Ultimo aggiornamento: 29 Aprile 2025

Abbiamo trascorso (inaugurando così la nostra nuova rubrica “Le Eccellenze”) una giornata con il 313° Gruppo di Addestramento Acrobatico dell’Aeronautica Militare, meglio noto come “Frecce Tricolori” per scoprire come si costruisce un’eccellenza che il Mondo ci invidia

di Alessandro Colombo
da motoridilusso.com [ fonte ]

Rivolto – Una mattinata di sole di un fine febbraio inaspettatamente e piacevolmente caldo per la Provincia di Udine. Il silenzio regna ancora sovrano nell’aria e tra gli spazi del 313° Gruppo di Addestramento Acrobatico dell’Aeronautica Militare. Il cielo è terso, sereno. Siamo nel cuore del Friuli-Venezia Giulia, nella casa delle Frecce Tricolori. I 10 Aermacchi MB-339 A PAN sono fermi sotto gli shelter, come ancora addormentati in attesa di un risveglio che avverrà a breve.

L’arte di costruire l’eccellenza

I mesi freddi, per la Pattuglia Acrobatica Nazionale, significano principalmente una cosa: addestramento invernale. Sì, perché è durante questo periodo che la Formazione dei 10 aeroplani che compongono le Frecce Tricolori va piano piano a costruirsi in vista del 1° maggio, data che storicamente segna la fine del periodo di addestramento, preludendo all’inizio della stagione acrobatica e degli Airshow.

Nell’arco di quest’anno, Luca avrà un duplice impegno: amalgamarsi alla perfezione con una Squadra più unita e affiatata che mai (sia sul lavoro che fuori da esso) ed essere pronto per ricoprire perfettamente il suo nuovo incarico in vista del 1° maggio. Ma ovviamente questo non sarà un problema: il metodo di costruzione delle Frecce Tricolori è perfettamente collaudato. Come si costruisce quindi la Pattuglia Acrobatica Nazionale? Esattamente nel corso dell’inverno. La Formazione dei 10 va infatti pian piano ad assemblarsi, partendo dal volo di pochi aeromobili insieme per andare poi progressivamente ad implementarsi, per arrivare alla fatidica data che segna la conclusione dell’addestramento invernale con i 10 aerei (che la rendono la Pattuglia Acrobatica con il maggior numero di velivoli al Mondo) tutti in volo e tutti in grado di lavorare in sinergia tra loro.

Un lasso di tempo pregno di lavoro costante e serrato. Specie per il nuovo ingresso in Formazione. Come ogni anno infatti, per un pilota che esce dalla Squadra, ce n’è uno nuovo che subentra. E nella fattispecie, per l’anno 2025, si tratta del Capitano Luca Battistoni, proveniente dal 6° Stormo di Ghedi. Saranno un inverno e un anno molto importante per lui. Al suo debutto in Pattuglia infatti, andrà a occupare il ruolo di terzo gregario destro, ovvero il Pony 8. Una delle posizioni d’ingresso per eccellenza all’interno delle Frecce Tricolori.

Una giornata tra i migliori | “Up there, with the best of the best

Ma come si arriva a costruire tutto questo in una manciata di settimane? Abbiamo trascorso una giornata tipo dell’addestramento invernale delle Frecce Tricolori per scoprirlo, vivendo per un giorno a stretto contatto con una delle più grandi eccellenze italiane. E la risposta, ovviamente, è stata: con un lavoro intenso e quotidiano. Che inizia dal briefing del mattino. Il Capo Formazione, il Pony 1 (Magg. Pierluigi Raspa), sta illustrando infatti le attività che si andranno a svolgere in volo nel corso della giornata dopo un breve ragguaglio sulle condizioni meteo. Un momento molto importante per avviarsi alle attività di volo. La concentrazione in sala è elevatissima e lo si percepisce dagli sguardi. Finito con la teoria, si passa alla pratica: oggi ci saranno ben tre sessioni di volo (con relativi debriefing). Un ritmo veramente molto serrato. Sessioni volative che per essere affrontate necessitano ovviamente dell’equipaggiamento necessario. Pertanto, prima di recarsi in linea volo, i piloti dovranno indossare tuta anti-g e casco. Ci sono diverse combinazioni di volo che si possono indossare, a seconda della tipologia di attività: volo su mare, volo su terra, esercitazione o manifestazione aerea. Solo in quest’ultimo caso la tuta sarà blu.

Una volta pronti ci si incammina verso gli shelter, dove (custoditi sotto di essi, come perle in un forziere) ad attendere i piloti ci sono gli Aermacchi MB-339 A P.A.N. (ovvero delle varianti del noto addestratore dell’Aeronautica Militare appositamente modificate per il compito da svolgersi in Pattuglia) pronti a “risvegliarsi” dal sonno notturno e già controllati dagli specialisti. I piloti salgono a bordo, si imbragano ai seggiolini eiettabili Martin-Baker e passano alla procedura d’avviamento seguendo i punti della checklist. Il motore Rolls-Royce Viper prende vita con un latrato sordo e potente che “spezza” l’aria e con una spettacolare fiammata d’avviamento. Scende il canopy. Si aggancia la maschera d’ossigeno intorno al Gentex e si abbassa la visiera. Si rilasciano i freni e ci si avvia verso la taxiway. Ora il pilota è “solo” nel suo mondo. Solo tra virgolette, ovviamente. Insieme a lui, in radio, ci sono la torre di controllo, i colleghi e il Comandante in biga a coordinare il lavoro da svolgersi in volo.

Tra sessioni in aula e in volo per costruire la squadra dei 10

I velivoli si allineano a questo punto in pista per andare ad eseguire il programma previsto per questa sessione volativa (e così sarà anche per le successive a venire nel corso della giornata). Le manette motore degli MB-339 scorrono da “Idle” verso “100%”. Vengono rilasciati i freni e la magia ha a questo punto inizio. I velivoli iniziano a “danzare” nel blu per iniziare a disegnare le manovre previste sotto la vigile supervisione di chi a terra analizza e, quando necessario, corregge. Al termine di circa 20/30 minuti di lavoro svolto in cielo gli Aermacchi della P.A.N. atterrano e i piloti tornano in aula per il debriefing, nel corso del quale andranno a disaminare quanto fatto in volo. La procedura sarà la stessa per ogni sessione di volo della giornata.

Ma il lavoro svolto in aria (quello visibile agli occhi del grande pubblico) viene reso possibile anche grazie a coloro che lavorano a terra. In particolar modo dagli Specialisti che lavorano in hangar e che permettono – grazie ad un lavoro enorme, che richiede svariati controlli a innumerevoli componenti – al velivolo di volare in perfetta efficienza. E in merito a quanto si svolge in cielo, così come per quanto avviene al suolo, ne abbiamo parlato nel dettaglio con piloti e tecnici, come potete osservare dal video che trovate in apertura. Il tempo di ripetere altre due volte la routine precedentemente descritta e il sole si ritrova a scendere su Rivolto. Un’altra giornata addestrativa è giunta al termine, ma il lavoro continuerà in maniera incessante a partire dal giorno successivo. Ed il più volte menzionato 1° maggio non rappresenterà la fine, ma l’inizio. Quella infatti la data in cui la stagione acrobatica prenderà il via, segnando così l’avvio del concretizzarsi dell’addestramento invernale. E ancora una volta, come sempre, ci ritroveremo incantati, con il naso all’insù e una speciale luce negli occhi, ad ammirare i volteggi di una vera eccellenza italiana: questa la magia, delle Frecce Tricolori!

QUESTO SERVIZIO È DEDICATO ALLA MEMORIA DEL MAGG. ALESSIO GHERSI, PILOTA DELLE FRECCE TRICOLORI
Un pilota non muore mai. Vola solo più in alto

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