ricoprire il ruolo di “Pony 0” ha significato per me poter trasmettere la mia esperienza e la mia visione ai piloti più giovani, realizzando la mia idea di leadership al servizio del Gruppo. A questo aggiungo l’onore di essere stato Comandante in un momento storico così difficile e sfidante, che speriamo possa dirsi in via di superamento con le celebrazioni per il Sessantesimo. La consapevolezza di aver accompagnato in questi anni le “Frecce Tricolori” verso un traguardo così significativo attraversando le difficoltà dì questo tempo di pandemia, mi riempie di emozione e di gratitudine; sentimenti talmente intensi che attenuano il dispiacere per non esserci potuti esibire in queste due stagioni acrobatiche e avere così l’opportunità, dal vivo, di leggere negli occhi dei tanti appassionati lo straordinario affetto con il quale ci supportano. Inevitabilmente le celebrazioni che ci apprestiamo a realizzare avranno un sapore diverso rispetto al passato, per via delle misure sanitarie da mettere in atto contro la pandemia. Ciò che non cambierà rispetto al passato, però, sarà la voglia di rendere omaggio alle “Frecce Tricolori” e a chi ne ha scritto in questi 60 anni la storia.
In questo ultimo anno le “Frecce Tricolori” hanno visto accrescere la loro popolarità e abbiamo avuto anche la dimostrazione che la gente ami la Pattuglia non solo per gli aspetti più spettacolari del bei volo, per le dimostrazioni di abilità e audacia ma anche e soprattutto perché le ritiene, più che in passato, un simbolo a cui legarsi. Come lo spiega? In fin dei conti siete “solo” un Reparto di Volo dell’Aeronautica Militare… Sentite il peso di questa responsabilità e come lo gestite?
Il 313° Gruppo ha il grande onore di rappresentare l’Aeronautica Militare essendone a tutti gli effetti una delle tante anime: perché prima ancora che membri della Pattuglia Acrobatica Nazionale, noi siamo militari dell’Arma Azzurra. Ciò che ci differenzia da altri Reparti è il peso della responsabilità di rappresentare tanti nostri colleghi grazie alla visibilità e alla risonanza mediatica di cui gode la nostra attività. Viviamo con orgoglio la possibilità di portare in alto con il nostro volo, i valori dell’Aeronautica e delle Forze Armate in genere. Credo che la gente veda in noi un simbolo del lavoro di squadra, dell’impegno, della dedizione e dello spirito di sacrificio a favore della collettività che da sempre caratterizzano l’operato delle Forze Armate. In particolare nell’ultimo periodo i nostri fumi tricolori hanno ancor di più costituito un simbolo delle Istituzioni; un riferimento attorno al quale stringersi in un momento di difficoltà… Penso all'”Abbraccio Tricolore”, con il quale abbiamo steso la nostra bellissima bandiera per decine e decine di chilometri sorvolando ciascuna delle regioni itallane. Abbíamo ricevuto numerosissime manifestazioni di affetto e di sostegno sia durante che dopo quella straordinaria quanto storica impresa che rimarrà un ri-cordo indelebile nel cuore di ciascun componente delle “Frecce Tricolori”.
Comandante Lei si è trovato ad affrontare un periodo molto particolare, strano e drammatico. Quali sono state le linee guida della sua azione di comando? Come ha gestito II suo personale negli aspetti più prettamente psicologici ed emotivi?
in un periodo come quello che stia-mo vivendo, ho avvertito ancor di più che in passato la responsabilità di essere Comandante delle Frecce Tricolori. Da subito abbiamo attuato ogni precauzione per la salvaguardia della salute del personale, riducendone la presenza fisica attraverso turnazioni e smart working, pur continuando a svolgere il nostro addestramento senza sosta. Oltre alla gestione degli aspetti più prettamente logistici e organizzativi però, è stata fondamentale la gestione dei risvolti emotivi della pandemia. Ho cercato di essere presente per i miei uomini in un momento così drammatico, stimolando ancor di più quei dialogo che sono convinto essere la colonna portante di un team coeso; questo periodo ha toccato nel profondo ciascuno di noi, alcuni più da vicino. Devo dire però, fuori da ogni retorica, che le difficoltà sono servite da stimolo: gli uomini e le donne delle “Frecce Tricolori” hanno continuato incessantemente a lavorare, mossi da quel senso di appartenenza quanto mai forte in un periodo così complicato; tanti hanno portato il loro impegno oltre il perimetro lavorativo impegnandosi socialmente per la cura delle loro comunità. Sono fiero di come ciascuno di loro abbia reagito di fronte alla pandemia.
Nel 2009 ha varcato per la prima volta il cancello della base di Rivolto… sono passati 12 anni da allora ma quanto è cambiato nel suo modo d’essere, e quanto il “gruppo PAN” l’ha cambiata?
Questi anni sono volati, è proprio il caso di dirlo! Sembra ieri che, da giovane Capitano, sono stato assegnato alle “Frecce Tricolori” e non vi nascondo che mi emoziono a ripensare a quei primi momenti a Rivolto, il sogno di tanti giovani piloti. Negli ultimi 12 anni sono cresciuto come uomo, come ufficiale, come Comandante.Troppo tempo ci vorrebbe a ripercorrere tutto ciò che ho visto, imparato e vissuto in questi anni ma se c’è una cosa che più di ogni altra questa esperienza mi ha insegnato è dare ancor più importanza al continuo addestramento, al lavoro di squadra, al senso di appartenenza. Sono tutti valori fondanti dell’Aeronautica Militare, che qui a Rivolto ho imparato ad apprezzare e a capire ancor più nel profondo, prima come pilota e poi come Comandante. È la natura stessa del volo acrobatico in formazione che ti porta a sentirti pienamente parte di qualcosa di più grande.
Le livree celebrative per questo 60esírno anniversario richiamano la storia delle pattuglie prima della PAN, una scelta che per lei ha un significato forte. Più volte ci ha detto, infatti, che la storia è la musa ispiratrice del futuro, più volte ha sottolineato che custodisce gelosamente il lascito professionale di chi l’ha preceduta. Quanto per Lei è importante il lavoro del passato?
Se le “Frecce Tricolori” oi sono in grado di realizzare le acrobazie che conoscete, è solo grazie al lavoro di chi ci ha preceduto. Ognuno di noi è erede e custode di una tradizione che viene da lontano, da quando negli anni ’20, sui cieli del Friuli, vennero tentate le prime, spettacolari manovre. Raffigurare sulle nostre livree gli emblemi del Cavallino Rampante, dei Getti Tonanti, delle Tigri Bianche, dei Diavoli Rossi e dei Lanceri Neri significa proprio questo, la volontà di rendere omaggio a coloro che con coraggio e perizia hanno creato la tradizione che ancora oggi trarnandiamo di Pony in Pony, di specialista in specialista, in volo come a terra.
Tutti gli spettatori quando ammirano la pattuglia vedono i 10 MB.339 e i 10 piloti fare evoluzioni straordinarie. Ma questa è solo la punta dell’iceberg di un minuzioso lavoro di circa 100 uomini e donne del 313° Gruppo Addestramento Acrobatico che rendono possibile lo spettacolo delle “Frecce Tricolori”. Quanto impegno e attenzione ci sono da parte del suo team per rendere tutto questo perfetto e in sicurezza? Quanto è importante il lavoro “dietro le quinte”?
Il lavoro dietro le quinte è fondamentale e imprescindibile per la riuscita della nostra missione. Ciò che i numerosi appassionati in Italia e nel mondo vedono è lo show, Io spettacolo finale, che però è il risultato di un lungo processo che parte da lontano. Perché la PAN possa esibirsi, è necessario il continuo lavoro di ciascuna delle anime che compongono il Gruppo: anutenzione, operazioni, approvvigionamento, staff, pubbliche relazioni. Ognuno dei 100 militari che compongono il 313° Gruppo lavora con costante impegno e dedizione per consentirci di andare in volo, di addestrarci e di compiere al meglio le nostre acrobazie. Un’opera e una sinergia che sono il paradigma della nostra Aeronautica Militare.
Anche questa è stata una stagione un po’ particolare che non vi ha visto ancora fare manifestazioni in Italia, ma solamente sorvoli. Quanto vi manca il contatto stretto con ii pubblico? Quanto vi mancano le esibizioni?
L’emozione e l’affetto del pubblico ci mancano molto. Non vi nascondo che per ciascuno di noi è stato doloroso apprendere della cancellazione delle manifestazioni aeree in calendario per questa stagione; sono stati atti dovuti dagli Enti organizzatori per scongiurare le occasioni di contagio. In questi lunghi mesi, gli appassionati non hanno mai smesso di farci giungere il loro calore tramite i social media dell’Aeronautica Militare e grazie alle tantissime lettere e e-mail che quotidianamente riceviamo. Certo, durante le nostre esibizioni siamo concentrati al massimo sul programma di volo ma prima e dopo il nostro pensiero è sempre rivolto ai nostri sostenitori: ne percepiamo il sostegno e l’affetto e questo ci spinge a dare il massimo e di questa linfa non può che sentirsi la mancanza. Un momento molto bello, un emozionante ritorno in scena dopo tanto tempo, è stato per noi il giorno del nostro volo di apertura lo scorso 27 maggio, nella giornata che tradizionalmente sancisce la conclusione del nostro periodo di addestramento. Esibirci nuovamente davanti ad un ristretto pubblico di autorità e agli appartenenti ai club “Frecce Tricolori”, che da sempre ci sostengono, è stato un momento tanto emozionante quanto atteso; vederli di nuovo esultanti a bordo pista negli attimi precedenti il decollo e dopo l’atterraggio ci ha provocato gioia e commozione al tempo stesso, un turbine di sensazioni tanto intense quanto difficili da descrivere. Speriamo di poter vedere presto tanti appassionati assistere di nuovo alle nostre esibizioni; significherà che tutta l’Italia e non solo, avrà finalmente recuperato quella tanto agognata normalità di cui per troppo tempo siamo stati privati da questo nemico invisibile.
Se la situazione Io permetterà il prossimo 18 e 19 settembre ci sarà l’esibizione per celebrare i vostri 60 anni. Come vi state preparando a questo evento?
Sarà un evento molto significativo per noi, una giornata che attendiamo con trepidazione ormai da un anno. Le celebrazioni per la nostra 6er stagione acrobatica si sarebbero dovute tenere nei settembre del 2020 e sono slittate a causa della pandemia. Il 1° marzo del 2021 abbiamo compiuto il nostro 60° compleanno e speriamo che il quadro epidemiologico ci consenta di aprire l’evento al maggior pubblico possibile, celebrando così nel migliore dei modi questo importante traguardo delle Frecce Tricolori. La macchina organizzativa è al lavoro e da mesi fervono i preparativi perché questa occasione possa essere indimenticabile. Noi continuiamo ad addestrarci per essere pronti a regalare ancora una volta quello spettacolo che riempie gli occhi e il cuore e concluderlo con l’emozione e la magia di quel Tricolore che da 60 anni solca i cieli d’Italia e del mondo.
Può darci qualche anticipazione del programma?
Saranno presenti prestigiose pattuglie acrobatiche estere e numerosi altri assetti dell’Aeronautica Militare, sia in volo che a terra. L’occasione ci permetterà di festeggiare anche il 95° anniversario dei nostri “vicini di casa” del 2° Stormo di Rivolto, il più longevo d’Italia, emblema di quell’imprescindibile e silenzioso supporto della Forza Armata che, sin dalla nostra costituzione nel 1961, ci consente di operare sull’Aeroporto di Rivolto. Come una grande famiglia, ci accompagneranno in queste giornate tanti ex appartenenti sia alle “Frecce Tricolori” sia alle pattuglie acrobatiche che negli anni ’50 rappresentavano a turnazione l’Aeronautica Militare e l’Italia; quelle stesse pattuglie cui abbiamo voluto rendere omaggio con la livrea che veste i nostri MB.339 in questo 2021. Come già in passato, in occasione degli eventi celebrativi dell’anniversario delle “Frecce Tricolori”, la diretta RAI e quella “social” ci consentirà di raggiungere anche il pubblico a casa, sperando ovviamente di poter aprire i nostri cancelli a quanti vorranno assistere allo spettacolo dal vivo. Come Comandante delle “Frecce” e prima ancora come italiano, spero che questo evento possa essere un simbolo di ripartenza dopo questa parentesi dura e l’occasione per guardare al futuro con rinnovato ottimismo.
Comandante, la sua parentesi alle “Frecce Tricolori” sta quasi volgendo al termine. Cosa si sente di dire alla Pattuglia di oggi e quale consiglio può dare a chi verrà dopo di Lei?
Ormai per me sono gli ultimi mesi qui a Rivolto. Provo dispiacere e nostalgia per la fine di una parente-si così lunga e ricca, sia da un punto di vista professionale che umano, ma al tempo stesso sono fiducioso per il futuro e impaziente di decollare per la mia prossima avventura. Lascio una squadra coesa, ottimamente preparata e desiderosa di migliorarsi costantemente; a loro non posso che dire grazie per gli anni trascorsi insieme, con la raccomandazione di non perdere mai la voglia di impegnarsi sempre di più, di curare ogni dettaglio, di spingere i propri limiti un miglio più in là. Chi verrà dopo di me è un uomo e un pilota maturo e sarà un eccellente Comandante per le “Frecce Tricolori”, ne sono certo. Il consiglio che mi sento di dargli è di coinvolgere quanto possibile il personale nelle decisioni, perché ognuno possa sentirsi veramente parte del team, e di continuare a vivere con sione il proprio lavoro come fosse il primo giorno.
Cosa porterà sempre con Lei di questa “meravigliosa avventura”?
Non c’è modo migliore di descrivere gli anni trascorsi qui a Rivolto di quello che scelse Renato Rocchi (ex PR e speaker della PAN) come titolo della sua opera sulla storia delle “Frecce Tricolori”: è stata davvero una “meravigliosa avventura”. Una esperienza che mi ha arricchito come persona e come militare. Porterò sempre con me l’orgoglio, il senso di appartenenza e l’onore che ho provato in tutti questi anni víssuti con la consapevolezza di essere l’erede di una grande tradizione da portare avanti e tramandare con passione e professionalità. Se devo scegliere un momento in particolare da ricordare, di certo è l”‘Abbraccio Tricolore”. Poter essere vicino agli italiani in un periodo come quello ha rappresentato il momento più alto di questa splendida avventura. Sarò per sempre legato a Rivolto, anche umanamente: qui è dove la mia famiglia ha vissuto negli ultimi 12 anni, dove sono cresciuti i miei figli, dove ho stretto legami che porterà con me per il resto della vita.
Comandante cosa vuoi dire agli appassionati lettori di Rivista Aeronautica che la seguono sempre con grande affetto?
Grazie per l’affetto incondizionato e il sostegno che da sempre ci mostrate. Speriamo di poterci rivedere presto e godere insieme dello spettacolo in volo delle “Frecce Tricolori”!