Ultimo aggiornamento: 30 Aprile 2019
di Moreno Blasi e Lodovica Palazzoli
da “Airplanes”, anno 7°, numero 4, maggio 2013, p. 17 e numero 11, agosto 2013, p. 21
Il 5 maggio scorso a Falconara si è tenuta la prima uscita stagionale delle Frecce tricolori. Sulla spiaggia, mentre coordinava le manovre da terra, abbiamo incontrato il magg. pil. Jan Slangen, che dal 25 ottobre 2012 è il nuovo comandante della PAN. Ne abbiamo approfittato per conoscerlo meglio e porgli qualche domanda per Airplanes.
Comandante, innanzi tutto, ci parli di lei e di come è giunto a un traguardo così ragguardevole.
Appartengo alla classe del ‘75. Sono entrato in Aeronautica militare nel 1994 con il corso “Rostro” III. Dopo 4 anni di studi in Accademia, comprensivi dei corsi di volo previsti, vengo inviato a “perfezionarmi” negli Stati Uniti, presso la scuola volo della NATO a Sheppard, in Texas. Una volta rientrato in Italia vengo impiegato nella linea AMX e assegnato al 13° Gruppo del 32° Stormo di Amendola. Nel 2005 ho la fortuna di entrare a far parte della meravigliosa squadra della PAN, dove ho ricoperto prima il ruolo di “Pony 7” (3° gregario sx), poi di “Pony 2” (1°gregario sx) e, quindi, i successivi 3 anni come capoformazione.
Cosa si prova a diventare il comandante della pattuglia acrobatica più prestigiosa al mondo, soprattutto in un Paese come l’Italia, da sempre all’avanguardia nel campo dell’acrobazia aerea?
Personalmente, ho avuto la possibilità di coronare un sogno. Le “Frecce Tricolori” hanno il compito e la responsabilità di rappresentare la passione e la professionalità degli uomini e delle donne di tutta l’Aeronautica Militare. Un lavoro affascinante e una forma di volo che necessita di tanto addestramento per conseguire il risultato che avete visto oggi.
Oggi per la PAN è la prima uscita ufficiale della stagione. Ci sono novità nel programma rispetto agli altri anni?
Il programma delle “Frecce Tricolori” è lo stesso da oltre 50 anni. Praticamente sin da quando sono state fondate, il 1 marzo 1961. Quest’anno abbiamo introdotto una piccola variante che si realizza nella fase di decollo, composto non più da due sezioni in contemporanea, ma dalla seconda sezione che decolla dopo che la prima sorvola la pista, come se la venisse a prendere e a spingerla in volo. Purtroppo per il pubblico, questa manovra potrà essere vista solamente nelle manifestazioni che si svolgono sugli aeroporti e, quindi, non in località marine come quella di oggi. 50 anni di “Frecce Tricolori” e 150 anni dall’unità d’Italia.
Parlando in termini matematici, con il vostro spettacolo possiamo considerarvi per un terzo ambasciatori dell’italianità nel mondo.
Il nostro compito è quello di rappresentare non soltanto le Forze Armate ma l’intero sistema Paese. Lo facciamo ogni volta che ci esibiamo, sia in località italiane che estere, cercando di contribuire alla valorizzazione del nostro territorio, oltre che a diffondere quelli che sono gli ideali della nostra Forza Armata. Siamo orgogliosi e onorati di poterlo fare! D’altro canto, sentiamo enormemente il peso di questa responsabilità.
Tra quanto tempo vedremo anche le donne nelle “Frecce Tricolori”?
Le donne, all’interno delle Forze Armate dal 2000, sono ormai una realtà. Tenendo conto che per entrare a far parte delle “Frecce Tricolori” un pilota necessita dai 7 ai 10 anni di esperienza di volo, è solamente una questione di tempo.
Ci congediamo dal comandante Jan Slangen ringraziandolo per il tempo che ci ha dedicato. Mentre ci allontaniamo notiamo un piccolo sprazzo di fumo tricolore fare capolino nel diradarsi disordinato delle nuvole e ancora una volta un’emozione ci giunge al cuore.
Comandante, qual è il cambiamento, la novità più incisiva nel passaggio dal comando in volo a quello da terra?
L’emozione di condurre la formazione in volo si è trasformata nell’onere e nell’onore di poter rappresentare, a terra, il lavoro di oltre 100 uomini dell’Aeronautica Militare, assumendone la responsabilità e il comando; ho cambiato senz’altro il mio punto di osservazione ma non è venuta meno quella identica emozione di sentirsi parte di una grande squadra.
Il programma acrobatico del 2013 presenta cambiamenti rispetto a quello precedente?
Le “Frecce Tricolori” hanno la fortuna di tramandare ormai da oltre 50 anni una lunga tradizione di volo acrobatico; cambiano gli esecutori di questo spartito ma le manovre conservano intatte il sapore di un tempo; il programma del 2013 sarà interpretato da un nuovo capoformazione ed arricchito da un nuovo decollo effettuato con le due sezioni separate.
Quale obiettivo personale si prefigge di raggiungere, grazie all’esperienza da “Pony 0” che si appresta a vivere?
Se dicessi di non aver già raggiunto dei prestigiosi obiettivi dopo la mia lunga esperienza in formazione non sarei sincero! Mi ritengo davvero fortunato nel poter aver avuto questa grande possibilità e ora l’Aeronautica Militare mi ha concesso una grande fiducia che confido di poter mettere a frutto, soprattutto, da Comandante, nel saper condurre tutti i miei uomini, piloti e specialisti, verso sempre più prestigiosi traguardi, consci di voler rappresentare al meglio la professionalità di una intera Forza Armata che opera, spesso, lontano dai riflettori e lontano dal calore delle proprie famiglie.
Qual è l’ingrediente principale che rende la PAN così unica e apprezzata a livello mondiale?
Le “Frecce Tricolori” hanno il privilegio di conservare e preservare la tradizione acrobatica nata proprio a Campoformido, Friuli Venezia Giulia, alla fine degli anni Venti; privilegio che negli anni è diventato consapevolezza di poterlo fare soltanto tramandandolo e riversandolo in seno all’Aeronautica Militare. I Piloti della compagine acrobatica, infatti, al termine della loro esperienza rientrano nei Reparti Caccia di provenienza, facendo sì che le capacità acquisite possano continuare ad essere patrimonio comune di tutti i piloti.
Ha per lei un significato particolare ricoprire questo ruolo proprio in concomitanza del 90° dell’AM?
Essere Comandante in occasione dei 90 anni dell’Aeronautica Militare mi rende orgoglioso di far parte di una grande famiglia di uomini e donne in azzurro; oltre 41.000 militari che quotidianamente prestano il loro servizio a difesa della nostra amata Patria. Resterà sempre per me vivo il ricordo del Tricolore steso sui nostri cieli a sottolineare, in silenzio, l’operato di tutti questi uomini.