(Ultimo aggiornamento: 17 Aprile 2019)

di Lodovica Palazzoli
da Air Planes – anno 4, n° 5, giugno 2010

Piloti che vanno, piloti che vengono; la hall dell’albergo Aran Blu di Ostia sembra la sede del 313° Gruppo attraversata com’è dagli uomini delle Frecce Tricolori. Infatti è proprio qui che ho il piacere di conoscere il capitano. Gaetano Farina, neo Pony 7, e il tenente Filippo Barbero, neo Pony 9.
Cosi come i loro colleghi anche loro ispirano simpatia alla prima occhiata e sono ragazzi spontanei, disponibili a scambiare qualche battuta anche con me.
Essere piloti PAN è un’interessante novità anche per dei .professionisti preparati come Farina con esperienza da caccia-intercettore su F-16 presso il 37° stormo di Trapani e Barbero, con circa 900 ore di volo all’attivo su Tornado.
Ciò nonostante la notizia dell’impiego nella PAN li ha lasciati piacevolmente sorpresi, come confessa Pony 7, dal momento che gli permette di coniugare il lavoro con una passione nata sin da bambini: il volo.
“Data la caratteristica incontentabile indole di noi piloti” afferma il tenente Barbero quando gli chiedo gli chiedo un commento sulla sua situazione presente e sul suo prossimo futuro “alla vita professionale a questo punto non posso che chiedere di fare carriera all’interno della Pattuglia. Lavorerò per riuscire ad ottenere e meritare quelle che sono le posizioni per me raggiungibili e che rappresentano allo stesso tempo due dei ruoli cardine della formazione: la 6 (Primo Fanalino, leader della seconda sezione) o la 10 (Solista)”. Tutto questo perché “l’esperienza tricolore” è considerata una prova in quanto, oltre alla preparazione in vista del conseguimento di un obiettivo tecnico, qui é importante anche l’impeqno e la dedizione personale di ciascun pilota a questo scopo. La sfida più grande non è data tanto dal volo, comunque impegnativo, ma al quale sono da sempre stati formati e addestrati, ma soprattutto dal modo di relazionarsi con le persone, i fans, un “concetto” del tutto nuovo per un pilota milltare.
Fans, manifestazioni, la domanda sorge spontanea: cosa è particolarmente importante nel volo praticato a questo livello?
“Nel volo militare la parola d’ordineè operativita in sicurezza” ci spiega Pony 9, che continua “Nel nostro volo acrobatico la missione é quella di portare l’immagine dell’Aeronautica Militare, dell’ltalia nel mondo intero e più precisamente di eseguire il programma in modo sicuro e preciso per il pubblico; ecco il motivo del lungo addestramento invernale che eseguiamo allo scopo di prepararci a tutto, anche agli imprevisti.”
Proprio ai fini della sicurezza e della perfetta sinergia tra i velivoli, alla PAN si lavora molto sul rapporti umani che i piloti, prima di tutto uomini, tessono tra loro: al 313° Gruppo dal punto di vista tecnico-professionale i piloti sono gli stessi degli altri reparti della nostra Aeronautica, ma é a livello umano che si notano le differenze: c’e un alone di curiosa unicità intorno ai piloti con la tuta blu, che una volta entrati nel gruppo scoprono il calore del pubblico, l’affetto del corollario di Club e associazioni che ne seguono letteralmente la scia, stima e apprezzamento a 360° gradi, ovunque si metta…il carrello. “Ecco perché il rapporto di gruppo è una bella realta qui alle Frecce Tricolori. Perchè il conoscersi, lo star insieme e lo star bene fuori dai velivoli aluta anche in volo. Perché volare in formazione, delicatamente vicini sarebbe impossibile senza una base di fiducia reciproca nelle capacità e nelle professionalita del compagno che vola accanto alla tua ala.” spiega il capitano Farina che subito aggiunge “E per lo stesso motivo curiamo i rapporti con gli specialisti, con le persone che lavorano per noi a terra sugli aerei: questo è il vero motore delle Frecce Tricolori.”
Abituati come siamo a vederli perfettamente inchiodati in aria a un asse invisibile, così sicuri e precisi nelle loro evoluzioni finiamo anche per dimenticare che in fondo sono persone come noi, con i loro punti forti ma anche deboli; perciò scopriamo che per Pony 9 la figura più bella da compiere è l’apertura del Cardiode, ma non il “bastone” e “l’incrocio”, subito successive, o l’atterraggio in formazione, che non lo entusiasmano troppo! A Pony 7 invece piace il Cuore, manovra complessa per chi ricopre le posizioni di 1 e 6, ma relativamente più semplice per i gregari, come lui.
Alla fine della nostra piacevole chiacchierata, come al solito mi dispiace lasciarli tornare ai loro compiti, perché avrei ancora domande e curiosità da sciogliere…
Un’ultima però decido di togliermela: c’è stata qua/che figura nella vita determinante per il vostro futuro aeronautico?
Filippo mi confessa che un suo istruttore conosciuto al 61° stormo, argentino, gli è rimasto particolarmente nel cuore, tanto da sentirlo ancora oggi; per Gaetano invece c’è stato un personaggio particolarmente carismatico che l’ha colpito, un ufficiale d’inquadramento capace di trasmettere la propria passione. Non conosciamo i loro i nomi, ma li ringraziamo di aver contribuito a formare e darci questi piloti capaci di entusiasmarci con i loro passaggi, fumi, colori, acrobazie, che confessano di non emozionarsi durante il volo, solo perché non ne hanno il tempo materiale, che si ritengono fortunati di poter vivere da dentro il cinquantesimo anno di questo Gruppo e che con meraviglia attraversano le soglie dell’aeroporto di Rivolto, sede delle Frecce Tricolori definendo semplicemente “uno spettacolo” l’esperienza che stanno vivendo.

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