Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio 2022

Dietro le quinte della PAN

di Gen. Brig. Vincenzo Romano | editoriale AM NEWS – ottobre 2019
da aeronautica.difesa.it, 23 ottobre 2019 [ fontefonte video ]

Pronti con i freni…..via!“. È questo il comando con cui Pony 1, il capo formazione delle Frecce Tricolori, dà via radio l’ordine di partenza ai 10 MB-339 PAN, schierati sulla pista per iniziare la corsa di decollo che li porterà sul cielo della loro esibizione acrobatica. È l’inizio di alcuni dei momenti forse tra i più celebri e conosciuti all’esterno delle tante attività della nostra Forza Armata, quelli che spesso fanno sentire tutti noi così orgogliosi di vestire la divisa azzurra. Ma cosa c’è dietro a quegli intensi ed emozionanti 25 minuti di volo acrobatico? Quale lavoro si nasconde agli occhi del pubblico, per portare le 10 Frecce Tricolori pronte al decollo in testata pista? Chi contribuisce, spesso lontano dai riflettori, a realizzare una delle esibizioni più note non solo dell’Aeronautica Militare, ma dell’intero Paese?

Nell’anno che precede le manifestazioni per il sessantennale della fondazione delle Frecce Tricolori, abbiamo ritenuto importante contribuire a diffondere all’interno della Forza Armata una conoscenza e cultura della Pattuglia Acrobatica Nazionale (PAN) meno vicina ai riflettori, ma non per questo meno vera o importante, e dare voce a tutti coloro che, quotidianamente e direttamente, spesso “dietro le quinte”, sono impegnati in tutte quelle attività di supporto logistico, tecnico, manutentivo e operativo che rendono possibile la realizzazione della stagione acrobatica.

Obiettivo di AM News è stato quello di far “immergere” i nostri inviati all’interno del 313° Gruppo, provando a raccontare alcuni retroscena probabilmente poco noti anche nella Forza Armata, con lo scopo di documentare il grande lavoro di squadra necessario per la realizzazione di un air show. L’obiettivo è quello di raccontare anche e soprattutto il lavoro, silenzioso ma prezioso, di tecnici e specialisti, la cui opera è essenziale per la perfetta riuscita delle attività delle Frecce Tricolori; lo scopo finale di tale progetto, ovviamente, è quello di mettere in risalto, tramite i colleghi in tuta blu, la professionalità di tutti coloro che rendono possibile, in ogni parte del Paese, le attività della Forza Armata nel suo insieme.

È con questo spirito che abbiamo varcato i cancelli del 2° Stormo di Rivolto, sul cui sedime insiste la sede del 313° Gruppo Addestramento Acrobatico. Grazie alla disponibilità del Comandante della PAN, il Magg. Gaetano FARINA, e del PR e speaker, il Cap. Riccardo CHIAPOLINO, abbiamo potuto vivere un’esperienza fantastica a stretto contatto con i circa cento membri della PAN prima, durante e dopo una manifestazione aerea, immergendoci nelle loro attività, nella vita operativa e nei briefing, nella goliardia e nei momenti di intenso lavoro, assistendo ad alcune attività manutentive, osservandoli mentre spiegano con orgoglio i segreti della PAN ai visitatori. Abbiamo parlato con molti di loro, ne abbiamo raccolto emozioni e spesso confidenze, in una parola ci siamo sentiti accolti come membri della stessa famiglia, la grande famiglia dell’Aeronautica.

Li abbiamo poi seguiti nelle fasi di rischieramento presso il 6° Stormo di Ghedi, per documentare le fondamentali attività di supporto svolte presso tutte le basi dell’AM in cui le Frecce Tricolori sono schierate prima, durante e dopo una manifestazione aerea; infine, al culmine di questo intenso lavoro di squadra, siamo stati con loro a Desenzano del Garda, per vivere in diretta, tra la gente con il naso all’insù, le emozioni regalate dai 10 “Macchini” sul cielo del Lago di Garda alle migliaia di spettatori accorsi per godere di una delle dimostrazioni più riconosciute dell’abilità, della professionalità e della passione delle donne e degli uomini della Forza Armata.

Che ne dite, siete pronti a salire a bordo con noi? E allora….”Pronti con i freni…..via!

Cronaca di un reportage

di CAP. Domenico Gatti – PM Cosimo Antonio ELIA (AMNews 10-2019)
da aeronautica.difesa.it, 23 ottobre 2019 [ fonte ]

Per formazione si intende un insieme di velivoli tra loro vincolati
 da un determinato rapporto reciproco di posizione e manovranti
 in maniera uniforme al diretto comando di un Capo.
Nella formazione, l’individualità sparisce“.

È questo il messaggio di benvenuto, dipinto con elegante calligrafia sul muro esterno del Comando, che accoglie i visitatori al 313° Gruppo Addestramento Acrobatico di Rivolto. È, a ben vedere, il messaggio che meglio racchiude lo spirito della Pattuglia Acrobatica Nazionale, nel suo insieme, ed è ciò che davvero si percepisce varcando la porta d’ingresso del Gruppo.

Siamo in uno dei luoghi “mitici” della nostra Forza Armata, siamo nel cuore pulsante della PAN. È una mattina di inizio ottobre, a Rivolto splende un bel sole autunnale e anche l’ulivo che troneggia nel piazzale esterno pare assaporare il tepore di questa giornata di inizio autunno. Nel comando, a dirla tutta, non sembra il momento di rilassarsi al sole: i ragazzi delle Pubbliche Relazioni ci accolgono con simpatia, ma i telefoni squillano e le mail richiedono le loro risposte. Siamo accolti dal Cap. Riccardo Chiapolino, da quest’anno speaker e Ufficiale responsabile delle PR alla PAN. Anche con lui l’informale chiacchierata è spesso interrotta dallo squillare del telefono, da richieste di informazioni dei collaboratori, dagli insistenti messaggi sullo smartphone da parte di un giornalista. Riccardo ci spiega che, in periodo di MAF, il personale che è rientrato dalla manifestazione precedente è “off” il martedì e il mercoledì (questo è il “weekend” PAN durante la stagione acrobatica!), mentre sono presenti i colleghi che partiranno a breve per la prossima missione e che già ne predispongono mezzi e materiali di supporto. Nonostante la giornata dovrebbe essere di riposo, l’attività attorno a noi è frenetica. La porta del Gruppo non fa in tempo a chiudersi che già viene riaperta da alcuni “grandi ex”, tra i quali riconosciamo immediatamente gli ex Comandanti PAN Lant e Bernardis, qui a Rivolto per un’intervista con la RAI nell’ambito di un documentario in vista del sessantennale.  Ma non doveva essere una giornata tranquilla?!

Anche le attività manutentive non si fermano. Ne andiamo a parlare, accolti come sempre con grande disponibilità, dal Ten. Col. Baldo, Capo del Servizio Efficienza Aeromobili (SEA). Novarese e fresco di promozione (novità che vedrà ben presto coinvolti anche noi…), Daniele ci accoglie nel suo ufficio all’interno dell’hangar parlandoci del protagonista indiscusso, assieme agli uomini in blu, di tutta l’attività delle Frecce Tricolori: l’italianissimo MB 339 PAN. È un velivolo al quale ormai tecnici e specialisti sono affezionati, e che conoscono in ogni minimo dettaglio: è in PAN dal 1982, anno della vittoria dell’Italia al Mundial di calcio in Spagna…e questa ci sembra una bella coincidenza per un Gruppo che rappresenta i colori nazionali in Italia e nel mondo. Daniele ci racconta che il SEA qui a Rivolto effettua tutte le manutenzioni di 1° e 2° livello tecnico, mentre come tutti i “339” dell’AM le ispezioni maggiori e la manutenzione delle 1000 ore vengono effettuate presso il 10° RMV di Lecce. Il SEA della PAN ha al suo interno alcune professionalità non usuali in altri servizi di efficienza aeromobili: la sala verniciatura, la sala metrologica, gli ossigenisti e gli addetti ai Controlli Non Distruttivi (CND).

La ormai lunga vita operativa del “Macchino” comporta, come per tutte le macchine così longeve, una serie di conseguenze non sempre favorevoli, ma la decennale esperienza dei manutentori riesce a sopperire a ogni inconveniente tecnico, e ormai è assai difficile riscontrare delle anomalie che non siano mai state affrontate nel passato. Il 339 è un velivolo ritenuto molto affidabile, più “meccanico” che “elettronico”, e nel corso dei decenni ha dimostrato di essere un fedele alleato per le acrobazie della PAN nei cieli d’Italia e del mondo. Le peculiarità dell’MB 339 in configurazione PAN sono essenzialmente rappresentate dall’impianto fumogeno, dalle taniche subalari miste (carburante e fumogeni) e dalla livrea, che viene curata con grande attenzione dalla locale sala verniciatura. I manutentori qualificati, dopo aver frequentato il corso macchina a Lecce, effettuano l'”on job training” qui a Rivolto, proprio per familiarizzare con le peculiarità della versione PAN del 339.

Il giorno seguente, il giovedì, la giornata si prevede ancor più frenetica. Per fortuna, l’inizio ha il sapore dolce di una cornettata molto informale, nella quale il TCol. Baldo intende celebrare in mansarda piloti con tutto il personale il nuovo grado appena indossato, tra cimeli che farebbero tremare i polsi a qualunque collezionista. Oltre alle innumerevoli coppe, targhe, quadri, oggetti ricordo di ogni forma e dimensione, al centro della mansarda troneggia una moto Mv Agusta con livrea PAN, alle pareti invece una parte del musetto di una monoposto di Formula Uno, magliette autografate di squadre di calcio e di rugby, la maglia rosa del giro d’Italia … insomma, la passione per la PAN è davvero trasversale. Il clima è molto goliardico, e i piloti si mettono subito ai posti di comando… ovvero dietro al bancone del bar! Non capita tutti i giorni di farsi servire un cremoso cappuccino caldo da un pilota delle Frecce Tricolori, ma la naturale disponibilità e il sincero calore umano dei  ragazzi delle Frecce rendono il tutto molto naturale.

Dopo i consueti discorsi di rito e il brindisi augurale, si inizia a fare sul serio. Il giovedì è infatti la giornata tradizionalmente dedicata al cosiddetto “volo grande”, ovvero al volo con la formazione con il maggior numero di componenti possibili, e ai vari voli di addestramento dei nuovi assegnati o delle singole sezioni. I piloti in tuta verde scendono in aula briefing per il consueto briefing piloti ed efficienza flotta, alla presenza del Comandante, degli Ufficiali PR, degli Ufficiali ed alcuni sottufficiali della parte manutentiva. Al termine, dopo le ultime disposizioni in Ufficio Operazioni, i piloti vanno nello spogliatoio per indossare tuta anti-g e prendono i loro caschi, che riposano su delle mensole montate su una bellissima deriva del “339” che funge da supporto. Il clima è disteso, la meteo oggi è ottima, ma gli sguardi iniziano a farsi concentrati. Borsa porta casco in mano, i piloti escono per recarsi in linea volo, dove gli specialisti hanno quasi completato la predisposizione dei velivoli sotto gli hangar. Una pacca sulla spalla, il giro di ispezione prevolo, piede sul predellino e poi dentro l’abitacolo, dove agganciare le cinture e infilare il casco. La comunicazione diventa gestuale, con la messa in moto i decibel salgono e i controlli tra pilota e capo velivolo si fanno con sguardi di intesa e gesti convenzionali sulla verifica dell’efficienza delle superfici mobili del velivolo. Tutto è pronto. Guidati dai crew chief, i 10 MB 339 escono dagli hangar e si allineano in pista, pronti al decollo. Nell’aria, l’odore del carburante e il calore dei gas di scarico del motore, uniti al ruggito del suo caratteristico rombo, ci fanno partecipare davvero con tutti i sensi a questo momento in cui tutto, nel binomio uomo-macchina, deve funzionare alla perfezione. Via i freni e su, le Frecce Tricolori iniziano il loro addestramento acrobatico giornaliero.

Rientriamo in palazzina comando. Dopo pochi minuti una sirena interrompe le attività di tutti: è scattata un’emergenza in volo. Noi ci guardiamo intorno, ma i ragazzi della PAN hanno già capito cosa fare. Ci affacciamo verso la pista, uno dei velivoli deve effettuare un atterraggio anticipato per motivi tecnici. La grandissima esperienza del pilota, il Maggiore Mattia Bortoluzzi, uno dei più esperti, fa sì che l’immediato rientro e l’atterraggio avvengano senza alcuna conseguenza né per il velivolo, né per il pilota, che lascia scorrere le ruote del 339 sulla pista fino a liberarla dall’ultimo raccordo. Giunge in pista il mezzo del Nucleo Antincendi del 2° Stormo, pronto ad intervenire, ma per fortuna non ci sono fiamme né altri pericoli e il pilota può scendere dal velivolo senza altri problemi. Per aria ci sono ancora tutti gli altri velivoli che, dopo aver applicato immediatamente le previste procedure di sicurezza per interrompere l’attività addestrativa, adesso possono rientrare anch’essi in totale sicurezza.

Ci si concentra immediatamente sul velivolo, che è fuori gioco a causa del problema tecnico riscontrato. Non c’è tempo da perdere, l’indomani mattina si parte per Ghedi per l’Air show di Desenzano e occorre allestire un nuovo velivolo per Pony 6. Il capo hangar dà ordine ai suoi di predisporre immediatamente a tale scopo il 339 appena rientrato dalla manutenzione di Lecce, che dopo i controlli di rito viene subito ribattezzato con l’adesivo n.6 sulla deriva. Davvero una evidente prova di “gioco di squadra”, non c’è che dire!

Non mancano in giornata anche i voli “di servizio”, e oggi occorre portare in ditta un “Macchino” che ha fatto un incontro troppo ravvicinato con un volatile, danneggiando il bordo di attacco di un’ala. Ci pensano Pony 4 e Pony 6, che partono con due velivoli e torneranno nel pomeriggio a bordo di uno solo, lasciando a Venegono l’aeroplano da sistemare.

Ma il giovedì è anche giornata di visite al Gruppo. I ragazzi delle PR ci devono salutare, un gruppo di ex alpini scalpitano all’ingresso della base. Un paio di pullman accompagnano sul piazzale del comando 80 arzilli visitatori, nei cui occhi è facile leggere l’emozione di essere in uno dei luoghi più importanti dell’acrobazia aerea mondiale. Subito affidati alle sapienti cure dei sottufficiali PR, vengono divisi in due gruppi: uno è condotto nell’hangar manutenzione, l’altro nel museo della PAN dove, a fianco dei velivoli storici, è stata allestito un percorso divulgativo sulle attività delle Frecce ed una sala conferenze, nella quale assistere al briefing illustrativo sulle attività del gruppo.

Inoltre, durante la stagione acrobatica il giovedì è la giornata dedicata all'”impalettamento” dei materiali, dei ricambi e dei bagagli del personale, che verranno poi caricati sul C130J della 46^ Brigata Aerea di Pisa per le trasferte lunghe, o su un camion del 2° Stormo di Rivolto per quelle più brevi. Anche il personale di supporto e i tecnici viaggeranno sul “130” se la missione si svolge lontano da casa, e su un bus di una società privata aggiudicataria del servizio per le trasferte più vicine. Fondamentale è poi l’attività di supporto che la PAN riceve dagli aeroporti AM dove viene rischierata: oltre a tutte le incombenze di tipo logistico per il personale (alloggi, automezzi per gli spostamenti, mense) le basi AM forniscono assistenza ai velivoli, sia nelle fasi di assistenza al volo e parcheggio, sia in quelle di rifornimento (carburante e ossigeno). La PAN rischiera in loco un’aliquota dei propri specialisti, che collaborano con quelli della base per molte di queste attività fondamentali per la perfetta riuscita dell’attività del fine settimana, non ultimo l’accurato controllo della pista da eventuale FOD (particolarmente pericoloso per un velivolo con prese d’aria basse come il 339).

Venerdì, è il giorno della partenza per la località sede della manifestazione aerea. I primi ad arrivare al Gruppo sono gli specialisti che devono predisporre gli aeroplani. Poi, via via arrivano tutti gli altri. L’aria è davvero frizzante, e non si parla solo di una mattinata ottobrina alle pendici dei monti friulani. Chi parte con l’autobus è già pronto con i bagagli, mentre i “volanti” aspettano l’arrivo dei piloti per il volo di trasferimento. Ormai la procedura inizia ad esserci familiare: consueto briefing meteo, seguito da quello sul volo di trasferimento, gestione di eventuali emergenze e scali alternati, ultime disposizioni logistiche e via ai velivoli in attesa della messa in moto. Noi anticipiamo la formazione e ci “fiondiamo” a Ghedi, sede del 6° Stormo e che fungerà da base logistica di appoggio per tutto il week end della manifestazione. Anche lo scalo bresciano ci accoglie con un’atmosfera di ordinata laboriosità, e in breve veniamo accompagnati sulla linea volo del 102° Gruppo, dove i capi velivolo hanno già predisposto i “tacchi” per parcheggiare le undici Frecce, che sono già in finale sulla pista lombarda. Atterraggio consueto in formazione, rullaggio dietro al Comandante della PAN, parcheggio e spegnimento motori avvengono tutti in rapida sequenza.

Ora i velivoli sono presi in consegna dai rispettivi crew chief che, in stretta collaborazione con il personale del 6° Stormo, provvederanno ai controlli post-volo, ad eventuali piccole manutenzioni in caso di malfunzionamenti riscontrati nel volo di trasferimento e al rifornimento di carburante e di ossigeno. Questa fondamentale attività proseguirà ovviamente per tutto il weekend, soprattutto prima e dopo i voli del sabato e della domenica: un’attività silente, ma fondamentale per la perfetta riuscita dell’esibizione aerea.

I piloti si riuniscono ancora in linea volo per il debriefing del Comandante, poi il pomeriggio è dedicato alle attività di rappresentanza e a quelle benefiche.

Anticipiamo il pullmino di Ghedi con i piloti PAN e il personale PR per recarci alla sede ANFFAS di Rivoltella del Garda, dove i piloti sono accolti in un tripudio di applausi dai ragazzi ospiti della struttura e dagli operatori sanitari. E qui tocchiamo con mano la straordinaria umanità dei ragazzi in tuta blu: dopo il breve messaggio di rito del Comandante, i ragazzi delle Frecce sono affettuosamente travolti da una vera ondata di affetto da parte di queste persone meno fortunate, che stanno vivendo un momento indimenticabile. Nessuno dei piloti si tira indietro, in un autentico bagno di folla tra mani che vengono strette, abbracci, foto, sorrisi e qualche lacrima di commozione.

Il pomeriggio sul Garda non è ancora finito. Gli undici piloti in blu sono adesso graditissimi ospiti presso un luogo carico di storia e di ricordi aeronautici: l’idroscalo di Desenzano, inaugurato prima della fondazione della Forza Armata (nel 1915) e utilizzato sin dalla Prima Guerra Mondiale. L’idroscalo è indissolubilmente legato ad un record aeronautico tuttora imbattuto: quello di velocità su velivolo a pistoni, ottenuto dal Maresciallo Francesco Agello nel 1934 su MC72, che raggiunse i 709,209 km/h. Le guide dell’idroscalo, non senza una punta di emozione, spiegano ai piloti alcuni aneddoti legati a questa come ad altre gesta aviatorie, e tutti seguono con grande attenzione alcuni dei racconti più interessanti dell’era pionieristica dell’aviazione italiana.

È ora di tornare in camera. Riposo, relax? Non per tutti. Questa è una delle rare occasioni in cui, chi ha potuto, ha portato le famiglie sul luogo della manifestazione, e ne approfitta per qualche ora di svago con moglie e pargoletti. Per gli altri, tolta la tuta blu, si indossa quella ginnica: tutti insieme con il Comandante per una bella corsa sul lungolago, ed un veloce “basso passaggio” in incognito nella zona del “villaggio tricolore” allestito in piazza, per salutare i ragazzi che predispongono gli stand info-promozionali e il simulatore ludico per il giorno dopo.

Ecco, il giorno dopo sarà giornata di prove, e la domenica la manifestazione aerea con il consueto tripudio tricolore. Abbiamo girato tra gli stand, abbiamo parlato con ragazzi e anziani, abbiamo visto le lacrime agli occhi di signore di mezza età e arzilli novantenni, abbiamo osservato lo stupore dei bimbi nell’osservare quelle manovre nel cielo, quegli arabeschi disegnati con perizia e professionalità. Abbiamo cantato a squarciagola il tricolore, abbiamo trattenuto il fiato negli incroci e durante la “scampanata” del solista. Perché tutto questo sono le Frecce Tricolori, e tutto questo è possibile grazie all’appassionato lavoro di oltre cento uomini in “tuta blu”, accomunati tutti da un’unica grande consapevolezza e responsabilità: quella di rappresentare il lavoro spesso silente ma così importante degli oltre 44.000 uomini e donne dell’Aeronautica Militare, al servizio del Paese.

Le foto che raccontano una MAF

di CAP. Domenico Gatti – PM Cosimo Antonio ELIA (AMNews 10-2019)
da aeronautica.difesa.it, 23 ottobre 2019 [ fonte ]

“Non è finita nemmeno quando è finita” diceva più o meno così il compianto Ten.Col. Andrea Saia, storico Speaker del 313° Gruppo Pattuglia Acrobatica proprio per indicare che un minuto dopo il termine di un’esibizione tutti gli uomini in tuta blu erano già proiettati alla successiva.

Questa è stata la sensazione che noi di AM News abbiamo percepito sin dal momento in cui abbiamo messo piede nella storica sede del 313° Gruppo PAN situato presso il 2° Stormo di Rivolto (UD).

L’esibizione è solo l’aspetto più visibile dell’attività di volo delle Frecce Tricolori, il risultato di un’organizzazione capillare e di un intensissimo impegno, senza perdere mai di vista il ruolo operativo e mantenendo i contatti con i mass media,  con gli appassionati e con un numero sempre crescente di visitatori di tutte le età che visitano la  base di Rivolto.

Abbiamo deciso di far parlare le foto che meglio raccontano quello che è il dietro le quinte di una MAF e abbiamo per un momento relegato i velivoli a semplici gregari, cercando di raccontare il valore umano e la professionalità dei cento uomini AM che costruiscono una esibizione delle Frecce Tricolori.

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