Ultimo aggiornamento: 23 Aprile 2025

brano riportato nel profilo Facebook di Marco Farè

Il 20 aprile un altro membro delle Frecce Tricolori degli “esordi” è volato verso gli alti cieli. Riporto qui un brano citato da Marco Farè che ripercorre la vita aviatoria di Ferdinando Meacci:

«Lasciata la natia Toscana, nel 1956 inizio la mia carriera in Aeronautica Militare come allievo Sottufficiale Specialista.
Nel 1959 partecipo al concorso per Sottufficiali Piloti e.vengo inquadrato nel 33° Corso ASUP.
Nel 1960, completato l’iter addestrativo su T-6 e T-33, vengo assegnato al 28° Gruppo della 3a Aerobrigata di Verona-Villafranca.
La mia “vita da STREGA” dura circa 3 anni, volando quel gran bell’aereo che era l’ RF-84F Thunderflash, fotografando targets in tutta Italia ed Europa.

Fin dalle Scuole di Volo mi è sempre piaciuta l’acrobazia, soprattutto quella in formazione; l’impiego operativo dell’ RF-84F è svolto principalmente in missioni di singoli aeroplani, quindi cerco sempre qualche amico per fare un po’ di coppia al termine delle missioni operative.
Sfogo la mia passione per la formazione nei week-end, accompagnando in volo il Capo Ufficio Operazioni, che per la tipologia del suo incarico ha pochissimo tempo disponibile per volare durante la settimana.

Forse per aver evidenziato questa mia attitudine alla formazione, nell’autunno del 1963 arriva inaspettata la chiamata per il 313° Gruppo AA di Rivolto, le neocostituite Frecce Tricolori, comandate dal mitico T. Col. Roberto Di Lollo e aventi come leader della formazione il Magg. Vittorio Cumin, gran Pilota e Comandante.
Arrivato a Rivolto, inizio subito l’addestramento con l’F-86E (Canadair Sabre Mk 4). Rispetto all’ RF84F richiede più attenzione nel pilotaggio: in decollo lo devi ruotare alla velocità giusta altrimenti rischi di finire in secondo regime, in volo non puoi “stringere” come con l’ RF84F se no rischi il “G stallo”, nei passaggi ad alta velocità tende a “delfinare”, comportamento deleterio soprattutto nell’incrocio dopo la “bomba”.

Una volta, durante il rovesciamento dopo la bomba ho avuto il blocco momentaneo dell’equilibratore, proprio durante la fase di affondata verticale; sono stati attimi “molto intensi”, ma poi tutto si è risolto per il meglio; il blocco era stato causato da un bullone vagante nella deriva che aveva interferito col comando dell’equilibratore.
Comunque il Sabre era complessivamente un ottimo aeroplano.

Il 28 dicembre 1963, ho assisto all’arrivo dei primi 2 FIAT G-91 PAN assegnati al 313°. Atterrano a Rivolto provenienti da Torino-Caselle, pilotati dai Com.ti Di Lollo e Cumin. Il G-91 PAN è una vera meraviglia: piccolo, compatto, con quella colorazione blu scuro che mette in risalto le decorazioni tricolori… non posso non pensare fra me e me ” Gli è proprio bellino, e gli aerei belli, si sa, volano anche bene!”.

Nei primi mesi del ’64, continuo a volare col Sabre e contemporaneamente inizio la transizione sul 91 PAN.
Col 91 mi trovo subito a mio agio, ti dà veramente la sensazione che le ali ti spuntino dalla schiena; Il comportamento in volo è entusiasmante con un buon rapporto peso-potenza ed un incredibile rateo di rollio, tuttavia occorre una certa attenzione nelle fasi di volo rovescio in cui va sostenuto adeguatamente e non è scevro dal “G-stallo” se lo si “strapazza” con eccessiva “confidenza”. Nel frattempo, completato l’addestramento iniziale, sono diventato una “riserva” e spesso faccio voli d’allenamento con Di Lollo leader e Schievano gregario destro.

A fine ’64 divento titolare, inizialmente come PONY 7 e successivamente come PONY 4. Leader è adesso Danilo Franzoi. Volo come titolare nelle stagioni 1965 e 1966, partecipando a numerosi airshows.

Col 91PAN non ho mai avuto grossi problemi tecnici: ricordo solo un’avaria ai freni sulla corta pista di Bari-Palese: atterriamo in formazione di 6 divisi in 2 sezioni di 3, io sono gregario sinistro della 2a sezione, capoformazione è il c.te Di Lollo.
Essendo la pista corta, appena il leader chiama il parafreno, cominciamo a frenare, ma con mio sommo disappunto il mio aereo non frena; per non investire gli aerei della sezione anteriore, aziono la frenata di emergenza e contemporaneamente mi sposto verso il bordo pista, a quel punto scoppia un pneumatico e concludo la corsa sul manto erboso a lato della pista, senza danni per il velivolo (era fatto per operare anche da strisce erbose).

A settembre 1966 lascio la PAN per tornare ad un Reparto Operativo… e che Reparto: il IX Gruppo del 4° Stormo di Grosseto!
Dopo il corso macchina presso il 20° Gruppo Addestramento Operativo, divento Pilota combat ready su F-104G, il sogno di tutti i Piloti da caccia di quegli anni.

Nel 1968 non resisto al richiamo delle compagnie aeree civili e divento Pilota di Linea della Compagnia ATI,del Gruppo Alitalia.
Concludendo, serbo un ottimo ricordo del 91 e per me la PAN era il 91 e il 91 era la PAN… Vedremo cosa saprà fare l’M-346…».

Il funerale sarà celebrato giovedì 24 aprile alle ore 15:30 nella Chiesa del Cimitero di San Vito a Udine, partendo dall’Ospedale Civile di Udine.

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