Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio 2025
Gadget offerti dal «Secolo d'Italia»
Fa discutere l'iniziativa di Alleanza Nazionale
di Federica Barella e Luca Perrino
da Il Piccolo, anno 114, n° 294, 29 dicembre 1995, pp. 1 – 2
UDINE – È polemica sul «gadget» che An, tramite il suo quotidiano il «Secolo d’Italia», regalerà a quanti vorranno acquistare la videocassetta della manifestazione di partito svoltasi a Roma lo scorso 2 dicembre. Il «coupon» da compilare avverte infatti che assieme al video, a un portachiavi e a un calendario, i lettori potranno ricevere anche il distintivo «Frecce Tricolori», simile a quello che ormai da sempre Giancarlo Fini porta all’occhiello della giacca, “ma soprattutto simile, molto simile, al simbolo della Pattuglia acrobatica nazionale (Pan) dell’aeronautica italiana, che ha la sua base alle porte di Udine, a Rivolto. E non solo nel nome.
Il fatto ha provocato l’immediata smentita da parte dello Stato maggiore dell’aeronautica militare. Mentre da parte dei vertici di An si parla di pura coincidenza, di un fatto non voluto. Anche se poi gli stessi responsabili del servizio immagine del partito di Giancarlo Fini ammettono di aver acquistato dalla stessa fabbrica dalla quale si fornisce la Pan numerose spillane e orologi.
«Tre frecce con i colori della nostra bandiera»
UDINE — Più di qualcuno (decisamente lontano alle idee politiche di Fini) già lo scorso 2 dicembre aveva strabuzzato gli occhi nel vedere il simbolo delle Frecce Tricolori, la pattuglia acrobatica (Pan) della nostra aviazione, a far da sfondo, in formato gigante, alla manifestazione di Alleanza nazionale svoltasi in piazza San Giovanni a Roma. Ora a stupirsi sono invece gli stessi responsabili della pattuglia che ha base alle porte di Udine, a Rivolto.
Da un po’ di giorni infatti il quotidiano di Alleanza nazionale «Il Secolo d’Italia» pubblica un’offerta a dir poco singolare, secondo le stesse dichiarazioni dei responsabili della Pan. Compilando un coupon e versando lire 39 mila, i lettori del «Secolo» possono infatti ricevere una videocassetta della manifestazione del 2 dicembre, un portachiavi-ricordo, un calendario e il distintivo delle «Frecce Tricolori», lo stesso simbolo che il presidente del partito Fini porta sempre all’occhiello della giacca.
Peccato che lo Stato Maggiore dell’Aeronautica militare non ne sappia proprio nulla. Anzi, i vertici hanno voluto ieri subito smentire e dissociarsi dall’iniziativa. «Non abbiamo e non vogliamo avere nulla a che fare con iniziative di questo genere», ha dichiarato il responsabile dell’ufficio pubblica informazione, il tenente colonnello Germari. «Non abbiamo nessun accordo con il partito di Fini».
Ma come si giustificano allora in casa di Alleanza nazionale? Roberto Iannarilli, «responsabile immagine» del partito di Fini e dell’agenzia che cura la produzione e la distribuzione dell’oggettistica di An, nega qualsiasi nesso tra il loro gadget e il distintivo delle Frecce Tricolori. Credergli, però, risulta un po’ difficile. Soprattutto quando confessa che è la prima volta che sente paragonare il distintivo di An a quello delle Frecce. Già Gad Lerner infatti, in diretta tv nel corso della trasmissione Milano-Italia, qualche anno fa, aveva chiesto a Fini perché portasse all’occhiello il simbolo della nostra pattuglia acrobatica. «Sono un appassionato», rispose il numero uno di An. E la cosa finì lì.
Il deputato triestino di An Roberto Menia, in merito a questa «passione», fornisce invece una versione più suggestiva: «Non vorrei sbagliarmi, ma Fini ha iniziato a portare quel distintivo dopo la tragedia di Ramstein, in segno di solidarietà con i piloti e con le vittime di quel trernendo episodio».
Da parte sua, però, Iannarilli, sembra non saperne nulla. E anzi si infervora a spiegare che quelle tre frecce sono in realtà l’evoluzione grafica della vecchia fiamma dell’Msi. «Si tratta delle tre fiammelle aperte e stilizzate». Sì, ma allora perché scrivere testualmente sul giornale che verrà regalato il simbolo «Frecce Tricolori»? «Ma è evidente perché», spiega Iannarilli. «Quel nome infatti è stato scelto perché in effetti sono tre frecce con i colori della nostra bandiera. Come avremmo dovuto chiamarlo?».
Proprio Iannarilli, però, confessa poi che, in passato, il suo partito ha acquistato numerose spille e orologi dalla stessa fabbrica dalla quale escono i marchietti della Pattuglia acrobatica nazionale. «Abbiamo ancora tutta la documentazione», aggiunge Iannarilli temendo quasi un’accusa di plagio.
A Rivolto, in ogni caso, fanno sapere di non aver gradito. «Sarebbe quanto meno curioso – afferma il portavoce di questi acrobati dell’aria – se non addirittura sconveniente che le forze armate o una parte di esse si legassero a un partito, qualunque esso sia. Quel logo non è il nostro».
La somiglianza tra i due simboli comunque resta. E al di là delle dichiarazioni ufficiali, forse l’operazione messa a segno dai vertici di An non è proprio casuale. A quanto pare, infatti, i giochi di parole e i doppi sensi sono la passione dell’ufficio immagine del partito di Fini. L’agenzia che si occupa dell’oggettistica si chiama infatti «Emmessei» che significa ovviamente non Movimento sociale italiano, ma Master Service Italia. Un’idea anche questa, come ci confessa Iannarilli, del vulcanico Ignazio La Russa. Come sua sarebbe anche quella del distintivo.
Si sa, la politica, oggi più che mai, è anche immagine. E allora perché, devono aver pensato quelli di An, non sfruttarne una già conosciuta, e soprattutto amata da tutti, come quella delle Frecce Tricolori?
A sinistra, lo stemma adottato dalle Frecce Tricolori – A destra, il distintivo usato da Alleanza Nazionale