Ultimo aggiornamento: 6 Maggio 2019
L’export è sempre più complesso e difficile, ma non per chi è squadra, dentro e fuori l’impresa, e per chi sa pianificare. Il punto di vista del comandante della PAN
di Luca Maria De Nardo
da “Com.Pack – Sostenibilità compatibile”, Anno IV, n. 14, maggio – giugno 2014, pp. 12 – 13
Imprenditori e professionisti del packaging affrontano ogni giorno piccole ma complesse sfide: integrare un alimento con la sua confezione, con la macchina che lo crea e lo avvolge, con le regole del mercato, con le normative in perenne mutamento, con il giudizio dei consumatori, con le leggi della fisica e della chimica che intervengono quando cambiano la temperatura, i tempi di trasporto, i tempi e i luoghi di consumo.
In questo gioco molto serio di equilibri, in cui si rischia il valore del marchio e tutta l’azienda, la tecnologia ha grande importanza, ma relativa: per tutti il fattore chiave di successo è nell’essere squadra, una dote che non abbonda fra le imprese e gli imprenditori italiani ma che sempre di più va ‘coltivata’ perché si è chiamati fortemente a sviluppare l’esportazione.
Abbiamo perciò chiesto alle Frecce Tricolori dell’Aeronautica Militare di raccontarci che cosa significhi l’essere squadra, simbolo delle forze armate, dell’aeronautica stessa e della Repubblica. La pattuglia acrobatica nazionale (PAN) è il 313 gruppo A.A. con sede a Codroipo (UD); è formata da 100 militari al servizio della pattuglia volante composta da 11 elementi: 10 in volo e il loro comandante che da terra dirige, ma che nelle fasi preparatorie vola sempre con loro.
Maggiore Jan Slangen, quali sono i vantaggi dell’essere parte di una squadra? E gli svantaggi?
Svantaggi non ce ne sono. È fondamentale comprendere che si fa parte di un’entità a sé, questa è la premessa del concetto di squadra. Il secondo concetto chiave è che l’insieme è molto di più della somma delle singole parti: paragono il suo funzionamento a quello della meccanica di un orologio, in cui basta un componente apparentemente non in primo piano per impedire il raggiungimento del risultato. Terzo elemento è capire che conta più essere che fare squadra: significa anteporre l’interesse della squadra al proprio, da ciò nasce l’appartenenza.
Quali sono le responsabilità specifiche di chi dirige?
Deve valorizzare tutta la squadra: si inizia dalla conoscenza di tutti i suoi componenti, al di là anche degli aspetti tecnico-professionali. Poi viene la funzione di collante, di motivatore, di ispiratore. Terza missione del comandante è tutelare la squadra dalle ingerenze esterne al nostro mondo.
Com’è il vostro rapporto individuale con la macchina-aereo?
Più che un binomio, è un trinomio: uomo, macchina e specialista. Il pilota è un cliente di chi ha costruito la macchina e del tecnico che la prepara; questo cliente chiede il massimo della sicurezza e della messa in opera tecnologica. La fiducia fra pilota e tecnico è massima, ma non è fatta solo di automazione e prestazione, entra in gioco molto il rapporto umano.
Cosa significa avere la responsabilità di rappresentare un’eccellenza italiana?
Significa sentire un privilegio, un onore, ma anche il desiderio di contribuire all’eccellenza di una collettività che si chiama Italia. E significa anche la missione di perpetuare, di tramandare le competenze a chi viene dopo di noi. Perché la nostra permanenza in squadra è limitata nel tempo.
Ognuno in ogni azione che svolge ha una propria missione da portare a termine: quale è la vostra come squadra e come singolo componente?
Non c’è differenza, squadra e singoli condividono il compito di rappresentare le forze armate e il Paese e di spiegare al pubblico le funzioni dell’aeronautica militare.
Perché la missione dei singoli ha una durata limitata?
Per più motivi: dare a più persone l’opportunità di svolgere questo compito e preservare l’integrità fisica e umana di chi ne fa parte: la nostra è una prestazione ai limiti.
Cos’è il rischio per le Frecce Tricolori?
È una componente calcolata e programmata da terra, gestita per tempo, pianificata. Non esiste improvvisazione, fortuna, colpo di genio ma solo addestramento, prove analizzate e commentate insieme. Questo mi sento di suggerire agli imprenditori, al di là dello spirito di squadra: preparazione, addestramento, soprattutto pianificazione di tutto ciò che porta quasi matematicamente all’obiettivo.
Una squadra unita fa grande impresa
L'ultimo numero di QI che porta la mia firma sigla la fine di un periodo e apre le porte ad una nuova fase. Mi piaceva l'idea di lasciare un segnale positivo, di ottimismo e fiducia. Per questo ho scelto di dare spazio e risalto in questa rubrica ad una persona che stimo, Jan Slangen, Comandante di una squadra eccezionale. Le Frecce Tricolori, la nostra pattuglia acrobatica nazionale, sono un'equipe vittoriosa; il segreto sta proprio nell'unità, nel non volare da soli ma insieme? È quello che Slangen ci spiegherà, con chiarezza e passione, convincendoci - forse - che essere squadra, come lo siamo stati noi in questi tre anni di presidenza Morelli, è il segreto per il successo.
di Enrico Accettola
da QI – La rivista dei Giovani Imprenditori, marzo – aprile 2014, pp. 27 e segg.
Lei è il comandante della nostra pattuglia acrobatica nazionale, orgoglio italiano nel mondo. Qual è l’ingrediente indispensabile per diventare un’eccellenza italiana?
Un programma di volo, come quello delle Frecce Tricolori, è il frutto di tanti anni di attività specifica nell’acrobazia collettiva svolta dai reparti dell’Aeronautica Militare, un patrimonio di esperienza grandissimo, che è stato costruito e tramandato nel tempo. Le frecce tricolori rappresentano una sintesi delle capacità dei piloti e degli specialisti dell’Aeronautica Militare e sono un importante mezzo di valorizzazione del made in italy, infatti il velivolo utilizzato dalla pattuglia acrobatica nazionale è l’MB-339, un aereo completamente progettato e prodotto in italia. Tutto ciò ci permette di rappresentare in Italia e nel mondo la competenza, l’operatività e lo spirito di squadra degli aviatori dell’Aeronautica Militare sempre orientati alla missione della forza armata: la salvaguardia della sicurezza dei nostri cieli.
La PAN non è semplicemente una pattuglia ma una squadra che vince. Quanto è importante essere gruppo per vincere una sfida?
Essere una squadra rappresenta il segreto più importante delle Frecce Tricolori, uno degli aspetti a cui prestiamo maggiormente attenzione durante la fase di selezione del nostro personale è la capacità di agire in gruppo, caratteristica fondamentale di chi vuole entrare a far parte di questa grande squadra. Noi rappresentiamo, in maniera visibile al pubblico, l’operato, spesso impercettibile, di tanti professionisti: piloti, tecnici, specialisti, ingegneri, meteorologi, i cittadini in divisa dell’arma azzurra che operano ogni giorno per la sicurezza del paese in italia e all’estero, laddove le forze armate italiane sono presenti per le missioni internazionali.
Quali consigli può dare per dirigere al meglio una squadra?
Conoscere al meglio ciascun componente al di là delle qualità professionali ed essere in grado di trasmettere e valorizzare l’importanza del rapporto di interdipendenza di un gruppo, nel quale ciascuno diviene parte fondamentale per arrivare a raggiungere gli obiettivi condivisi ma soprattutto parte promotrice dell’armonia e serenità del clima lavorativo.
Quanto è necessario il confronto e il coordinamento tra lei e i piloti?
Il Comandante delle Frecce Tricolori, contrariamente a quanto si possa pensare, durante le manifestazioni non è in volo ma rimane a terra, in constante collegamento radio con la formazione, con l’importante compito di coordinare e supervisionare tutte le fasi dell’esibizione. Ma il vero lavoro viene prima e dopo il volo nel ricercare e stimolare il confronto al fine di mantenere l’eccellenza propria e degli oltre cento uomini e donne delle Frecce Tricolori.
Per ottenere buoni risultati c’è bisogno di allenamento, formazione, disciplina, creatività e…?
Un addestramento costante, un’adeguata formazione ma anche disciplina e tanta creatività sono alla base della nostra attività. I piloti delle Frecce Tricolori si addestrano tutti i giorni nel periodo che va da ottobre ad aprile per essere pronti alla stagione acrobatica che ha inizio solitamente nel mese di maggio. Passione e determinazione sono altri due ingredienti fondamentali per raggiungere obiettivi ambiziosi, inoltre nessun risultato significativo sarebbe possibile senza un’abbondante dose di umiltà.
Anche voi, come un’azienda, avete problemi di budget e per far quadrare i conti sono indispensabili una buona organizzazione, ma anche abilità, coraggio e intraprendenza?
Le Frecce Tricolori sono un reparto dell’Aeronautica Militare e devono far fronte a tale esigenza. La Forza Armata a tal fine negli ultimi vent’anni, ha perseguito un progetto di trasformazione, tuttora in corso, avviando e realizzando un ampio processo di contrazione della propria struttura e dei mezzi per adattarsi progressivamente alle mutate esigenze del Paese. Una riduzione sulla quale si è innestata la crisi economica che ha determinato un’ulteriore contrazione della spesa pubblica e ha richiesto un utilizzo ancor più attento delle limitate risorse disponibili. Questi due fattori, il processo di revisione e la contrazione economica, si sono uniti e hanno prodotto un forte ridimensionamento di tutto lo strumento aerospaziale, reso possibile dalla razionalizzazione dei processi e delle strutture ordinative e organiche ma soprattutto dalla progressiva sostituzione di mezzi obsoleti con velivoli tecnologicamente avanzati che privilegiano la qualità (e quindi l’efficienza e l’efficacia) sulla quantità.
Il Comandante, che sia di una pattuglia o di un’industria, è come il direttore che dirige un’orchestra. Ogni musicista ha però un ruolo essenziale, è d’accordo?
Le Frecce Tricolori sono una squadra di più di 100 tra uomini e donne dell’Aeronautica Militare in cui l’apporto di ognuno è fondamentale. Mi piace paragonare le Frecce Tricolori ad un orologio meccanico in cui tutti gli ingranaggi devono funzionare perfettamente affinché venga segnata l’ora esatta. La PAN quando sperimenta nuove piattaforme di volo virtuale, non teme l’ignoto e il cambiamento, e osa. È questo il segreto per crescere? Il volo delle Frecce Tricolori avviene completamente a vista, per questo motivo l’addestramento non può avvenire mediante l’utilizzo di simulatori. Il segreto consiste nel tramandare le esperienze dai piloti più esperti a quelli neo-assegnati: il velivolo in dotazione alla pattuglia è biposto e permette al pilota più esperto di preparare quello più giovane dal seggiolino posteriore.
Al termine della permanenza chi lascia la pattuglia si occupa dell’addestramento acrobatico della nuova formazione, fornendo continuità e supporto. Quanto è fondamentale che chi esce rimanga parte del gruppo?
I piloti, al termine della loro permanenza alle Frecce Tricolori, ritornano presso i reparti operativi di provenienza portando con sé il bagaglio di esperienza maturato durante i 4-5 anni di attività al 313° gruppo addestramento acrobatico la cui peculiarità non riguarda solo l’ambito di abilità e competenze “di pilota” ma investe anche l’ambito relazionale e la consapevolezza dell’importanza di fare squadra.