Ultimo aggiornamento: 6 Novembre 2021
Il rombo di un caccia terrorizza la città
Un aereo compare nel cielo e getta nel panico la gente sconvolta dai fatti di Manhattan e dalla guerra incombente
Era una Freccia tricolore che «provava il campo» per una prossima esibizione
da Il Piccolo, anno 120, n° 224, 21 settembre 2001, p. 13
Spenta la televisione, magari per far dormire un’oretta i bambini, la gente comincia a sentire un rombo sordo. Sempre più cupo, man mano che si avvicina. Un aereo. Niente paura, è quello solito che passa sulla città e sparisce verso la «Jugo» a tutte le ore e che nessuno ha mai capito cos’è. No.
Forse non erano esattamente le 14.48, ora italiana, le 8.48 di Manhattan, ma più o meno era quell’ora lì. Sui titoli di Televideo si rincorrevano le parole «guerra», «talebani», «bin Laden», «terrorismo», «portaerei», «caccia», come da una decina di giorni a questa parte. La Borsa invertiva la tendenza e mostrava indici da brivido, d’improvviso, come se nuovamente, come la settimana scorsa, qualcosa di grave fosse accaduto o stesse per accadere. Il Tg3, con sullo sfondo sempre quelle Torri Gemelle che cadono, cadono, cadono, con quell’aereo che le sbudella con ossessiva cadenza, ci aveva appena informati che il terrore avrebbe potuto colpire do-vunque, in qualsiasi momento. Anche con i gas.
Il rombo diventa più cupo, l’aereo è a bassa quota — come quello là — i vetri cominciano ad andare in risonanza e a vibrare, i bambini strillano, i vecchi si alzano col cuore in gola dal letto, corrono sui balconi, per vedere ma con la paura di vedere, di sentire l’impatto, il tuono è così vicino.
A Trieste è una bellissima giornata, e l’ora è quella della passeggiata alla quale pochi rinunciano dopo giorni di freddo e di inverno anticipato. Si mangia di nuovo all’aperto, qualcuno prende il sole, si tenta di esorcizzare quello che sta accadendo nel mondo «e che speriamo non tocchi anche a noi»,
L’aereo arriva dal mare, (da Ore Nove? Ore Dieci, come si sente dire nei film di guerra?) e piomba in pochi attimi sulla testa della gente. Che alza gli occhi, guarda i balconi con altra gente con le mani nei capelli. Sono quei brividi freddi che non sono ancora panico, che non fanno scappare, ma camminare lentamente all’indietro, quasi una sospensione dei sensi con le spalle che si stringono e le mascelle che si serrano. Qualcuno azzarda: «È una Freccia tricolore… guarda la scia», «No, é un aereo da guerra… ha i missili sotto le ali… Forse è gas nervino…».
Il rombo, l’aereo solitario che compare nel cielo di piazza Unità ai più vecchi ricorda «Pippo», quel ricognitore americano dal nome simpatico, «angelo premonitore» dei bombardamenti del ’44.
Ma questo non è un ricognitore. Picchia verso il porto, come ai tempi della guerra, si rialza, fa un paio giretti, un «inchino», com’è abituato a fare. E se ne va.
«Vaffanculo», è la frase più gentile che si sente in giro dopo che si è scoperto che sì, era proprio una Freccia tricolore. Provava il «campo di gara» per una manifestazione in calendario il 29 settembre a Trieste.
E siamo a due. Dopo i fuochi della mezzanotte di sabato sera, che avevano fatto più o meno lo stesso effetto sulla gente che dormiva, qualcuno ha inventato anche la «guerra artificiale». Nessun commento. Questo è quanto hanno dichiarato le «autorità preposte».
Dipiazza (sindaco): «Non ne sapevo niente. Ho ricevuto decine e decine di telefonate. Quell’aereo mi ha disturbato. In questo caso bisognava avvertire la popolazione».
Scoccimarro (presidente Provincia): «E’ un’idea di Staffieri».
Staffieri (ex sindaco, ex leader di Aquila Selvaggia): »Non c’è stata apprensione. La gente non ha capito subito che si trattava di una Freccia perché non è abituata a vedere un solo aereo. Qui non si tratta di fuochi artificiali, si onorano i Caduti».
Una prece.
Le «Frecce» sono anche delle macchine da guerra
Supporto tattico, ankarro e antklicottero
Forse non tutti lo sanno, ma gli aerei delle «Frecce tricolori» sono — ovviamente — anche strumenti di guerra. È dal 1983 che l’Aermacchi MB339/PAN costituisce la flotta di cui dispone la Pattuglia acrobatica nazionale. Aviogetto biposto da addestramento, il 339 viene impiegato oltreché per il volo acrobatico anche in missioni operative di supporto tattico e in funzione anti-carro e anti-elicottero. Proprio una significativa parte dell’attività del 313° gruppo, di stanza alla base di Rivolto, è dedicata all’addestramento operativo dei piloti. Tutti i velivoli, infatti, possono essere convertiti in configurazione di guerra, adottando missili aria-terra, aria-aria e cannoncini, nel giro di poche ore. Adottato dalle forze aeree di nove nazioni, l’MB339 ha una lunghezza di poco inferiore agli 11 metri, un’altezza di 3 metri e mezzo e l’aperura alare di 10,25 metri. Può anche montare serbatoi supplementari sotto le ali, mentre le velocità di decollo e di atterraggio sono rispettivamente di 195 e 181 chilometri l’ora. La velocità massima supera i 900 km/h.
Damiani al ministro: «Va sospeso lo show delle Frecce tricolori»
Causa le tensioni internazionali
da Il Piccolo, anno 120, n° 28, 26 settembre 2001, p. 13
L’esibizione delle Frecce tricolori prevista a Trieste per sabato prossime, in occasione di una cerimonia in ricordo degli avieri caduti, va sospesa. Lo ritiene il deputato ed ex vicesindaco Roberto Damiani che in proposito ha presentato un’interrogazione urgente al ministro della Difesa. «Data la difficilissma situazione internazionale e il conseguente stato di apprensione dei cittadini —chiede Damiani — non si potrebbero sospendere le esibizioni di aerei che, al momento attuale, non appaiono nè opportune nè plausibili?»
Due episodi avevano turba-to la città nei giorni immediatamente successivi ai disastrosi attentati di New-York e Washington. La sera di sabato 15, quattro giorni dopo la tragedia, uno spettacolo di fuochi pirotecnici aveva messo in agitazione migliaia di triestini, giovedì scorso invece a provocare allarme era stato il ripetuto rombo di un caccia. In entrambe le occasioni molti concittadini avevano creduto che la guerra fosse arrivata fin da noi.
Ed è proprio a questi due episodi che l’onorevole Damiani fa riferimento nella premessa all’interrogazione al ministro Martino. «Nel primissimo pomeriggio del 20 settembre scorso – si legge – un aereo militare ha compiuto numerose evoluzioni sopra la città di Trieste, anche a bassa quota, alimentando nella popolazione civile un diffuso sentimento di paura.» Com’è noto, l’aereo era una delle Frecce tricolori che «provava il campo» per l’esibizione dell’intera squadriglia prevista appunto per il 29. Damiani ricorda inoltre che «l’episodio seguiva di pochi giorni l’improvvida iniziativa dell’amministrazione comunale di concedere, a tarda sera, lo sparo di fuochi d’artificio, che, anch’essi, avevano provocato comprensibile spavento nella popolazione.»
Frecce Tricolori, sorvolo in mezzo alla bufera
Domani il passaggio sopra piazza Unità della pattuglia acrobatica nazionale al centro di una polemica incandescente
Staffieri: «Ciampi ci dà ragione». Damiani e Illy non sono stati invitati alla cerimonia
L'ex vicesindaco: «In Parlamento rappresento la gente comune. Dinanzi alla morte i toni devono smorzarsi, la sobrietà deve prevalere sulla retorica»
di Ugo Salvini
da Il Piccolo, anno 120, n° 230, 28 settembre 2001, p. 18
Non si placa la bufera attorno al sorvolo di Trieste da parte delle Frecce Tricolori. Anzi. I toni si inaspriscono tra l’ex sindaco Giulio Staffieri, organizzatore della manifestazione, e l’onorevole Roberto Damiani, con dichiarazioni di fuoco.
«L’atteggiamento del deputato Damiani mi ha indignato, però mi conforta pensare che il sentimento della maggior parte dei triestini, nei confronti dei caduti che andremo a onorare, è ben superiore a quello dell’ex vice-sindaco». Il comandante Giulio Staffieri, presidente della sezione triestina dell’Associazione arma aeronautica, organizzatrice della due giorni che, fra oggi e domani, sarà destinata alla scopertura del monumento dedicato ai 323 aviatori caduti, originari di Trieste, dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, ha reagito con durezza alla richiesta di Damiani, che aveva parlato giorni fa di «opportunità di sospendere il sorvolo delle Frecce su piazza dell’Unità». La partecipazione della pattuglia acrobatica avrebbe potuto originare, stando a Damiani, «apprensione nella popolazione, alla luce dei recenti tragici fatti di New York».
Tutto questo ha fatto scattare la reazione di Staffieri che, nella conferenza stampa di ieri («e già fissata in tempi non sospetti, cioè ben prima delle esternazioni di Damiani»), non ha potuto limitarsi a illustrare i dettagli della manifestazione. «In tutto quello che avverrà fra domani e dopodomani (oggi e domani, ndr) — ha sottolineato — c’è una sola nota stonata, quella suonata da Damiani, che peraltro qualifica a sufficienza il personaggio. In questi momenti difficili siamo in linea con l’appello lanciato dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che ha richiamato gli italiani sull’opportunità di continuare a vivere normalmente, perché questa è la risposta migliore agli attentati e al clima che i terroristi vorrebbero alimentare. Siamo convinti che sia necessario rinforzare il vincolo che lega le Forze armate alle Associazioni d’arma. E la conferma che la scelta di invitare le Frecce tricolori è giusta — ha concluso Staffieri — arriva proprio da Ciampi che ci ha inviato un telegramma di apprezzamento».
Roberto Damiani, raggiunto in Parlamento dalla notizia dei contenuti della conferenza stampa non ha tardato a replicare, mantenendo altissimo il livello polemico: «Ho sempre approvato e approverò chi, nutrendo il sano orgoglio dell’identità nazionale, si raccoglie in preghiera per commemorare i caduti, ma per ricordarli degnamente non è necessario il passaggio di aerei militari, — ha dichiarato — che potrebbero evocare, nella popolazione civile il fantasma delle guerre che abbiamo subito e stiamo subendo. È un problema di intelligenza, delicatezza e sensibilità perché in questo periodo i triestini associano d’istinto il rombo dei caccia all’immane tragedia che ha scatenato nel mondo uno dei tanti fanatismi che ancora ci residuano. Siedo in Parlamento — ha poi sottolineato Damiani — per essere portavoce della gente comune. Sono orgoglioso della mia italianità ma sono prima di tutto un uomo, e ogni uomo deve capire che, dinanzi alla morte, i toni devono smorzarsi, che la sobrietà e la discrezione devono prevalere sulla retorica».
L’ex vicesindaco ha inoltre commentato il mancato invito alla manifestazione (in mattinata, Staffieri aveva parlato, a proposito dell’elenco dei parlamentari triestini cui spedire i cartoncini, di «opportune eccezioni per non mettere qualcuno in imbarazzo», riferendosi a Damiani e di «volontà di non mettere zizzania in famiglia» alludendo a Illy).
«Credo cha sia buona norma — ha replicato Damiani — inviare in tempo gli inviti, soprattutto quando si tratta di manifestazioni ufficiali. Considerando che le mie dichiarazioni sono apparse sulla stampa non prima di mercoledì credo sia evidente che la scelta di lasciare fuori Illy e me risalga ai giorni precedenti, e sia frutto di una precisa volontà politica, non la conseguenza di quanto ho dichiarato».
Sulla polemica ha preso posizione anche la lista Illy, che aveva presentato giorni fa una mozione al sindaco chiedendo di sospendere il sorvolo delle Frecce tricolori. In particolare i consiglieri Stefano Corti e Alessandro Carmi hanno ricordato che «la giunta comunale di Centrodestra di Gorizia, in occasione delle celebrazioni per il millennio della città, ha sospeso il sorvolo della pattuglia acrobatica, per i motivi che ora vengono respinti dall’esecutivo di Trieste».
Oggi il premio Squarcina e la banda dell’Aeronautica
Il programma delle celebrazioni.
Oggi: ore 8.30-13 nella sala Oceania della Marittima riunione direttivo Associazione Arma Aeronautica, 16 consegna premio Squarcina ai piloti «Pony 6» della Pattuglia acrobatica nazionale, 18 alla Sala Tripcovich concerto della banda musicale dell’Aeronautica, 20.30 cena d’onore.
Domani: dalle 10 alle 11.20 in piazza dell’Unità d’Italia raduno interregionale del Triveneto esteso a tutte le sezioni e nuclei del sodalizio, cerimonia d’inaugurazione del monumento agli aviatori italiani dell’Istria-Fiume-Dalmazia e Città di Trieste, caduti per la Patria e istituzione della sezione dell’associazione arma Aeronautica «Trieste-Istria-Fiume-Dalmazia» intitolata a «M.o.v.m. cap. pil. Mario Visintini – Mavm col. pil. Vincenzo Dequal. La cerimonia inizierà con l’ammassamento dei radunisti sulla piazza, alle 10.30 gli onori al gonfalone della città di Trieste, alla bandiera di guerra del secondo Stormo e alle autorità, seguiranno i discorsi.
La cerimonia proseguirà alle 11.40 nel piazzale dell’idroscalo con lo scoprimento del monumento agli aviatori italiani di Trieste-Istria-Fiume-Dalmazia, caduti per la Patria.
Il passaggio delle Frecce Tricolori è in programma alle 12.30.
Aeronautica, arriva il giorno delle Frecce Tricolori
Ieri sono iniziate le celebrazioni. Oggi, poco dopo mezzogiorno, il sorvolo della pattuglia acrobatica al centro delle polemiche
Ma contro la manifestazione in piazza dell'Unità si pronuncia il Trieste social forum
di Ugo Salvini
da Il Piccolo, anno 120, n° 231, 29 settembre 2001, p. 15
Accantonate, forse definitivamente, le violente polemiche della vigilia, ieri si è svolta nella più tranquilla delle atmosfere possibili la prima delle due giornate dedicate alle celebrazioni aeronautiche, che culmineranno oggi con lo scoprimento del monumento dedicato ai caduti dell’aviazione nati a Trieste, in Istria, a Fiume e in Dalmazia.
In mattinata, i componenti del consiglio direttivo nazionale dell’Associazione arma aeronautica si sono riuniti alla Stazione marittima, mentre nel pomeriggio hanno assistito alla consegna del premio «Squarcina» ai piloti chiamati in gergo «Pony 6», che sono coloro che, quando la pattuglia acrobatica delle Frecce tricolori assume la posizione in volo, si sistemano al centro del gruppo di aerei. «Sono i play maker della formazione» ha spiegato il comandante Giulio Staffieri, presidente della sezione triestina dell’Associazione d’arma e protagonista, nei giorni scorsi, assieme al deputato triestino Roberto Damiani, dell’accanito duello verbale sull’opportunità del sorvolo della città da parte delle stesse Frecce tricolori; chiamate ad accompagnare la manifestazione.
Molto successo ha riscosso in serata il concerto che ha visto la banda dell’Aeronautica militare esibirsi al Palatripcovich.
Ma i momenti cruciali sono in programma oggi. Si inizierà alle 10, in piazza dell’Unità d’Italia, con il raduno degli avieri, lo schieramento della banda, delle varie rappresentanze delle Forze armate, del gruppo dei consiglieri nazionali, del medagliere e del labaro della sezione di Trieste.
Mezz’ora più tardi sarà reso onore al gonfalone della città di Trieste, alla bandiera di guerra del secondo Stormo e alle autorità. Dopo i saluti di rito, il Vescovo, monsignor Eugenio Ravignani, impartirà la benedizione al labaro, mentre alle 11.15 si terrà l’alzabandiera.
Qualche minuto dopo la cerimonia si trasferirà all’Idroscalo, sede della Capitaneria di porto, e poco dopo mezzogiorno, mentre le Frecce tricolori sorvoleranno la città, sarà scoperto il monumento dedicato ai 323 caduti «che altrimenti finirebbero dimenticati per sempre» ha voluto sottolineare Staffieri. Il quale ha aggiunto: «Non abbiamo voluto fare distinzioni, perché fra di essi ci sono sia quelli che sono stati abbattuti in combattimento sia quelli fucilati dai tedeschi alla fine della Seconda guerra mondiale sia quelli trucidati nelle foibe dagli slavocomunisti».
Monsignor Ravignani impartirà la benedizione anche al monumento, che consiste in un masso scolpito su tre lati, sui quali sono stati incisi i nomi dei caduti, mentre sul quarto c’è il simbolo dell’aviazione militare.
Sulla manifestazione si sono espressi in maniera critica alcuni esponenti del Trieste social forum, che hanno organizzato per oggi pomeriggio una presenza in piazza Hortis «per dire no alla guerra». »Siamo contrari a esibizioni come quella programmata in piazza dell’Unità — hanno dichiarato Andrea Olivieri ed Edy Pernici — perché la guerra non è un gioco e non va celebrata. Ci sono nel mondo grandi ingiustizie — hanno aggiunto — che vedono dilatarsi le distanze fra chi ha il potere economico e chi soffre nella peggiore delle povertà. In piazza parleremo di razzismi, di guerra e forniremo i dettagli della marcia per la pace da Perugia ad Assisi in programma il 14 ottobre».
Le Frecce «spiazzano» tutti
Nelle celebrazioni dell'Associazione arma Aeronautica sorvolo anticipato di quasi mezz'ora
Con il monumento ai Caduti l'ex Idroscalo ha una nuova immagine
di Ugo Salvini
da Il Piccolo, anno 120, n° 232, 30 settembre 2001, p. 11
È stato un sabato diverso, in città. Trascorso da molti triestini con il naso all’insù, prima dello shopping più «internazionale» dell’anno.
Le Frecce tricolori che sorvolano la Capitaneria di porto e la città con una ventina di minuti d’anticipo rispetto all’orario ufficiale. È stata questa ieri l’unica variazione al lungo programma predisposto per lo scoprimento del monumento ai Caduti dell’aeronautica militare, originari di Trieste, dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, che adesso caratterizza il panorama dell’ex idroscalo.
Una variazione al programma, quella delle Frecce, che ha spiazzato i moltissimi triestini accalcatisi sulle Rive. Era previsto che gli aerei della pattuglia acrobatica si presentassero sopra la folla in cronometrica concomitanza con il momento culminante della cerimonia. E il sincronismo con il «clou», in effetti, c’è stato. Ma tutto è avvenuto con mezz’ora di anticipo. Infatti i vari momenti che hanno caratterizzato la manifestazione si sono succeduti con sorprendente celerità permettendo agli organizzatori, in primis i componenti della sezione triestina dell’Associazione arma aero-nautica, di arrivare per tempo al momento più atteso. La decisione è stata presa rapidamente: si anticipa. E a mezzogiorno (anzichè alle
12.30 «ufficiali») le Frecce tricolori hanno effettuato un doppio sorvolo.
La giornata di sole ha poi fatto il resto, incorniciando una giornata «che — come ha sottolineato il Capo di. Stato maggiore dell’Aeronautica, generale Sandro Ferracci nel suo discorso di saluto — rimarrà per sempre scolpita nella storia, dell’arma, per l’entusiasmo di chi l’ha voluta e per il suo profondo significato storico».
La mattinata, che ha visto accorrere in città circa 400 persone, era iniziata alle 10, in piazza dell’Unità, con gli onori resi dalle truppe schierate, in rappresentanza delle diverse armi, al gonfalone della città di Trieste, alla bandiera di guerra del secondo Stormo e alle autorità presenti, con la benedizione impartita dal Vescovo, monsignor Eugenio Ravignani. Dopo le 11, tutti hanno raggiunto il piazzale dell’ex idroscalo (i triestini hanno potuto assistere all’intera seconda parte della cerimonia sostando sulle Ri-ve) senza peraltro creare particolari problemi al traffico.
Giunti vicino al monumento, ancora coperto da un drappo azzurro, il colore dell’aeronautica, autorità e ospiti hanno atteso il momento decisivo, ascoltando la relazione dei presidente della sezione triestina dell’Associazione, il comandante Giulio Staffieri, il quale ha ricordato che d’ora in poi la sezione sarà intitolata, oltre che al colonnello pilota Vincenzo Dequal, triestino, anche al capitano pilota Mario Visintini, nativo di Parenzo.
Dopo la lettura della preghiera dell’aviere, letta anch’essa da Staffieri, la signora Dequal ha proceduto allo scoprimento del monumento (benedetto da monsignor Ravignani), un blocco di pietra dalla forma cubica, che su tre lati accoglie i nomi dei 323 Caduti e sul quarto ospita l’aquila, simbolo dell’arma aeronautica.
Ma è stata soprattutto una festa della gente, che ha applaudito le diverse fasi della cerimonia, alla qua-le non hanno voluto mancare i rappresentanti delle varie associazioni dell’arma aeronautica distribuite sul territorio nazionale, in modo che, nel momento cruciale, il piazza dell’ex idroscalo ha visto decine di labari sollevati per onorare i Caduti. Poi, quando il piazzale è tornato semideserto, è apparso ancor più nitido il nuovo colpo d’occhio del primo tratto delle Rive, con il monumento ai Caduti collocato in prossimità del mare, a pochi passi dall’accesso al cortile della Capitaneria di porto.