Ultimo aggiornamento: 29 Aprile 2019

Intervista a Gaetano Farina, ufficiale dell'Aeronautica militare in servizio presso la Pattuglia Acrobatica Nazionale di Rivolto (Udine): «È stata dura, ma ho realizzato il mio sogno di volare».

di Maria Rosaria d’Alema
da “Lo Strillone”, anno 2°, numero 14, 15 – 31 gennaio 2012, p. 9

Gaetano Farina, francavillese, fa un lavoro che forse un po’ tutti da piccoli sognano: è pilota delle Frecce tricolori, reparto d’eccellenza dell’Aeronautica Militare. In quest’intervista, concessa in esclusiva a Lo Strillone, Gaetano racconta un po’ di sé, dei sacrifici e della strada percorsa prima di arrivare a Rivolto (Udine), dove è di stanza la Pan (Pattuglia acrobatica nazionale).

Come nasce questa passione per il volo?
Il volo mi affascina sin da quand’ero piccolo. La curiosità col tempo si è trasformata in passione fino a portarmi in Accademia aeronautica. Da lì sono partito per arrivare dove mi trovo oggi: al top. Le Frecce Tricolori sono la massima espressione del volo, cioè l’acrobazia in formazione.

Cos’è l’acrobazia aerea?
È l’essenza del volo. Il programma di addestramento dei futuri piloti dell’Aeronautica militare insegna a volare e a fare acrobazia aerea. L’acrobazia mette in risalto il volo e l’inviluppo sia della macchina che del pilota. È nata proprio per aumentare le qualità del pilota e, in principio, per migliorarne le capacità nel combattimento aereo e non, quindi, a scopo di spettacolarizzazione attraverso gli air-show che conosciamo oggi.

Qual è stato il percorso fino alle Frecce tricolori?
Dopo i cinque anni all’Accademia aeronautica, ho seguito le scuole di volo per un anno e mezzo a Sheppard, in Texas, per diventare pilota militare. Successivamente, sono stato assegnato all’ F16, velivolo intercettore, qui in Italia. Poi ho seguito il corso preparativo per caccia-intercettori (ce n’è anche uno per caccia-bombardieri) presso la scuola di volo dell’Aeronautica militare con sede a Galatina. Finito il corso a Galatina, sono tornato per cinque mesi negli Stati Uniti, in Arizona, dove ho fatto la conversione: uno speciale corso per imparare a pilotare un altro velivolo. Da lì sono tornato in Italia, a Trapani, per tre anni. Nel 2009 ho partecipato alla selezione per entrare nella pattuglia delle Frecce tricolori. Terminata la selezione, è previsto un periodo di prova di una settimana all’interno del gruppo a Rivolto e sono gli stessi piloti delle Frecce che scelgono il pilota entrante. Non si valutano le capacità professionali di un pilota – se è arrivato a partecipare alla selezione è perché ha tutti i requisiti necessari per farlo –, ma il carattere, la capacità di interagire e di stare bene con il gruppo e con le persone fuori. L’80 per cento del lavoro è costituito dalle relazioni con il pubblico dopo l’esibizione aerea. Lo stare bene nel gruppo è importante perché noi voliamo ogni giorno insieme, viviamo gran parte dell’anno insieme, soprattutto in estate quando siamo fuori per le esibizioni: ci dev’essere massima fiducia in tutti gli elementi della formazione. Sono entrato a Rivolto a giugno 2009. Fino a fine ottobre c’è stato per me un periodo di affiancamento in giro per le varie manifestazioni in Italia e all’estero. A novembre è iniziato l’addestramento e l’uno maggio 2010 ho partecipato alla mia prima esibizione a Rivolto. Da questa data, che segna l’apertura ogni anno, s’inizia con una o due esibizioni ogni fine settimana in giro per l’Italia e l’estero fino a fine ottobre.

Qual è il tuo ruolo nella formazione?
Il primo anno sono partito da Pony 7-3° gregario sinistro. Il secondo anno da Pony 4-2° gregario sinistro e quest’anno Pony 2-1° gregario sinistro. Nel cambiare posizione occorre seguire un addestramento specifico perché cambia il modo di volare. Io quest’inverno sarò addestrato per la posizione di Pony 2. C’è però un altro “must” all’interno delle Frecce: se si inizia a sinistra, si finisce la carriera a sinistra (lo stesso vale a destra) e non si può passare dall’altra parte perché è tutto completamente differente.

C’è un limite di tempo di permanenza nelle Frecce?
Bisogna fare almeno tre o quattro anni di esperienza da gregario. Per rimanere oltre si deve passare attraverso alcune posizioni chiave all’interno della formazione: il Pony 1, che è il capo formazione, e il Pony 6, che è il leader della seconda sezione. Le Frecce si dividono in due sezioni: il capo formazione chiude la linea davanti, mentre il leader della seconda sezione chiude a rombetto i quattro velivoli dietro. Un’altra posizione chiave è quella del Pony 10, che è il solista.

Tu aspiri ad andare oltre il ruolo di Pony 2?
L’ambizione massima è quella di passare al ruolo di Pony 1 per poi diventare comandante.

Cosa fa il comandante da terra?
È il supervisore da terra, riesce a dare indicazioni se ci sono degli errori da parte dei piloti, ovviamente via radio. Il comandante dura in carica due o tre anni, poi va via dalle Frecce per ricoprire altri incarichi all’interno dell’Aeronautica.

Torni spesso a Francavilla, cosa ti dice la gente?
Torno ogni volta che mi è possibile, a parte in estate quando siamo sempre in giro per le esibizioni. È capitato alcune volte che mi abbiano riconosciuto per strada come il pilota delle Frecce. L’anno scorso hanno voluto conoscermi anche il sindaco e l’amministrazione, che ho incontrato volentieri.

Lascia un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Post comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.