Ultimo aggiornamento: 29 Aprile 2019
Frecce Tricolori a Torre Suda
di Lodovica Palazzoli
da AirPlanes, dicembre 2011, p.10-11
Sono le dieci di domenica mattina al Fortunato Cesari e la base salentina è ovviamente sveglia, ma straordinariamente silenziosa.
Esco dal mio alloggio e mi avventuro in questa piccola città il cui colore dominante è il verde, quello delle palazzine, quello dei mezzi, dei tanti alberi e naturalmente dei “Macchini” del 61° Stormo. Ma non di tutti. A ben guardare infatti, sulla linea di volo sono schierati dieci MB339 blu con una caratteristica livrea tricolore a renderli ancor piu` inconfondibili: è la Pattuglia Acrobatica Nazionale. Silenzio e cinguettii ora regnano sovrani, ma il loro dominio e` destinato a essere sovrastato dal rombo delle Frecce Tricolori, pronte a decollare in vista della manifestazione di Torre Suda, a pochi chilometri da questo aeroporto.
Ed e` proprio poco lontano da dove si trova il suo macchino che con grande piacere incontro il cap. pil. Fabio Capodanno, Pony 10 da questa stagione. Il cap. Capodanno prima di essere impiegato nel 313° Gruppo acrobatico ha volato sul velivolo AMX presso il 13° Gruppo di Amendola (72° Stormo), effettuando cosi`missioni aria-suolo in ordine al supporto di forze terrestri. Entrato a far parte della PAN, dopo aver ricoperto per alcuni anni varie posizioni, è stato scelto per il ruolo di Solista e quando gli domando come sia trascorso questo primo anno, a lui bastano letteralmente tre parole per arrivare al punto: “Purtroppo sta finendo” ammette a malincuore prima di continuare “l’anno è passato molto più in fretta di quanto io potessi pensare o sperare e in termini di esperienza mi ha portato tantissimo, perché il passaggio dalla posizione di Pony 4 (secondo gregario sinistro) a quella di Pony 10 mi ha molto impegnato sia dal punto fisico che mentale. Infatti ho dovuto affrontare, come è naturale, alcune difficoltà tecniche, ma anche nuove assunzioni di responsabilità sia nei miei confronti che di quelli del gruppo, dato che come incarico secondario sono l’ufficiale di sicurezza volo”
Nonostante da terra il Solista appaia il più “esuberante” dei nostri piloti acrobatici, è bene tenere a mente che non c’è nulla di improvvisato o meramente arbitrario nella sua performance; infatti i suoi compiti sono essenzialmente due: quello di riempire gli spazi vuoti lasciati dalla formazione e quello di presentare questo velivolo tutto italiano portandolo al limite del suo inviluppo di volo, limite che però è già precedentemente individuato e testato, grazie anche all’operato svolto in collaborazione con il Reparto Sperimentale della A.M.
Dunque quello del Solista è un compito molto delicato, che chi è chiamato a svolgere deve affrontare con umiltà, preparazione e serietà; ecco perché il pilota romano ci rivela essersi sentito molto contento e lusingato nell’essere stato chiamato a compierlo. Ma ascoltando le sue parole, inevitabilmente vedo scorrere nella mia mente le tante figure acrobatiche presenti nel suo display e non resisto dal porgli una domanda forse banale, ma assolutamente spontanea: “Qual è la sua preferita? “In realtà le figure più spettacolari non sempre sono quelle più tecnicamente complesse e viceversa. Quindi come pilota sicuramente provo grande soddisfazione a realizzare un tonnau lento o un quattro tempi in maniera molto buona, perché appunto sono manovre abbastanza impegnative. Ma ammetto che con grande dispiacere rinuncerei a fare la celebre scampanata o il caratteristico lomçovak.”
Giunti quasi al termine della nostra chiacchierata, realizzo che l’uomo in “tuta blu” accanto a me vive con un puro entusiasmo che nulla ha a che fare con l’esaltazione, questo momento assolutamente irripetibile della sua carriera ma anche della sua vita, a cui e` giunto per gradi, maturando il desidero del volo acrobatico della PAN solo quando gia` pilota di Aeronautica. Cosi` lo ringrazio e lo saluto, certa di conservare un ricordo ottimo e unico di questo incontro.
Ma passano pochi minuti che un rombo, misto ai potenti sibili dovuti al motore turbo puro dei macchini, si leva dalla distesa di asfalto dell’aeroporto e i dieci aerei tricolori rullano in fila indiana. Lungo la pista li vedo e li sento decollare e ora, immersa in questo boato di coro, mi sembra impossibile trovarmi nello stesso posto che poco prima era un oasi di tranquillità. Intanto i jet della Pan si ricongiungono rapidi nel cielo e basta una manciata di secondi per vederli stagliarsi lontani: davanti a loro Torre Suda, in coda una distesa di asfalto e di verde nuovamente silenziosa… ma ancora per poco, si spera!